Compensazione fiscale: come recuperare le perdite del tuo portafoglio
Trattare l’argomento del recupero delle perdite del portafoglio attraverso la compensazione fiscale è molto importante, perché è un’incredibile opportunità. L’investitore medio, e molto spesso anche i più esperti, non sono a conoscenza delle modalità e dei meccanismi di recupero, e per questo motivo sono portati ad ignorare questa convenienza.
Dall’altro lato, anche molti consulenti si disinteressano a inserire nel portafoglio dei propri clienti prodotti che attuano la compensazione. Cercare i prodotti adatti a questo fine è poco remunerativo per il professionista e molto laborioso in termini di ricerca e gestione dei singoli prodotti.
Per i clienti con portafogli medi (200-300.000 €) che per via dei costi di gestione difficilmente accedono alle gestioni patrimoniali (che attuano direttamente al loro interno la compensazione tra guadagni e perdite), è diventata una prassi ignorare la propria posizione fiscale. In realtà potrebbero recuperare le perdite nei successivi 4 anni attraverso la compensazione dell’imposta sostitutiva sui guadagni in particolari categorie di prodotti. Vado a spiegare meglio.
Quando realizziamo un guadagno, in Italia viene applicata una imposta sostitutiva del 26% (o 12,50% se titoli di stato).
Quando realizziamo una perdita, questa viene registrata nella nostra posizione fiscale e può essere recuperata nei 4 anni successivi attraverso la compensazione con l’imposta sostitutiva che dovrebbe essere applicata sul guadagno, ma solo su certe tipologie di prodotti.
Un consulente attento al proprio cliente non può ignorare questo aspetto, sarebbe un peccato!
Il meccanismo di inserimento delle minusvalenze nella posizione fiscale opera automaticamente, nel caso nel portafoglio intervengano delle perdite, in molti istituti bancari nello zainetto fiscale vengono inserite come perdite anche le commissioni di ingresso pagate negli anni. La posizione fiscale si può trasferire da una banca all’altra, se il conto viene chiuso.
Nella costruzione ad hoc di un portafoglio ben diversificato il consulente considera già che nel rendimento medio del portafoglio vi saranno dei titoli che sono in guadagno ed altri titoli che sono in perdita, questo per l’effetto stesso della diversificazione. Un portafoglio con rendimento medio del 5% non contiene tutti titoli che rendono il 5%! Vi saranno dei titoli decorrelati che potranno essere in perdita in certi momenti, ecco nel caso di realizzazione di queste perdite, si possono recuperare in tutto o in parte mediante la compensazione fiscale.
Poniamo il caso di avere conseguito 3 anni fa delle perdite per euro 10.000 e che, in questo momento, stiamo vendendo a 150.000 un investimento acquistato a 100.000.
Sul guadagno di 50.000 operiamo la ritenuta del 26% pari a 13.000 euro. Attraverso la compensazione pagheremo soltanto 3.000, se il prodotto in questione fosse tra quelli che operano la compensazione fiscale.
Ma non è tutto così semplice come sembra, perché in Italia amiamo sempre complicare le cose.
Il nostro sistema fiscale prevede che le perdite siano del tipo redditi diversi, ma i guadagni siano di due tipi: i redditi da capitale e i redditi diversi. La compensazione fiscale può avvenire solo tra redditi dello stesso tipo.
Questo significa che non tutti i prodotti su cui realizziamo dei guadagni compensano le minusvalenze dello zainetto fiscale.
Le perdite rientrano tutte nella categoria redditi diversi, ma i guadagni no: nelle azioni e obbligazioni , le cedole e i dividendi non compensano, i fondi comuni di investimento e gli ETF non compensano. Compensano interamente gli ETC, i certificate, gli altri derivati.
I prodotti a compensazione devono essere selezionati dai clienti, secondo logiche di utilità ed efficacia alla propria posizione fiscale
In gergo la posizione fiscale viene denominata “zainetto fiscale”, è come un contenitore dove vengono inserite tutte le perdite relative a un cliente. Ogni banca ha uno zainetto fiscale relativo al codice fiscale del cliente, in quanto opera come sostituto d’imposta (nel caso il cliente abbia scelto il regime amministrato, ma solitamente è così) e opera la compensazione automaticamente, se gli strumenti in portafoglio sono quelli giusti.
La banca di per sé non si occupa di scegliere prodotti al fine di effettuare un’adeguata compensazione. C’è bisogno di un professionista. La cosa migliore è affidarsi a un Consulente Finanziario, che conosce i prodotti con i quali si può operare la compensazione fiscale, e quali sono gli strumenti migliori per la situazione del proprio cliente, dopo un’attenta analisi della posizione fiscale e dei tempi di recupero.
I tempi di recupero sono un altro punto su cui prestare attenzione. E’ inutile inserire in portafoglio un titolo che opera compensazione scadente tra 5 anni, se le minusvalenze nello zainetto fiscale scadono tra 3 anni.
Per i fondi e gli ETF non si opera la compensazione, mentre gli unici titoli con cui si attua piena compensazione, anche sulle cedole, sono i certificati e gli altri derivati, prodotti molto più complessi a cui accedere con cautela, specialmente se l’investitore non è professionale.
Mi sono specializzata su questo argomento cercando metodi validi e poco rischiosi per il cliente di attuare la compensazione fiscale, ce ne sono molti sul mercato, anche a capitale garantito.
Se sei interessato ad un’analisi della tua posizione fiscale, contattami senza impegno per una consulenza al 3318420067, info@orsolarea.it oppure attraverso la sezione contattami del sito internet www.orsolarea.it.
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