Da Manager a Libero Professionista


Molti Manager per desiderio o necessità provano l'avventura della libera professione. Ecco gli ostacoli più frequenti che si devono affrontare
Da Manager a Libero Professionista
Nella mia carriera di Coach ho avuto modo di assistere diversi Manager in fase di cambiamento professionale. Questo poteva essere dettato da una propria volontà di fare nuove esperienze, da condizioni di lavoro insostenibili o da un licenziamento. Io stesso, ad un certo punto mi sono trovato a decidere se continuare la mia carriera di Manager o dedicarmi alla libera professione. Per questa esperienza mi sento di poter affermare che si tratta di un passaggio da una professione ad un’altra completamente diversa, e che le competenze manageriali potrebbero non essere sufficienti.
Qui di seguito elencherò (in ordine casuale) quelli che ho riscontrato essere gli ostacoli maggiori.
RIPIEGO. Quella del considerare la libera professione come un ripiego rispetto al non riuscire a trovare un nuovo posto di lavoro è una trappola in cui frequentemente cadono coloro che hanno subito un licenziamento. Il processo che avviene inconsapevolmente nella loro mente è: "Non riesco a trovare un lavoro, allora mi apro uno studio". Questo non risolve nulla, anzi peggiora la situazione. Infatti il non trovare lavoro è - oltre alle condizioni congiunturali - solitamente legato ad un approccio troppo timido nei confronti dei potenziali datori di lavoro: riluttanza a proporsi, incapacità di "vendere" la propria professionalità, rifiuto di fare Marketing di sé stessi. Il fatto è che da liberi professionisti si devono fare esattamente le stesse cose, solo in scala più ampia e non basterà avere una sola risposta positiva, come nel caso della ricerca di lavoro, ma quello sarà solo l’inizio di un’attività di promozione che non finirà mai.
COMPETENZA. Si immagini la situazione di un Manager che ha lavorato per la stessa organizzazione, anche grande, anche importante, per 25 anni e si trovi a decidere di diventare consulente. La persona si sente giustamente e orgogliosamente competente. Ma la sua è una competenza davvero spendibile fuori dall’organizzazione dove è maturata? Un manager che decide di fare il consulente deve essere certo di avere un ampio bagaglio di esperienze per poter offrire a potenziali clienti diversi, soluzioni diverse.
DENARO. Un libero professionista ha un rapporto col denaro molto diverso dal manager, al quale arriva uno stipendio tutti i mesi. Lo "stress da denaro" è qualcosa di sconosciuto al manager, mentre è una delle leve motivazionali più forti per un professionista, che deve saperlo gestire sia in entrata che in uscita, deve saper fare un prezzo di vendita dei propri servizi come programmare investimenti. Certo, da manager potrebbe avere già gestito un budget, ma quando si tratta di soldi propri, la cui gestione ha un impatto anche sulla vita privata, la differenza è enorme.
INCERTEZZA. Il lavoro del consulente vive di "fiammate". Raramente c’è una stabilità. All’inizio si lavora molto - soprattutto in promozione - si spende tanto e si guadagna poco o niente. Poi arriva un progetto e il professionista si dedica all’erogazione, di solito tralasciando la promozione. Quando però il progetto finisce e non si è fatta promozione, ci si ritrova nuovamente a mani vuote. Questo crea un continuo stato di oscillazione tra momenti di grande carica positiva (l’acquisizione di un progetto, la creazione di una soluzione innovativa o l’emissione di una fattura "corposa") e lo sconforto di certi momenti in cui il telefono non suona mai e le finanze che si erodono inesorabilmente.
LIBERTÀ. Bellissima parola. Un vero inno per un libero professionista. Tuttavia la libertà bisogna saperla usare. Tanti manager si rendono conto solo quando escono da un’organizzazione di quanto ci fosse qualcuno che dicesse loro cosa fare, quando e come. Trovarsi da un giorno all’altro a poter fare qualunque cosa spesso blocca la persona, perché non sa da che parte cominciare. Non sa come utilizzare tutta quella libertà e finisce anche per rimpiangere la condizione in cui aveva un capo.
Con tutto questo, fare il passaggio da Manager a Libero Professionista è possibile e, se affrontato nel modo giusto, con il giusto atteggiamento (e magari col supporto di un professionista), spiana la strada ad una vita professionale di grandi soddisfazioni, di cui prendersi tutto il merito.

Articolo del:


di Luca Berni

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