Consulenza e mercati

Questo mio nuovo articolo intende mettere in luce ulteriori verità incontrate durante lo svolgimento della mia professione. Inizio con importanti punti su cui riflettere per comprendere l’attività del Consulente Finanziario:
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la differenza tra il cliente seguito da consulente finanziario e chi non lo è;
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l’importanza di essere seguito da consulente finanziario;
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l’importanza di partecipare agli inviti a riunioni e a Web Conference;
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l’importanza di fissare una data di incontro successiva alla riunione e di parteciparvi.
C’è un enorme differenza dovuta alla cresciuta complessità del mercato finanziario: 30-50 anni fa era relativamente facile costruirsi un asset allocation (ovvero un’allocazione di titoli) da cui ottenere un discreto rendimento a fronte di un pressoché basso livello di rischio o almeno creduto tale. Quell’asset allocation era costituita da qualche azione, da qualche obbligazione e in quantità preponderante dai titoli di stato c’erano gli investitori cosiddetti “BOT People”.
Oggi, una simile costruzione non è più sufficiente. La cresciuta complessità riguarda principalmente la correlazione tra gli strumenti finanziari, e la percezione del rischio, anzi, il rischio è il fattore principale di un portafoglio. Deve essere considerato prima delle performance perché, può esserci una performance elevata, ma se la volatilità del portafoglio - misurabile mediante l’indice Vix (Volatility Index) anche noto come “indice della paura” - non è sopportabile dall’investitore, quella performance alla fine perde il suo appeal e scompare dato che, solitamente, ricordiamo bene i cali più che i risultati positivi ottenuti.
Ecco che la figura del Consulente Finanziario diviene fondamentale e necessaria per navigare serenamente nel complesso mare dei mercati finanziari ove è presente un massiccio e rapido flusso di informazioni: “Informazioni che non sempre sono tutte utili e utili a tutti”. Quindi, il ruolo del consulente è un po’ quello di trait d’union tra l’enorme e rapido flusso di informazioni e le concrete esigenze del cliente.
Sostanzialmente, un Portafoglio di Investimento deve comunque:
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seguire regole e normative (anche specifiche);
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rispettare gli aspetti di correlazione tra gli strumenti che lo compongono;
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concentrarsi sul controllo del rischio;
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essere adeguato e coerente con gli obiettivi del cliente;
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essere, dunque, un portafoglio su misura corretto per il rischio prima ancora che sulle performance.
Cinque punti, “punti-base” che, a ben vedere, sono comuni - con le opportune modifiche - a molteplici aspetti quotidiani anche non strettamente finanziari ma semplice buon senso applicato al campo finanziario, che detto così, sembrerebbe semplice da poter affrontare da soli però impossibile, invece, affrontarlo senza maggiori oneri magari dovuti a presunzioni inappropriate di chi solitamente afferma non aver bisogno del consulente. Purtroppo si sono viste e vissute amare conseguenze di tali presunzioni (o comportamenti di sovra confidenza in se stessi).
Da ciò, mi piace definire un piano di investimento come il contenitore o salvadanaio della serenità e dell’equilibrio del consumatore.
Definizione che sottintende che la consulenza finanziaria è professionale, perché serve ad evitare il “noto”, ovvero conoscenze, provenienti dall’amico o dal cosiddetto “cugino”, parlando o condividendo articoli non sempre di validità comprovata, delineandosi quindi una sorta di modalità del “detto o letto” senza consapevolezza ma seguendo il gregge.
Dunque, ho parlato di ruolo del consulente finanziario, ora definiamo la funzione del consulente finanziario che è analoga a quella del medico: un bravo medico non utilizza una cura/terapia indifferenziata per qualunque paziente, solo perché ha fatto bene ad un paziente non è detto che fa bene anche ad un altro, a te. Semplificando estremamente, non è qui il mio campo, anche una semplice aspirina non è compatibile per tutti.
La differenziazione di cure e terapie in campo medico esiste dunque in campo finanziario ed per questo che è importante approfondire, attraverso riunioni e conferenze. Riunioni che intendono delineare:
1) il quadro macroeconomico comprendere i comportamenti di governi e banche centrali sia chiaro senza entrare nella politica per cui non sono assolutamente portata e neppure lo desidero;
2) il quadro microeconomico delle imprese o di Main Street capire come riuscire a far quadrare i propri bilanci specie dopo un anno come quello appena passato, e capire come la recente ripresa delle valutazioni dei titoli/valori mobiliari sia da interpretare (qui entra in causa l'attività dei gestori), quindi, anche, per comprendere se ci sono e quali siano i rischi di ricaduta, se e quando sarà effettivo il rischio di ripresa dell’inflazione, e infine, se la “nuova normalità” sarà ancora sostenuta da governi e da banche centrali considerando l’importante aspetto demografico e/o migratorio della popolazione che invecchia e emigra (qui si entra nel campo del sociologo, della sociologia).
Quindi, riunioni e conferenze sono importantissime in quanto rappresentano un’analisi a 360° circa cosa sta succedendo nel mondo di Main Street e quale impatto può avere su Wall Street. Da sempre Main Street non è tutto lineare e ordinato come potrebbe sembrare e, conseguentemente, il sistema finanziario e degli investimenti ha l’arduo compito fondamentale di prosperare in un mondo disordinato e non lineare cercando di correggere le diverse anomalie sempre più frequenti e veloci che si presentano
Dunque, velocità, elevata frequenza delle informazioni e enorme complessità dei mercati sono il motivo per cui non possiamo escludere l’affiancamento del Consulente Finanziario al fine di gestire bene i nostri risparmi, proteggerli e permettere continuità di valore allo stipendio nonché investire con consapevolezza.
Vi invito ad aprire il collegamento per richiedere la consulenza perché, fintanto che non ci si incontra non si può conoscere realmente qualcosa e tanto meno qualcuno. Non si può dire di conoscere qualcuno per sentitone parlare o per lettone un suo libro o un suo articolo o ancora lo si sia visto in TV o sentito in un’intervista radio; se non c’è ancora stato incontro e ascolto vero insieme a quella medesima persona, semplicemente, non c’è ancora nessuna conoscenza, figuriamoci agire e provvedere o procedere a fare.
Concludo lasciandovi un'importante riflessione oltre ad un compito:
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La riflessione riguarda l'enorme divario tra il sentire e l'ascoltare. Come tra il visto in TV o il letto in un articolo o il comunicato dell'amico, il noto "cugino" e l'incontro o il toccato/verificato concretamente. L'incontro reale è tangibile, l'articolo o il libro o anche la Tv o la radio non lo è esattamente.
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Il compito è la semplice e importante azione sul pulsante "Richiedi una consulenza in studio".
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