Dal conflitto di coppia alla violenza nella coppia
I più autorevoli studiosi, sul tema “conflitto”, sono concordi nell’affermare che lo stesso sia un fenomeno che troppo spesso viene associato a fenomeni di natura violenta. Identificare, dunque, il conflitto e tracciare un confine chiaro che possa permettere di distinguerlo dalla violenza potrebbe essere d’aiuto al fine di poter individuare e prevenire quegli elementi che danno vita ad una dinamica di violenza domestica. Siamo in una ipotesi di conflitto quando tra due o più persone si genera un contrasto o una divergenza a causa di interessi, valori, bisogni diversi e le stesse faticano a farsi delle concessioni. Un conflitto può, però, generarsi anche a causa di un fraintendimento, di una errata interpretazione o da un’incomprensione. Si tratta comunque di situazioni che hanno ad oggetto contrasti verbali di tipo relazionale che escludono l’uso della forza fisica o di forme di potere che determinano o che possono determinare dei danni, sofferenze, costrizioni o privazioni alla persona così come accade nella violenza.
La violenza, secondo il rapporto dell’Organizzazione mondiale della sanità, il Word Report on Violence and Health, pubblicato per la prima volta nel 2002 e annualmente aggiornato, fa riferimento: “All’utilizzo intenzionale della forza fisica o del potere, minacciato o reale, contro se stessi, un’altra persona, contro un gruppo o una comunità, che determini o che abbia un elevato grado di probabilità di determinare lesioni, morte, danno psicologico, cattivo sviluppo o privazione”.
Un’altra definizione di violenza è quella relativa alla violenza di genere che troviamo nella Dichiarazione delle Nazioni Unite sulla Eliminazione della Violenza Contro le Donne del 1993. La Dichiarazione definisce la violenza contro le donne come “qualunque atto di violenza di genere, o la minaccia di tali atti, che produca, o possa produrre, danni, sofferenze fisiche, sessuali o psicologiche, coercizione o privazione arbitraria della libertà, sia nella vita pubblica che privata delle donne”. Questa definizione mette in evidenza la violenza nella sua dimensione di rapporto di forza tra i sessi e parte dalla constatazione che: “La violenza contro le donne è uno dei principali meccanismi sociali tramite i quali le donne vengono costrette a una posizione di subordinazione rispetto agli uomini, sia in termini di dominio che di discriminazione”. Una situazione questa che avrebbe impedito un vero progresso nella condizione della donna.
Sulla base di queste definizioni, di quella presente nella Convenzione di Instambul e affinché non si generi confusione e allarme nella gestione dei conflitti nell’ambito dei rapporti di coppia distinguiamo:
- Conflitto di coppia
1. Un contrasto, un disaccordo o una divergenza verbale tra una o più persone
2. Difficoltà a farsi delle concessioni
3. Esistenza di un problema
4. La situazione e la relazione possono essere gestite
- Violenza nella coppia:
1) Atti intenzionali che fanno uso della forza fisica o del potere minacciati o reali contro la persona che determinano o che hanno un elevato grado di probabilità di determinare danni o sofferenze fisiche, sessuali, psicologiche ed economiche, la morte, a costringere, a sottomettere, a omettere e a privare della libertà personale.
2) Atti intenzionali aggressivi contro oggetti e animali domestici della vittima.
3) Individuazione del problema nella persona. Si pensa che il problema possa essere eliminato e risolto solo agendo alla fonte, ossia sulla persona che porta il problema.
4) Esistenza di un problema che non può essere gestito
In conclusione il conflitto di coppia si verifica ogniqualvolta lo scopo di uno dei partner è incompatibile con quello dell’altro e la situazione anche se difficile può essere gestita o direttamente o attraverso degli specialisti, mentre si verifica una situazione di violenza nella coppia quando nella coppia si vanno ad instaurare determinati atteggiamenti e comportamenti che sconfinano nell’illegalità e che con il tempo possono assumere una certa ritualità perché tendono a ripetersi anche con le stesse modalità tanto da diventare difficili da respingere perché finiscono per rientrare nella routine quotidiana e nella normale interazione di coppia.
Quanto agli atti che sconfinano nell’illegalità e che rientrano nella violenza domestica ne parleremo più avanti.
Bibliografia:
- Convenzione di Istambul del Consiglio d' Europa sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica, art. 3 lett. a).
- La violenza domestica contro le donne e le bambine, Unicef, N°6-giugno2000, innocenti digest.
- Il numero delle vittime e le forme della violenza, ISTAT.IT-VIOLENZA SULLE DONNE
- Meglio dirsele, Daniele Novara, Bur varia.
- Urlare non serve a nulla, Daniele Novara, Bur varia.
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