Come viene calcolata la prestazione lavorativa di un traduttore


Il ruolo del traduttore nell'informazione globale e il saper interpretare nel mondo globale 2.0
Come viene calcolata la prestazione lavorativa di un traduttore

L'interpretazione del mondo attiene alla percezione intima e soggettiva delle relazioni sociali. L'uomo sin dagli albori della sua esistenza, ha sentito il desiderio di comunicare. Passare dai segnali di fumo agli emoticon di facebook è un cammino lungo qualche migliaio di anni. Solamente che la distanza non viene più calcolata in chilometri, ma in megabytes.

Se ci fosse Aristotele in questo momento tra noi, definirebbe l'uomo un "animale social" più che sociale. Gesù Cristo predicherebbe su you tube o in diretta live su facebook, non più nella sinagoga o nel tempio di Gerusalemme e il pubblico dei social networkers farebbe a gara per mettere quanti più like possibile alla sua crocifissione, fregandosene di Pilato e dei Romani, anzi, sicuramente mettendoli alla gogna come razzisti e pluriomicidi, a suon di commenti, con l'"a" senza la "h".

L'interprete, ovvero la persona atta a decodificare i messaggi provenienti dal mondo reale, non assurge più a semplice spettatore e a testimone passivo degli eventi, il cui ruolo è semplicemente quello di trasmettere AUTOMATICAMENTE il contenuto di un messaggio. Egli, ne diventa, invece, l'attore principale, e per essere più precisi il fautore della comunicazione nel mondo globale 2.0. Per questo motivo il suo livello di preparazione deve essere oggi più che mai multitasking.

Non bastano, infatti, tutti i corsi di laurea, i Master in Traduzione e Interpretariato, ma quello che conta è essere in grado di "entrare nella storia". La comunicazione gli chiede di trasformare semplici segnali di fumo o meglio emoticon, in potenziali like commerciabili per questa o quell'altra azienda, con il suono delle sue parole e a colpi di tipying. Le parole, allora, hanno un peso e un valore inestimabile nella comunicazione del mondo post-moderno.

Sia a livello parlato che a livello scritto, l'interprete è sempre più coinvolto nella realtà circostante, perché dalla sua traduzione o interpretazione del messaggio dipendono le sorti di una trattativa commerciale, come di un moltiplicatore infinito di richieste da parte di clienti "globali" che generano profitti. Lui, però, rimane nell'ombra del ghost writer, dell'anonimato, del non definito. Alla fine, esce dalla cabina di interpretariato o chiude il suo computer portatile, sperando che un giorno, il suo "volontario" sforzo di cambiare il mondo, venga lautamente ricompensato.

Intanto, la forte competitività, giocata a suon di ribasso più totale e svilimento della sua professione, si "traduce" in un enorme profitto da parte delle agenzie di traduzioni e dei committenti internazionali che li scovano negli anfratti più nascosti di paesi dove il cambio euro/ altra moneta sia il più vantaggioso possibile per le committenze. Il malcapitato/la malcapitata inonda i server delle agenzie di traduzioni e di interpretariato di migliaia di curricula e di lettere di presentazione, dove quello che conta è la tariffa, al prezzo più basso e il numero di parole (spazi inclusi) in grado di tradurre ogni mezz'ora.

Immediatamente i poveri sventurati vengono intrappolati nella rete di agenzie scammers o di committenti assetati di profitto che li schiavizzano a suon di promesse di "essere richiamati e di avere un rapporto a lungo termine", se riescono a consegnare la traduzione scritta o a svolgere il lavoro di interpretariato in pochissimo tempo e quanto più preciso possibile. Altrimenti, non solo si rischia che il tempo perso non venga corrisposto, ma addirittura di essere citati per danni di immagine dall'azienda committente.

Le aziende di comunicazione internazionale invece, si basano su un vero e proprio piano di reclutamento dei traduttori e degli interpreti, che non vengono affatto selezionati in base alla coppia delle lingue coinvolte, o per il solo fatto di essere madrelingua, ma in base alla qualità del curriculum vitae e della lettera di presentazione che espongono come "trofeo" il più delle volte senza "senso" alle aziende committenti.

Tutto il percorso di studi, e le competenze acquisite si misurano in quel pezzo di carta elettronica 2.0. Per questo motivo un'azienda di comunicazione internazionale 2.0. non cestina mai i curricula e le lettere di presentazione, ma le analizza minuziosamente, ivi compreso il più piccolo errore ortografico o di battitura che in questo lavoro può risultare fatale.

Nel 2020 molti addetti ai lavori, infatti, non riescono a capire che non basta avere conseguito la laurea nella più prestigiosa scuola internazionale per essere assunti e lavorare con professionalità. Per fare questo si tengono in considerazione moltissimi aspetti psicologici che trapelano nel vissuto lavorativo di un qualunque interprete e traduttore. Perché quello che conta per un'azienda di comunicazione internazionale è la soddisfazione del cliente, non il profitto che ne può derivare, magari da una singola commessa. Per potere fare questo bisogna assolutamente possedere una conoscenza 2.0 della propria lingua madre, nei diversi gradi e nei diversi linguaggi che l'interpretariato del momento o la specifica di traduzione richiedono.

Nel mondo competitivo globale, dove tutti, ma proprio tutti si improvvisano traduttori o interpreti, magari per il solo fatto di vivere all'estero, quello che conta è saper fare la differenza. La velocità e la competitività sono elementi fondamentali, ma non a tal punto da mercantilizzare e da subclassare il ruolo dell'interprete o del traduttore a macchina automatica "fabbricante di soldi" per gli altri. Il traduttore o l'interprete, come qualsiasi attore linguistico, devono sentirsi fautori della comunicazione e parte attiva del gioco comunicativo. Un'azienda di comunicazione internazionale richiede quell'umanità, se ce ne fosse rimasta ancora, capace di chiudere le più difficili trattative, con la modulazione della voce, il gioco degli alti e bassi dei toni; la capacità di sapere convincere modulando la voce e persuadendo l'altra parte.

In questo modo, ad esempio, la lettura del curriculum vitae e della lettera di presentazione mira ad estrapolare le qualità intrinseche del candidato/candidata, individuando, tra gli altri quelle competenze orali o scritte, a seconda dei casi, in cui egli/ ella si sentono più padroni e in cui mettono maggiore passione e incisività.

Perché il traduttore e l'interprete sono tutt'altro che ghost writers, essi sono persone, nella cui capacità risiede l'anima delle aziende pubbliche, private, di comunicazione internazionale e non, che li richiedono.

Per l'interprete l'arma è la voce, per il traduttore la penna. Un'azienda di comunicazione internazionale richiede che un interprete e traduttore possieda come requisiti essenziali la voce e la sua mano.

Lasciamo l'utilizzo dei CAT tools (CAT sta per Computer Assited Translation), alle traduzioni commerciali ed agli e-commerce, dove quello che conta è effettivamente il volume delle parole e la ripetitività di un medesimo lemma all'interno del testo.

Considerati questi iniziali elementi, il guadagno successivo di ciascun interprete e traduttore viene da sé. Se si valutano queste considerazioni preliminari, il lavoro dell'interprete e traduttore inizia ad arricchirsi di senso, e anche una committenza basata sul contributo professionale volontario, può diventare un trampolino di lancio necessario per guadagnare un posto di onore.

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di Romina Termite

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