Mercati finanziari, cosa è successo a febbraio

La storia viene riscritta all'alba del 24 febbraio. La Russia invade l’Ucraina, ex satellite di quell'Unione Sovietica che Vladimir Putin pare voler ricostituire. La guerra, piombata all'improvviso come una scure sul popolo ucraino, riporta, con la sua atavica brutalità, il mondo indietro di ottant’anni, con l'aggravante della minaccia di un attacco nucleare.
Questo sanguinoso conflitto, inoltre, peggiora le prospettive di un'annata partita ad handicap per i listini azionari e ridimensiona tutte le questioni che fino al giorno prima avevano tolto il sonno agli investitori: l'inflazione, le prossime strette monetarie delle Banche Centrali, il rallentamento della crescita economica.
Ogni altro argomento si dissolve dinanzi al dramma di Kiev e alla possibilità di uno scontro a carattere planetario. È troppo presto per tentare di comprendere l'evoluzione degli eventi. Sul piano militare lo squilibrio delle forze in campo è schiacciante, ma l'aggressore non penetra come vorrebbe e la resistenza dell'aggredito è eroica; sul piano politico non sembrano esserci molti margini di trattativa, né tra le nazioni belligeranti, né tra Russia e blocco NATO, che assiste sgomento e impotente. Sul fronte finanziario, invece, le sanzioni applicate a Mosca possono lasciare il segno, benché non sul breve termine.
Sullo sfondo di questa immane tragedia domina l'incertezza, nemica dei mercati, che si affannano a cercare appigli per non cedere allo sconforto. Le Borse scendono, mentre si rinnova l’interesse per le obbligazioni. Ma sono soprattutto le materie prime l’ambìto oggetto del desiderio. L'incremento della domanda è colossale, al pari della riduzione dell'offerta.
Pessima notizia per il carovita, il cui livello, già considerevole, è destinato a salire ulteriormente. Maggior inflazione implica minor crescita: questa equazione complica il processo decisionale delle Banche Centrali, alle prese con un dilemma sempre più arduo da risolvere: in che modo premere la leva dei tassi per abbassare la febbre? Marzo sarà, quindi, un mese cruciale per Fed e BCE.
Stravolta dalle recenti vicende belliche, l'economia lancia segnali comunque positivi: si completa con buoni risultati la sessione delle trimestrali societarie USA, ma permane la debolezza di Wall Street e del suo indice di riferimento, quello tecnologico.
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