Come migliorare il rapporto genitori e figli


Siamo di fronte a cambiamenti sociali che ci creano stress. In tutto questo ci siamo trovati a vivere tanto tempo insieme ai nostri familiari, ma come?
Come migliorare il rapporto genitori e figli

 

Sappiamo tutti benissimo che il rapporto tra genitori e figli è un fondamento della vita, il futuro è strettamente legato al tipo di educazione familiare che viene inculcata ai nostri ragazzi e il risultato non sempre è consono o adeguato per prepararli al futuro.

La scuola ha un ruolo fondamentale nell’influenzare la personalità nascenti dei giovani d’oggi, ma alcune metodologie che vengono usate sono obsolete per le capacità che dimostrano di avere i ragazzi.

Questi vivono il disagio per una vita scialba e noiosa e spesso sfociano in atti distruttivi che spesso, i genitori non riescono a capire o comprendere. La questione principale è la società odierna, basata sui social, sulla mancanza di contatto.

Tutto è stato esasperato dalla situazione che stiamo vivendo a livello globale, la pandemia ci ha costretti a cambiare, in maniera veloce e repentina, il nostro modo di vivere. Siamo stati scaraventati fuori dalla nostra zona di comfort e non riusciamo a ritrovare l’equilibrio di cui eravamo certi.

Ora dobbiamo combattere contro la paura per la nostra salute, lo stress perché il lavoro è totalmente cambiato e viviamo questa situazione come una crisi senza via d’uscita.

In tutto questo trambusto abbiamo trascurato quello che stanno affrontando i nostri ragazzi, costretti a stare a casa, a non poter vivere la loro gioventù in piena libertà. In tutto questo le loro menti, se non supportate da una famiglia piena d’amore, sfocia in gesti anche inconsulti solo perché non visti. Vederli, non significa solo guardare con gli occhi, ma osservarli col cuore.

L’unica cosa che riusciamo a vedere sono i comportamenti assurdi che hanno, ma chiediamoci: perché? La risposta non è molto lontana da noi, ma noi stessi, genitori assenti, siamo in balia di un turbinio di sentimenti che non riusciamo a gestire.

Molti studiosi del passato hanno provato a dare delle indicazioni su cos’è il mondo dei giovani e quali problematiche sono costretti a vivere quotidianamente. Pensiamo per un attimo agli abusi che questi piccoli vivono e che la pandemia non ha certo aiutato, ma ha esasperato e nessuno può aiutarli e sono lasciati in balia di loro stessi.

In queste condizioni la mente cerca un riparo, un posto sicuro dove annullare il dolore ed essere felice. Il cammino è tragico, spesso da grandi crederanno che la loro fanciullezza sia normalità e replicheranno gli errori e le ingiustizie che hanno subito.

La nostra società non è in grado di essere presente nella maniera adeguata e, quindi, dobbiamo cercare delle soluzioni che ci fanno cambiare il modo di pensare e vedere la vita da altre prospettive, bisogna far capire che abbiamo delle capacità nascoste che devono solo essere utilizzate per venir fuori, ma spesso la solitudine nell’affrontare le cose è causa di turbamento e depressione, allora ecco la tragedia che si affaccia all’orizzonte.

Se noi genitori fossimo capaci di ascoltare, guardare e vivere di più i nostri figli? Come?

Esistono diverse metodologie che possono essere di supporto al cammino verso la creazione di un rapporto sano tra genitori e figli, ma bisogna avere la forza e il coraggio per portarlo avanti fino in fondo.

Innanzi tutto dobbiamo renderci conto in che ambito andiamo a lavorare. Considerando il periodo che stiamo vivendo, possiamo sicuramente parlare di trauma dovuto al lockdown.

La parola trauma deriva dal greco e letteralmente significa “rottura”, quindi possiamo associarlo al nostro contesto in quanto il suddetto trauma ha generato una interruzione del normale flusso della quotidianità delle persone, interrompendo le abituali attività.

Quindi abbiamo una vita prima e dopo il trauma e la persona la vive come critica. Ma analizziamo, per un momento, quali sono le caratteristiche tipiche di un evento traumatico:

1. è improvviso e inaspettato (non possiamo in alcun modo prevederlo);

2. è tale da non permettere un attacco o fuga, rendendo impossibile fronteggiare l’evento provocando passività e impotenza.

La pandemia che sta sconvolgendo la vita di tutto il mondo, ci ha costretti a vivere isolati, sopraffatti dalla paura di rischiare la propria salute anche con un semplice saluto e la carenza di rapporti sociali, che ne sono derivati, sono fonte di stress in quanto “l’essere umano è per natura un essere sociale”. Il totale stravolgimento della quotidianità, ha provocato una serie di effetti psico sociali.

Tali effetti sono stati così di impatto che è nata una nuova sindrome “la pandemic fadigue”.

Analizziamo le aree che hanno risentito maggiormente di questa situazione; sicuramente l’umore. La notizia del propagarsi del virus ha suscitato preoccupazione e ansia per la propria salute e quella dei familiari, quindi l’umore sarà basso.

Un altro aspetto è sicuramente “la visione del domani” che è totalmente cambiata.  Prima riuscivamo a pianificare delle azioni che ci permettevano di costruire un futuro, adesso viviamo nell’incertezza, non sappiamo quanto durerà e il dubbio si è insinuato a forza nei nostri cuori, frenando le aspettative, anche a livello economico c’è stato un totale sconvolgimento del mondo del lavoro che ha provocato frustrazione e panico.

