Come vendere su Amazon ed Ebay
Tutto quello che c'è da sapere se si vuole vendere on line su Amazon ed Ebay
In Italia le vendite on line sono state introdotte e disciplinate dal Decreto Bersani (art. 21 D.lgs 114/98). Dal punto di vista normativo rientrano tra il novero delle vendite a distanza e non si differenziano dagli altri tipi di vendita. Negli ultimi anni, sono molti i titolari di negozi che pur avendo una sede fisica della propria attività, decidono di ampliare la propria rete di vendita, ususfruendo di portali come Amazon ed Ebay, che consente loro di offrire i propri prodotti e servizi ad un bacino di utenza enorme, senza dover affrontare i costi legati all'apertura di un proprio sito di shop on line. Proprio i ridotti costi, spingono anche molti giovani ad entrare nel mondo della vendita on line tramite tali siti.
Di regola, se la vendita di beni ha carattere occasionale e non professionale, non ci sono particolari obblighi da ossevare se non quello di rilasciare apposita ricevuta al cliente, ove indicare il bene ceduto ed il corrispettivo pattuito. Non si soggiace nemmeno a limiti oltre i quali è necessario aprire una propria partita iva. Basta solo che l'attività non abbia carattere continuativo.
Chi decide di vendere su Amazon o Ebay in maniera abituale, invece, deve sapere che sta svolgendo una vera e propria attività commerciale che è regolamentata dalla legge sull'Iva, Dpr 633/72 e per essere in regola deve rispettare alcuni passaggi, indipendentemente dai propri ricavi o dagli ordini che consegue.
I passaggi sono i seguenti:
1. Apertura della propria partita Iva, presentando all'Agenzia delle Entrate il modello AA7/11, indicando il codice attività ATECO 47.91.10 "Commercio al dettaglio di qualsiasi prodotto effettuato via internet"; E' necessario effettuare una scelta anche in riferimento al regime fiscale prescelto, che ricadendo in alcuni requisiti, può essere un regime agevolato dal punto di vista degli adempimenti formali e dell'imposta da applicare sui ricavi, come il regime forfettario.
2. Compilazione della SCIA, la comunicazione di inizio attività da inviare allo sportello unico delle attività produttive ( S.U.A.P.) del comune ove ha sede l'attività che in questo caso è il comune ove si ha la residenza;
3. Iscrizione al Registro delle Imprese, presso la Camera di Commercio che rilascerà un numero identificativo (il costo dell'iscrizione si aggira intorno ai € 100;00);
4. Iscrizione all'Inps nella sezione gestione commercianti. Tale gestione prevede il pagamento di quattro rate annuali di contributi fissi di circa €. 900 ciascuna, se non si superano i €. 15.000 di reddito annuo. Tali contributi sono dovuti obbligatoriamente a prescindere dal reddito percepito dall'attività.
Un aspetto importante da considerare è quello legato alla prevalenza dell'attività. Tali contributi sono dovuti dai soggetti che effettuano E-commerce, come attività prevalente. Questo significa, in pratica, che da tale contribuzione sono esonerati soggetti che sono già iscritti alla gestione previdenziale dei lavoratori dipendenti a tempo indeterminato. Questo perché è prevalente l'attività di lavoro dipendente rispetto a quella dell'attività imprenditoriale.
Di regola, se la vendita di beni ha carattere occasionale e non professionale, non ci sono particolari obblighi da ossevare se non quello di rilasciare apposita ricevuta al cliente, ove indicare il bene ceduto ed il corrispettivo pattuito. Non si soggiace nemmeno a limiti oltre i quali è necessario aprire una propria partita iva. Basta solo che l'attività non abbia carattere continuativo.
Chi decide di vendere su Amazon o Ebay in maniera abituale, invece, deve sapere che sta svolgendo una vera e propria attività commerciale che è regolamentata dalla legge sull'Iva, Dpr 633/72 e per essere in regola deve rispettare alcuni passaggi, indipendentemente dai propri ricavi o dagli ordini che consegue.
I passaggi sono i seguenti:
1. Apertura della propria partita Iva, presentando all'Agenzia delle Entrate il modello AA7/11, indicando il codice attività ATECO 47.91.10 "Commercio al dettaglio di qualsiasi prodotto effettuato via internet"; E' necessario effettuare una scelta anche in riferimento al regime fiscale prescelto, che ricadendo in alcuni requisiti, può essere un regime agevolato dal punto di vista degli adempimenti formali e dell'imposta da applicare sui ricavi, come il regime forfettario.
2. Compilazione della SCIA, la comunicazione di inizio attività da inviare allo sportello unico delle attività produttive ( S.U.A.P.) del comune ove ha sede l'attività che in questo caso è il comune ove si ha la residenza;
3. Iscrizione al Registro delle Imprese, presso la Camera di Commercio che rilascerà un numero identificativo (il costo dell'iscrizione si aggira intorno ai € 100;00);
4. Iscrizione all'Inps nella sezione gestione commercianti. Tale gestione prevede il pagamento di quattro rate annuali di contributi fissi di circa €. 900 ciascuna, se non si superano i €. 15.000 di reddito annuo. Tali contributi sono dovuti obbligatoriamente a prescindere dal reddito percepito dall'attività.
Un aspetto importante da considerare è quello legato alla prevalenza dell'attività. Tali contributi sono dovuti dai soggetti che effettuano E-commerce, come attività prevalente. Questo significa, in pratica, che da tale contribuzione sono esonerati soggetti che sono già iscritti alla gestione previdenziale dei lavoratori dipendenti a tempo indeterminato. Questo perché è prevalente l'attività di lavoro dipendente rispetto a quella dell'attività imprenditoriale.
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