Come investire i propri risparmi quando “c’è incertezza”?


Avere un obiettivo chiaro, una visione di lungo termine e pianificare sono la miglior garanzia per investimenti finanziari coerenti con le proprie aspettative
Come investire i propri risparmi quando “c’è incertezza”?

Il 23 giugno 2016, un referendum popolare manifestò, contro le previsioni dei sondaggi, la volontà dei cittadini britannici di uscire dall’Unione Europea. La temutissima “Brexit” prendeva forma. Il 24 giugno i mercati finanziari europei la presero malissimo: Milano, Atene e Madrid (gli anelli considerati più deboli dell’Unione Europea) persero in un giorno più dell’10% , il resto d’Europa perse ben oltre il 5%; i giornali parlarono di “peggior calo di sempre” e di timori diffusi di contagio agli altri Paesi e di anticamera di dissoluzione dell’Europa…I mercati non avevano preso sul serio la possibile uscita della Gran Bretagna dall’Unione Europea e per questo motivo la reazione fu estremamente nervosa e spaventata.

Trascorsi tre anni, il nodo della Brexit non è ancora stato sciolto, non uno dei temi spinosi che affliggono l’Euro e l’Unione Europea è stato nel frattempo risolto, e nonostante questo l’andamento borsistico dal 2016 ad oggi in Europa (quindi dalla Brexit ad oggi) è stato decisamente positivo. Oltre il 25% di crescita.

Lo stesso discorso può essere fatto per la “guerra dei dazi”, dichiarata dalla politica apertamente protezionistica di Donald Trump, principalmente contro la Cina: dopo un primo forte calo alla fine dello scorso anno, i listini borsistici mondiali hanno rapidamente recuperato terreno, nonostante i negoziati restino in alto mare.

Ciò che accomuna questi due esempi sono la reazione emotiva del mercato dovuta alla sorpresa, e la successiva, rapida, normalizzazione. Ma è proprio in queste fasi che di solito si producono i maggiori danni patrimoniali per il risparmiatore privato, con il quale noi consulenti finanziari ci confrontiamo abitualmente.

Gli investitori privati, come reagiscono in casi come questi?

Il tono spesso allarmistico con cui i mezzi d’informazione danno le notizie in circostanze come queste, e le forti, ma temporanee, oscillazioni dei listini borsistici ad esse conseguenti, per lo più spaventano i risparmiatori privati, inducendoli a modificare propositi di investimento a medio/lungo termine magari fatti solo pochi mesi prima, per la paura di vedere in poco tempo “evaporare i propri risparmi di una vita” … Niente di più sbagliato!

E ciò perché alla base del comportamento del risparmiatore, quando si confronta con gli investimenti in strumenti finanziari, raramente c’è una visione di lungo termine, come si converrebbe per investimenti di questa natura.

Ma ancora peggio, i risparmiatori privati, in Italia, non sono abituati a pensare ai propri investimenti in termini di soddisfacimento di esigenze future. Ignorano il concetto essenziale di “pianificazione”, ed investono (ma si può chiamare investimento?) in base alle “previsioni” che loro stessi, o amici “che se ne intendono”, od operatori finanziari improvvisati o troppo sicuri di sé, formulano sul prossimo futuro, convinti forse (o illusi?) che leggere ogni giorno i giornali finanziari permetta di ridurre il rischio di sbagliare investimento.

Da tempo ormai è noto che il comportamento degli investitori non è sempre razionale. La “finanza comportamentale” ha assunto validità scientifica ed il suo studio è ormai diffuso a tutti i livelli.

Gli atteggiamenti comuni ed errati, che portano spesso a scelte dannose, sono in genere:

•    Avere un atteggiamento ansioso di fronte alle oscillazioni negative di mercato, e trasmettere quest’ansia intorno a sé;

•    Consultare molto frequentemente l’andamento del proprio portafoglio e farsi condizionare da questo;

•    Vendere gli strumenti posseduti solo per paura di subire ulteriori perdite;

•    Fronteggiare l’incertezza rinunciando ad investire, e ad ogni opportunità connessa;

•    Pensare che, investendo, la soluzione meno costosa sia sempre la scelta migliore;

•    Pensare che basti investire in titoli di Stato per essere al riparo da ogni rischio finanziario;

•    Investire senza obiettivi chiari.


Siamo umani, e quindi sempre soggetti ad errori; ma l’errore da non compiere assolutamente è proprio l’ultimo: investire senza obiettivi chiari.

Avere un obiettivo chiaro, perfettamente misurato, non elaborato genericamente, e non modificarlo davanti alla prima “situazione incerta” (confesso che in quasi trent’anni di esperienza finanziaria non ho mai trovato una “situazione certa”, e dispero di trovarla in futuro), è la migliore garanzia di ottenere, dagli investimenti, risultati finanziari coerenti con le proprie aspettative.

Dall’avere un obiettivo chiaro discende anche un altro effetto positivo: definire le strategie in funzione della massimizzazione di quell’obiettivo, e non in funzione dell' ansia ossessiva di anticipare oscillazioni negative, spesso inevitabili. 

E’ la stessa differenza che c’è tra vincere una partita e vincere il campionato.

 

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di Dott. Angelo Bafaro

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