Demografia e investimenti: più rischi o opportunità
Cosa significa parlare di demografia, applicata agli investimenti e in che modo queste dinamiche possono influire sulle scelte d'investimenti?
Con il termine demografia si identifica quella scienza che studia in modo quantitativo i fenomeni che riguardano lo Stato e i movimenti della popolazione. Come viene fatto? Analizzando una pluralità di indici, quali: densità mondiale, tasso di natalità e mortalità, speranza di vita, tasso di fecondità e transizione demografica.
Mi occupo di finanza e quindi mi interessa capire quale opportunità offra agli attuali investitori lo studio di questi fenomeni, cosa fare e come far comprendere agli investitori certi concetti.
Si vive di più, quindi serviranno più soldi
Una considerazione banale? Assolutamente no.
Entriamo più nei dettagli per capire il contesto nel quale stiamo vivendo e che ripercussioni possono avere le scelte fatte guardando lo specchietto retrovisore, senza la consapevolezza che il campo da gioco sia cambiato.
Le aspettative di vita media a livello globale sono aumentate di 4,6 mesi all'anno a partire dal 1950, passando dai 45,4 a 68 anni e 2 mesi di oggi.
Entro il 2050 si prevede che la popolazione mondiale aumenterà del 30%, superando i 9 miliardi di abitanti (attualmente siamo oltre 7 miliardi).
Si aumenterà un po' ovunque, tranne in Europa, Russia e Giappone e questo deve rappresentare per noi italiani un grande campanello di allarme. Si stima che in Italia nel 2050 ci saranno 1,2 milioni di ultra novantacinquenni. [Fonti: www.ons.gov.uk e populationpyramid.net]
Dove sarà maggiore la crescita?
È nel mondo emergente che si stanno verificando i maggiori incrementi, rendendo queste aree sempre più popolate. Basti vedere le tabelle demografiche a piramide, con base ampia e costituita da giovani e vertice ridotto. Che benefici porterà l'aumento di popolazione?
Innanzitutto la capacità di sostenere sia il sistema pensionistico che quello sanitario, grazie a quello che viene definito "dividendo demografico", ovvero una netta prevalenza di soggetti che consumano, risparmiano e investono, rispetto a coloro che vengono, per così dire, "mantenuti".
In che modo queste dinamiche influiscono nelle scelte di investimento?
Se le aspettative di vita aumentano, appare obbligatoria una modifica di comportamento nell'allocazione dei risparmi dei futuri investitori. Ricordo inoltre che l'attuale contesto di tassi di interesse nel mondo obbligazionario particolarmente bassi (in molti casi parliamo addirittura di interessi negativi) richiede già scelte diverse rispetto ad alcuni anni fa.
Diversificando e allungando l'orizzonte temporale si potrà convivere con una maggiore volatilità che permetterà di attenuare le correzioni che puntualmente arrivano sui mercati finanziari e colmare di conseguenza quel gap con le future pensioni che verranno percepite.
La prima regola da seguire è allungare l'orizzonte temporale dei propri investimenti e inserire in portafoglio attività finanziarie più performanti, tollerando delle oscillazioni sul breve/medio periodo.
La seconda regola consiste nell' attuare una strategia cosiddetta "life cycle", ovvero diminuzione delle attività più volatili con l'avvicinarsi del momento del bisogno correttamente pianificato, inteso magari come la necessità di avere flussi cedolari dal proprio capitale.
C'è un vecchio adagio americano che dice che puoi investire in azioni la differenza tra la tua età e 100. Per i più pigri: se hai 50 anni, il 50% del tuo portafoglio può essere investito sui mercati azionari. Considerate che attualmente, soprattutto in Italia, si fatica a trovare portafogli con quote azionarie superiore al 20%. Restando al contesto italiano, notiamo come stia diventando sempre più problematica la situazione immobiliare che continuerà a risentire della progressiva diminuzione della popolazione e del suo invecchiamento e se a questo aggiungiamo che la percentuale di Pil assorbito da pensioni e sanità raddoppierà nei prossimi anni è evidente la necessità di cambiare le vecchie abitudini e soprattutto di farlo in fretta.
