Comparabilità prestazioni energetiche nella GDO


Paragonare le prestazioni energetiche di supermercati è sempre più complesso: richiede notevole esperienza o lo sviluppo di un modello energetico.
Comparabilità prestazioni energetiche nella GDO
Con l’introduzione del DL 102 del 2014 vi è stata una vera esplosione di interesse per le Diagnosi Energetiche (DE) sia nell’industria che nel terziario; l’attività è stata ovviamente quasi spasmodica nel 2015 data la scadenza di fine anno per la presentazione delle DE all’ENEA, ma il concetto di dover effettuare DE con sistematicità soprattutto nelle Grandi Imprese, sembra sostanzialmente acquisito. E’ di conforto sentire dall’ENEA che l’Italia nel panorama europeo è fra i paesi più diligenti ed attivi su questo piano, con oltre 10.000 DE consegnate a fine 2015.
C’è da augurarsi che questo sforzo non solo continui, ma soprattutto dia il via ad almeno buona parte degli interventi di efficientamento che le DE hanno evidenziato: sarebbe un motore per investimenti ed occupazione davvero non trascurabile.
Negli ultimi 2-3 anni ho avuto a che fare con DE di varia dimensione e natura in oltre 50 casi nella Grande Distribuzione (GDO) dal supermercato di 200 m² di area vendita all’Ipermercato o al Centro Commerciale di oltre 10.000 m²; un’antologia da cui trarre qualche spunto di riflessione.
Una buona antologia di casi dello stesso settore e con dati recenti dovrebbe permettere buona comparabilità degli Indici di Prestazione Energetica (IPE), da cui distinguere i casi "buoni" da quelli "cattivi" sul piano delle prestazioni energetiche. Per un energetico individuare i casi prioritari su cui intervenire è obiettivo praticamente permanente.

Dalla banca dati raccolta emerge invece la sempre più difficile comparabilità dei casi: utenze apparentemente buone sul piano energetico sono invece scadenti, e viceversa; ci vuole un vero esperto di energia per ricostruire condizioni di equa comparabilità.
Qualche considerazione illustrativa.
Il consumo specifico di energia elettrica di un supermercato decresce al crescere dell'area vendita; può essere buono un consumo specifico di 700 kWh/m² anno per un supermercato di 500 m² di area vendita, e mediocre il consumo specifico di 600 kWh/m² anno per un ipermercato da 5000 m².
Vi sono oggi nella GDO utenze con apertura alla vendita fra 4200 e 5000 h/anno, ma ve ne sono anche con apertura continua (~8.650 h/anno). E' chiaro che la vendita continua comporta un maggior consumo, quanto meno per illuminazione e climatizzazione; pertanto il maggior consumo di un supermercato con vendita continua non è necessariamente indice di "cattivo" comportamento energetico.
Un supermercato di 10 anni fa ha tipicamente IPE decisamente superiori a quelli di casi più recenti e dunque nei confronti si tiene conto di norma di un fattore "età" degli impianti. Ma ciò non è più applicabile se una parte degli impianti ha subìto interventi per risparmio energetico. Assumendo il 2010 come soglia orientativa, vi è oggi un numero praticamente illimitato di possibilità di intervento su impianti che risalgono a prima di quella data.

E ciò su tutta l'impiantistica di base (illuminazione, freddo alimentare BT e TN, climatizzazione), ossia su almeno l'80% del consumo totale di energia elettrica, che in questo settore supera il 90% del consumo energetico totale.
L'elenco dei fattori da tenere in conto per una corretta comparabilità del comportamento energetico di supermercati diversi ne contiene parecchi altri, ma quanto esposto è sufficientemente rappresentativo per comprendere la problematica del raffronto.
A mio parere è forse arrivato il momento di mettere insieme un gruppo di studio con l'obiettivo di sviluppare una sorta di "modello energetico" del supermercato e dell'ipermercato (credo convenga analizzarli separatamente), che permetta equo confronto del comportamento energetico di supermercati diversi per dimensione, impiantistica, condizioni di esercizio e localizzazione.

Un simile modello, oltre a permettere di identificare realisticamente i buoni ed i cattivi comportamenti energetici, consentirebbe fra l'altro di quantificare per simulazione gli effetti di modifiche gestionali, di singoli interventi per risparmio energetico, etc.

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di ing. Stefano Manfredi

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