Come sviluppare la concentrazione nello sport


La psicologia dello sport promuove la sana crescita dell’individuo, il superamento di ostacoli, il migliorare la comunicazione con gli altri e con il proprio corpo
Come sviluppare la concentrazione nello sport


La psicologia dello sport, secondo Orlick (1989), promuove la sana crescita dell’individuo, l’andare oltre i limiti personali, il superamento di ostacoli, il migliorare la comunicazione e con gli altri e con il proprio corpo, in modo da raggiungere delle prestazioni soddisfacenti.

Oggigiorno ci si rende sempre più conto che per ottenere dei risultati di un certo livello e di qualità non sono fondamentali solo le caratteristiche fisiche e le relative prestazioni, ma anche una congrua preparazione mentale.

Si può dire, a mio personale parere, che si sia formata una triangolazione, i cui vertici vedono figure particolari, quali: l’atleta, l’allenatore sportivo (coach sportivo) ed il preparatore mentale (mental coach o psicologo sportivo).

Avere un buon livello e una buona capacità di concentrazione sono fondamentali durante l’allenamento e durante la perfomance agonistica vera e propria, sia che si tratti di uno sport individuale che di uno sport di squadra, nonostante ci siano le dovute differenze.

Il poter entrare in uno stato flow, cioè di flusso, e realizzare la propria peak perfomance, richiede un buon autocontrollo, un livello di arousal intermedio e concentrazione, nonché altre caratteristiche: un feedback immediato, obiettivi chiari, equilibrio tra la consapevolezza delle proprie capacità personali (aggiungo anche un adeguato dialogo interno) e la sfida da realizzare, che non deve essere né troppo elevata, per evitare la frustrazione, né troppo facile, per evitare la noia, avere un adeguato locus of control, né proiettato troppo all’esterno, né troppo interiorizzato, in ultimo, ma non ultimo, una reale e solida motivazione intrinseca.

Tutto questo permette di vivere il qui ed ora completamente immersi nel flusso della prestazione sportiva, riuscendo a ricavarne divertimento, piacevolezza e appagamento.

Durante le situazioni sportive e non solo, il nostro organismo è attratto da vari stimoli, sia interni che esterni, che devono essere selezionati, si comprende bene che la concentrazione è la capacità di focalizzare l’attenzione solo su quelli più funzionali al compito che si deve svolgere.

Il poter sviluppare l’attenzione selettiva aiuta moltissimo a trovare l’equilibrio tra azioni automatizzate, oramai consolidate, e quelle controllate.

La concentrazione passiva si ha quando si sospende qualsiasi sforzo e l’eliminazione dell’attenzione permette una non volontà di atteggiamento. Ha degli stadi ben precisi, che si rifanno alle fasi dell’apprendimento: incompetenza consapevole, incompetenza consapevole, competenza consapevole, competenza inconsapevole, in cui oramai quanto appreso è diventato un automatismo.

Lo stesso deve accadere con la capacità di concentrazione, di focalizzarsi in modo automatico sul compito da svolgere, escludendo dal campo d’azione quanto non serve.

Ci sono varie modalità per incrementare la concentrazione passiva: attività di rilassamento, utili per prendere consapevolezza della propria tensione muscolare e in attività e a riposo, si suddividono in: muscle to mind, in cui si parte da sensazioni corporee, per arrivare alla mente, esercizi di respirazione e rilassamento progressivo, tra cui gli esercizi di Jacobson; mind to muscle, in cui l’attività mentale produce delle risposte psicobiologiche che avviano il rilassamento, ad esempio mindfulness, visualizzazione, training autogeno, ipnosi, autoipnosi.

 

Articolo del:


di Anita Alberti

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