Ovviamente anche la quotidianità e la socialità hanno subito un duro attacco, provocando uno smarrimento per la brusca trasformazione subita dalla quotidianità. Quei gesti, come per esempio portare fuori il cane, che prima erano visti quasi come un dovere, adesso sono proibiti. Sicuramente c’è frustrazione a dover rimanere lontani dagli altri.

Sicuramente ci sono state delle conseguenze psicologiche.

La nota rivista “THE LANCENT” ha evidenziato le conseguenze della pandemia, riassumibili come segue:
1.    Stress dopo soli 10 giorni;
2.    Paura, anche irrazionale, del possibile contagio;
3.    Incertezza, frustrazione e attacchi di noia;
4.    Paura della mancanza di beni di prima necessità;
5.    Perdita di fiducia;
6.    Pensieri negativi.

Quindi, considerando che tutto ciò compare dopo solo 10 giorni, il perdurare di mesi ha contribuito all’aggravarsi di determinate situazioni. Non dimentichiamo che, essere costretti a dividere gli spazi sempre con le stesse persone e per un lungo periodo ha dato modo all’insorgere di certe insofferenze e contrasti all’interno dello stesso nucleo familiare, che si è ritrovato a vivere la quotidianità a stretto contatto. 

I genitori si sono trovati a condividere spazio e tempo con i propri figli e spesso si sono resi conto di quanto poco, in realtà, li conosciamo. Dall’altro lato, i giovani che hanno dovuto rinunciare alla loro libertà si sono catapultati completamente sui Social Network, che li ha uniti ma anche destabilizzati.

Vorrei sottolineare che, i giovani d’oggi sono molto più intelligenti della generazione che li ha preceduti e, quindi, l’impatto improvviso li ha messi davanti a una realtà non stimolante e passiva, ricca solo di paura. Il cervello umano è una fonte incredibile di risorse e i nostri giovani sono in grado di sfruttarle al meglio, ma noi vogliamo che siano lo specchio di noi stessi e tendiamo a tarpare loro le ali.

Noi, genitori, non riusciamo a vedere le loro effettive potenzialità e ci facciamo guidare da un “egoismo” e dall’incapacità di instaurare un dialogo. Il risultato è spesso disastroso, in quanto loro devono avere stimoli per vivere, stimoli potenzianti che gli permetta di poter sognare un futuro migliore.

Con l’avvento della pandemia, sono sorte anche soluzioni che tendono a supportare a livello psicologico le vicissitudini di cui siamo vittime in questo periodo. Vecchie e nuove tecniche di supporto mentale, si sono riaffacciate anzi, sono state rivalutate al fine di poter superare con serenità (possibile) le ansie e angosce e cercare di essere proattivi e ricreare una normalità, che non potrà mai più essere quella di prima.

Per prima cosa bisogna imparare a dialogare con le persone con cui dobbiamo vivere a stretto contatto.

Il dialogo è alla base di un buon rapporto genitori-figli, si deve creare complicità, fiducia reciproca e soprattutto ascolto.

Ma come farlo? Spesso da soli non abbiamo ben chiaro la metodologia opportuna per raggiungere tale scopo, ma spesso non vediamo le conseguenze negative di un comportamento, ormai obsoleto che nel tempo si rivelerà disastroso. Allora, perché non chiedere aiuto a chi sa come agire in determinate situazioni che appartengono alla nuova realtà?

Tendenzialmente, piangiamo dopo aver versato il latte. Quando ci troviamo davanti ad una notizia come quella di una bambina che per uno stupido gioco proposto nei social, si uccide e i genitori la scoprono quando è troppo tardi, ci chiediamo se potevamo fare qualcosa, se avessimo ascoltato il grido di aiuto, se avessimo dedicato un attimo di tempo in più, se…se…

Ormai il danno è fatto, ma dobbiamo cercare di non trovarci in quella situazione, ma poter prevenire quelle azioni inconsulte che ci sembrano assurde, ma che hanno un punto di partenza. Dovrebbe essere da monito.

I giovani sono il nostro futuro e se non gli dedichiamo la dovuta attenzione, rischiamo di distruggere il domani, che già è così incerto ma non del tutto perso. Dobbiamo cambiare le abitudini della nostra vita a riadattarle alla nuova realtà, dobbiamo vedere nuove opportunità, nuovi sogni da realizzare, nuove aspettative che sono dietro l’angolo; ma dobbiamo imparare un nuovo modo di pensare, vivere e adattarci al concetto di ADESSO E ORA.

Il futuro dell’umanità è nelle mani dei nostri ragazzi, ma dobbiamo essere noi genitori il loro punto di riferimento, di guida ma soprattutto dobbiamo imparare ad amare i nostri figli ancora più intensamente, perché un figlio amato darà amore al prossimo e troverà risorse che non pensava di avere.

I giovani sono ricchi di talento, energia positiva e voglia di creare, ma dobbiamo guidarli nella maniera opportuna e con le giuste strategie alla realizzazione dei loro sogni.

Quindi bisogna vestirsi di coraggio e AGIRE ORA.

 

Articolo del:


di Gabriella Maria Alessandria

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