Oggi ho fotografato e analizzato lo scenario dei prossimi anni, successivamente mi occuperò di quali saranno i settori di investimento che più di altri beneficeranno dell’aumento della longevità e dell’aumento della popolazione mondiale.
Mi occupo di finanza e quindi mi interessa capire quale opportunità offra agli attuali investitori lo studio di questi fenomeni, cosa fare e come far comprendere agli investitori certi concetti.
Si vive di più, quindi serviranno più soldi
Una considerazione banale? Assolutamente no.
Entriamo più nei dettagli per capire il contesto nel quale stiamo vivendo e che ripercussioni possono avere le scelte fatte guardando lo specchietto retrovisore, senza la consapevolezza che il campo da gioco sia cambiato.
Le aspettative di vita media a livello globale sono aumentate di 4,6 mesi all'anno a partire dal 1950, passando dai 45,4 a 68 anni e 2 mesi di oggi.
Entro il 2050 si prevede che la popolazione mondiale aumenterà del 30%, superando i 9 miliardi di abitanti (attualmente siamo oltre 7 miliardi).
Si aumenterà un po' ovunque, tranne in Europa, Russia e Giappone e questo deve rappresentare per noi italiani un grande campanello di allarme. Si stima che in Italia nel 2050 ci saranno 1,2 milioni di ultra novantacinquenni. [Fonti: www.ons.gov.uk e populationpyramid.net]
Dove sarà maggiore la crescita?
È nel mondo emergente che si stanno verificando i maggiori incrementi, rendendo queste aree sempre più popolate. Basti vedere le tabelle demografiche a piramide, con base ampia e costituita da giovani e vertice ridotto. Che benefici porterà l'aumento di popolazione?
Innanzitutto la capacità di sostenere sia il sistema pensionistico che quello sanitario, grazie a quello che viene definito "dividendo demografico", ovvero una netta prevalenza di soggetti che consumano, risparmiano e investono, rispetto a coloro che vengono, per così dire, "mantenuti".
In che modo queste dinamiche influiscono nelle scelte di investimento?
Se le aspettative di vita aumentano, appare obbligatoria una modifica di comportamento nell'allocazione dei risparmi dei futuri investitori. Ricordo inoltre che l'attuale contesto di tassi di interesse nel mondo obbligazionario particolarmente bassi (in molti casi parliamo addirittura di interessi negativi) richiede già scelte diverse rispetto ad alcuni anni fa.
Diversificando e allungando l'orizzonte temporale si potrà convivere con una maggiore volatilità che permetterà di attenuare le correzioni che puntualmente arrivano sui mercati finanziari e colmare di conseguenza quel gap con le future pensioni che verranno percepite.
La prima regola da seguire è allungare l'orizzonte temporale dei propri investimenti e inserire in portafoglio attività finanziarie più performanti, tollerando delle oscillazioni sul breve/medio periodo.
La seconda regola consiste nell' attuare una strategia cosiddetta "life cycle", ovvero diminuzione delle attività più volatili con l'avvicinarsi del momento del bisogno correttamente pianificato, inteso magari come la necessità di avere flussi cedolari dal proprio capitale.
C'è un vecchio adagio americano che dice che puoi investire in azioni la differenza tra la tua età e 100. Per i più pigri: se hai 50 anni, il 50% del tuo portafoglio può essere investito sui mercati azionari. Considerate che attualmente, soprattutto in Italia, si fatica a trovare portafogli con quote azionarie superiore al 20%. Restando al contesto italiano, notiamo come stia diventando sempre più problematica la situazione immobiliare che continuerà a risentire della progressiva diminuzione della popolazione e del suo invecchiamento e se a questo aggiungiamo che la percentuale di Pil assorbito da pensioni e sanità raddoppierà nei prossimi anni è evidente la necessità di cambiare le vecchie abitudini e soprattutto di farlo in fretta.
Oggi ho fotografato e analizzato lo scenario dei prossimi anni, successivamente mi occuperò di quali saranno i settori di investimento che più di altri beneficeranno dell’aumento della longevità e dell’aumento della popolazione mondiale.
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