Deducibilità delle spese di regia
Secondo la Suprema Corte le spese intercompany sono deducibili se effettivamente usufruite dalla società controllata
La Cassazione, con la sentenza n. 16480 del 18 luglio scorso, ha trattato il tema della deducibilità delle spese di regia.
Con il termine spese di regia, normalmente ci si riferisce ai costi relativi alla gestione contabile e amministrativa. La centralizzazione delle funzioni ha, però, determinato che entrino nella definizione anche altre tipologie di spese, come quelle di ricerca e sviluppo, di marketing, di consulenza legale, per le quali sorgono alcune problematiche.
Con la sentenza è stato stabilito che se la società capofila di un gruppo di imprese, per coordinare le scelte operative delle aziende autonome e per ridurre i costi di gestione, fornisce servizi e cura le attività per altre società, i costi sopportati incombono sulle società che hanno effettivamente ricevuto il servizio.
In questo modo il corrispettivo riconosciuto alla capogruppo sarà deducibile ai fini delle imposte dirette e l’IVA sarà detraibile, di conseguenza la società controllata trarrà dal servizio remunerato un’effettiva utilità (Cass. nn. 26851/2009, 8808/2012).
Il contribuente, dunque, dovrà fornire tutti gli elementi per supportare la deducibilità dei costi sostenuti e per dimostrare di aver usufruito dei servizi prestati dalla società controllante non essendo sufficiente l’esistenza del contratto e la fatturazione degli importi.
Nel caso di specie, inoltre, La Suprema Corte precisa, anche che, la forfetizzazione percentuale dei costi riaddebitati dalla capogruppo alle controllate non è determinante. Le linee guida dell’OCSE sui prezzi di trasferimento per le imprese multinazionali e le amministrazioni fiscali indicano, infatti, che, per le prestazione di servizi infragruppo, la divisione può basarsi sul volume d’affari.
Con il termine spese di regia, normalmente ci si riferisce ai costi relativi alla gestione contabile e amministrativa. La centralizzazione delle funzioni ha, però, determinato che entrino nella definizione anche altre tipologie di spese, come quelle di ricerca e sviluppo, di marketing, di consulenza legale, per le quali sorgono alcune problematiche.
Con la sentenza è stato stabilito che se la società capofila di un gruppo di imprese, per coordinare le scelte operative delle aziende autonome e per ridurre i costi di gestione, fornisce servizi e cura le attività per altre società, i costi sopportati incombono sulle società che hanno effettivamente ricevuto il servizio.
In questo modo il corrispettivo riconosciuto alla capogruppo sarà deducibile ai fini delle imposte dirette e l’IVA sarà detraibile, di conseguenza la società controllata trarrà dal servizio remunerato un’effettiva utilità (Cass. nn. 26851/2009, 8808/2012).
Il contribuente, dunque, dovrà fornire tutti gli elementi per supportare la deducibilità dei costi sostenuti e per dimostrare di aver usufruito dei servizi prestati dalla società controllante non essendo sufficiente l’esistenza del contratto e la fatturazione degli importi.
Nel caso di specie, inoltre, La Suprema Corte precisa, anche che, la forfetizzazione percentuale dei costi riaddebitati dalla capogruppo alle controllate non è determinante. Le linee guida dell’OCSE sui prezzi di trasferimento per le imprese multinazionali e le amministrazioni fiscali indicano, infatti, che, per le prestazione di servizi infragruppo, la divisione può basarsi sul volume d’affari.
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