Confiscabilità dei beni di una società
In materia di reati tributari, quando sono confiscabili per equivalente i beni di una società. Nota a margine CASS. PENALE SEZ. III, ORD. N. 24927/15
Ancora una volta la suprema Corte di Cassazione è stata chiamata a rispondere al quesito se, i beni di una società possano essere sottoposti a confisca in casi di reati fiscali commessi dal suo legale rappresentante.
Ebbene, la Cassazione con l'ordinanza n. 24927 del 15 giugno 2015 ha precisato che, in caso di violazioni fiscali commesse dal legale rappresentante di una società, è possibile procedere al sequestro preventivo finalizzato alla confisca per equivalente nel caso in cui la persona giuridica sia in concreto priva di autonomia.
La suprema Corte nel confermare il principio sopra enunciato ha fatto espressamente richiamo alla recente sentenza delle Sezioni Unite penali (105/14).
Le sezioni Unite, infatti, erano state sollecitate a risolvere il contrasto sorto in seno alla Cassazione in ordine alla questione "se sia possibile o meno aggredire direttamente i beni di una persona giuridica per le violazioni tributarie commesse dal legale rappresentante della stessa."
Contrasto risolto con la citata pronuncia ed il cui principio si può così riassumere: "la confisca per equivalente dei beni di una persona giuridica, in caso di reati tributari commessi dal suo legale rappresentante deve essere esclusa, salva l’ipotesi in cui la persona giuridica stessa sia in concreto priva di autonomia e rappresenti un apparato fittizio, uno schermo attraverso cui il suo amministratore agisce come effettivo titolare dei beni".
Ebbene, la Cassazione con l'ordinanza n. 24927 del 15 giugno 2015 ha precisato che, in caso di violazioni fiscali commesse dal legale rappresentante di una società, è possibile procedere al sequestro preventivo finalizzato alla confisca per equivalente nel caso in cui la persona giuridica sia in concreto priva di autonomia.
La suprema Corte nel confermare il principio sopra enunciato ha fatto espressamente richiamo alla recente sentenza delle Sezioni Unite penali (105/14).
Le sezioni Unite, infatti, erano state sollecitate a risolvere il contrasto sorto in seno alla Cassazione in ordine alla questione "se sia possibile o meno aggredire direttamente i beni di una persona giuridica per le violazioni tributarie commesse dal legale rappresentante della stessa."
Contrasto risolto con la citata pronuncia ed il cui principio si può così riassumere: "la confisca per equivalente dei beni di una persona giuridica, in caso di reati tributari commessi dal suo legale rappresentante deve essere esclusa, salva l’ipotesi in cui la persona giuridica stessa sia in concreto priva di autonomia e rappresenti un apparato fittizio, uno schermo attraverso cui il suo amministratore agisce come effettivo titolare dei beni".
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