Così gli alberi salveranno le città
Vicino a una pianta si misura dal 7 al 24% in meno di particolato.
Lo rivela uno studio condotto in 245 metropoli
Lo rivela uno studio condotto in 245 metropoli
Gli alberi in città sono un’assicurazione per la salute e un modo economico di combattere l’inquinamento. E’ il messaggio di uno studio pubblicato dall’associazione americana The Nature Conservancy, che ha studiato la distribuzione del verde in 245 città del mondo per stimare gli effetti benefici per gli abitanti. Che sono soprattutto due: la rimozione dall’aria del particolato prodotto dal riscaldamento domestico e dal traffico urbano, e la riduzione del calore eccessivo dovuto alle superfici urbane, così diverse da quelle naturali, e al fatto che nelle città l’acqua, imprigionata in condutture ed edifici, non può mitigare il clima come succede negli spazi extraurbani.
Un albero può ridurre il particolato nell’aria che lo circonda in una percentuale che va dal 7% al 24%. Se contiamo anche l’effetto mitigante che il verde ha sulla diffusione del calore nelle città d’estate, fattore di rischio per gli anziani, stimiamo che se ogni cittadino delle 245 città studiate contribuisse con 4 dollari alla piantumazione di alberi in città, si potrebbero salvare 36.000 vite all’anno. Numero notevole, ma ancora troppo piccolo, considerando la stima di 3,2 milioni di decessi all’anno, nel mondo, imputabili al particolato fine, ossia quello composto da particelle con diametro inferiore a 2,5 micron".
La stima è molto ottimistica e va presa con le pinze, ma gli effetti del verde nella cattura del particolato sono dimostrati: diversi studi mostrano che le particelle che vengono a contatto con le foglie, aderiscono alla loro superficie e non ritornano nell’aria e inoltre, quando c’è sufficiente umidità e le foglie tengono gli stomi aperti, gli inquinanti possono essere assorbiti dentro la pianta stessa. Però conta moltissimo il modo in cui il verde urbano è distribuito: I benefici degli alberi sono locali e circoscritti, questo è chiaro: valgono soprattutto entro un raggio di una decina di metri.
Ecco perché non basta piantare alberi nelle città - seppure non siano mai abbastanza - ma è importante dislocarli in quei punti dove il beneficio per i cittadini è massimo: ad esempio laddove ci sia molto passaggio pedonale, dove ci siano scuole o centri di aggregazione. E la rimozione di particolato dal traffico urbano, quando la si intraprende puntando sugli alberi, per avere piena efficacia deve seguire precauzioni legate al design urbano: ad esempio bisogna evitare che le chiome di alberi ai due lati di strade strette e trafficate si tocchino, altrimenti un "effetto tunnel" potrebbe concentrare le emissioni inquinanti trattenendole al livello della strada.
La vegetazione urbana va considerata nel suo aspetto di "multi benefit", insieme di benefici ambientali a 360 gradi: riduzione dell’inquinamento aereo ma anche delle acque e del suolo, sequestro di CO2 dall’aria, riduzione dell’effetto "isola di calore" estivo. Senza contare i benefici psicologici del verde per i cittadini, provati da diversi studi.
Puntare lo sguardo su un singolo effetto, quindi, può essere improprio e non dare una vera misura del valore del verde in città.
Ma l’albero nel momento in cui assorbe le polveri svolge anche centinaia di altri servizi utili all’ecosistema.
Un albero può ridurre il particolato nell’aria che lo circonda in una percentuale che va dal 7% al 24%. Se contiamo anche l’effetto mitigante che il verde ha sulla diffusione del calore nelle città d’estate, fattore di rischio per gli anziani, stimiamo che se ogni cittadino delle 245 città studiate contribuisse con 4 dollari alla piantumazione di alberi in città, si potrebbero salvare 36.000 vite all’anno. Numero notevole, ma ancora troppo piccolo, considerando la stima di 3,2 milioni di decessi all’anno, nel mondo, imputabili al particolato fine, ossia quello composto da particelle con diametro inferiore a 2,5 micron".
La stima è molto ottimistica e va presa con le pinze, ma gli effetti del verde nella cattura del particolato sono dimostrati: diversi studi mostrano che le particelle che vengono a contatto con le foglie, aderiscono alla loro superficie e non ritornano nell’aria e inoltre, quando c’è sufficiente umidità e le foglie tengono gli stomi aperti, gli inquinanti possono essere assorbiti dentro la pianta stessa. Però conta moltissimo il modo in cui il verde urbano è distribuito: I benefici degli alberi sono locali e circoscritti, questo è chiaro: valgono soprattutto entro un raggio di una decina di metri.
Ecco perché non basta piantare alberi nelle città - seppure non siano mai abbastanza - ma è importante dislocarli in quei punti dove il beneficio per i cittadini è massimo: ad esempio laddove ci sia molto passaggio pedonale, dove ci siano scuole o centri di aggregazione. E la rimozione di particolato dal traffico urbano, quando la si intraprende puntando sugli alberi, per avere piena efficacia deve seguire precauzioni legate al design urbano: ad esempio bisogna evitare che le chiome di alberi ai due lati di strade strette e trafficate si tocchino, altrimenti un "effetto tunnel" potrebbe concentrare le emissioni inquinanti trattenendole al livello della strada.
La vegetazione urbana va considerata nel suo aspetto di "multi benefit", insieme di benefici ambientali a 360 gradi: riduzione dell’inquinamento aereo ma anche delle acque e del suolo, sequestro di CO2 dall’aria, riduzione dell’effetto "isola di calore" estivo. Senza contare i benefici psicologici del verde per i cittadini, provati da diversi studi.
Puntare lo sguardo su un singolo effetto, quindi, può essere improprio e non dare una vera misura del valore del verde in città.
Ma l’albero nel momento in cui assorbe le polveri svolge anche centinaia di altri servizi utili all’ecosistema.
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