Come poter sanare la propria debitoria fiscale?

Negli ultimi anni, l’aumento della pressione fiscale e la crisi economica hanno condotto la maggior parte dei contribuenti persone fisiche e imprese ad aumentare il proprio debito fiscale nei confronti dello Stato e degli Enti locali.
Non ancora molto nota è la possibilità che i debiti con il fisco possano essere pagati da un terzo che si “aggiunge” al debitore originario.
L’istituto in questione è quello dell’accollo fiscale previsto dall’art. 8 dello Statuto del Contribuente L. 212/2000 e disciplinato dal D.L. 124/2019.
Tra il contribuente indebitato (detto accollato) e un terzo (accollante) viene redatto un accordo di accollo che viene notificato all’ente impositore o all’agenzia di riscossione.
Quest’ultime dovranno solo prendere atto della esistenza dell’accollante e non è richiesto un loro consenso in quanto trattasi di una operazione ad esse favorevole posto che il debito viene maggiormente garantito dall’esistenza di un ulteriore debitore.
L’accollante potrà estinguere il debito anche avvalendosi di rateazioni da richiedere direttamente all’ente creditore.
A partire dall’entrata in vigore del D.L. 124/2019 per il pagamento, in ogni caso, è escluso l'utilizzo in compensazione di crediti dell'accollante.
Ferma questa esclusione, sanzionata con la nullità della operazione di compensazione e l’irrogazione di pesanti sanzioni, l’istituto dell’accollo può essere valutato caso per caso al fine di alleggerire la propria posizione fiscale nei confronti di Comuni (pagamento di IMU, TARI, TASI) e dell'Agenzia delle Entrate.
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