Depurazione acque reflue da industria enologica


Le acque reflue da industria enologica presentano un carico inquinante di natura organica che viene depurato mediante processi biologici aerobici
Depurazione acque reflue da industria enologica
Gli effluenti liquidi da produzione di vino hanno un carico inquinante organico, possono essere depurate mediante processi biologici aerobici, e sono costituiti essenzialmente dalle acque di lavaggio delle attrezzature e degli ambienti di lavoro. Il carico inquinante dovuto alle sostanze organiche, è molto biodegradabile, rapporti BOD5/COD pari a 0,4÷0,7, assenza di composti tossici, persistenti e bioaccumulabili. Le caratteristiche principali sono: -alto contenuto di sostanze solide sospese particulate insolute ed organiche colloidali in soluzione; - fenoli totali; - solfiti; - tensioattivi e soda utilizzati per la detergenza e igienizzazione dei locali e degli impianti. La produzione di reflui in enologia è stagionale e durante l'anno cambia notevolmente per qualità e quantità:
- con la vendemmia (settembre-novembre) scarichi maggiori;
- con i travasi (dicembre-marzo) scarichi inferiori;
- con imbottigliamento/confezionamento/spedizione (aprile-agosto) quasi assenza di scarichi.
In sostanza i 2/3 delle acque reflue sono prodotte nel periodo della vendemmia e dei travasi. In volume i reflui sono così stimati: - circa 1 m3 di refluo per ogni 20 q.li di uva lavorata; - rapporto 1(m3):1(t) fra acqua di lavaggio e vino prodotto. Di frequente gli effluenti liquidi enologici sono in quantità superiore a quanto riportato e quindi i consumi idrici vanno ben calcolati al fine di evitare sotto/sovradimensionamento dell'impianto. Il volume specifico corretto da prendere a base per un progetto di impianto di depurazione di reflui enologici può essere così riassunto: - vendemmia (stagione produttiva/settembre-novembre)2 m3 refluo/1 t vino prodotto - travasi(stagione produttiva/dicembre-marzo)1 m3 refluo/1 t vino prodotto - imbottigliamento/ confezionamento/spedizione stagione non produttiva/aprile-agosto)0,4 m3 refluo/1 t vino prodotto. Da notare che cantine piccole proporzionalmente consumano acqua più delle cantine grandi. Per evitare il sovra/sottodimensionamento si considerano i seguenti fattori: - quantità di uva annualmente lavorata; - quantità di vino annualmente prodotto; - durata della vendemmia; - consumo annuale di acqua; - consumo grionaliero di acqua nel periodo della vendemmia; - consumo giornaliero di acqua nel periodo dei travasi; - consumo massimo giornaliero di acqua; - valore medio giornalierodel COD nel corso dell'anno; valore medio del COD del periodo della vendemmia; valore medio del COD nel periodo dei travasi; presenza di solidi sospesi nel refluo da depurare. Il carico inquinante dei reflui da industria enologica è così caratterizzato: - vendemmia (periodo settembre-novembre) - pH=3,5÷5,5 - Solidi Sospesi Totali=1250 mg/l -COD=20000 mg/l -BOD5=10000 mg/l - Azoto ammoniacale=40 mg/l -Fosforo totale=10 mg/l -Fenoli totali=20 mg/l -Tensioattivi totali=10 mg/l -travasi(periodo dicembre-marzo) -pH=4÷6 -Solidi Sospesi Totali=500 mg/l -COD=10000 mg/l -BOD5=5000 mg/l -Azoto ammoniacale=20 mg/l -Fosforo totale=5 mg/l -Fenoli totali=10 mg/l -Tensioattivi totali=5 mg/l -imbottigliamento/confezionamento/spedizione (periodo aprile-agosto) -pH=6÷8 -Solidi Sospesi Totali=250 mg/l -COD=1000 mg/l -BOD5=500 mg/l -Azoto ammoniacale=10 mg/l -Fosforo totale=2 mg/l -Fenoli totali=2 mg/l -Tensioattivi totali=2 mg/l. Va osservato che sempre lo scarico di cantina ha una bassa concentrazione di azoto e fosforo e, per questo, per il corretto funzionamento del trattamento biologico si aggiungono urea e acido fosforico. Il ciclo depurativo utilizzato prevede un trattamento biologico "a fanghi attivi" a debole carico che riduce al minimo la presenza di cattivi odori e che, con la stabilizzazione del fango nel bacino di ossidazione, consente di ridurre al minimo il volume del fango di supero. Per la grande stagionalità si realizza a monte del trattamento biologico una vasca di bilanciamento/omogeneizzazione/pre-aerazione che, opportunamente dimensionata/attrezzata, consente di affrontare le diverse condizioni operative di gestione tecnica operativa dell'impianto. La vasca di pre-aerazione, se necessario, può essere dimensionata/attrezzata come modulo SBR che, modificando la lunghezza del ciclo biologico in funzione del carico organico applicato, consente di mantenere lo stesso inquinamento residuo nell'effluente depurato. Nell'ipotesi di scarico in acque superficiale, il trattamento biologico descritto si completa con una fitodepurazione a flusso sommerso orizzontale che funge da trattamento terziario di finitura dell'effluente prima dello scarico finale. Valutazioni dettagliate devono essere fatte caso per caso con redazione di un progetto custom. L'impianto di depurazione è come l'abito cucito artigianalmente dal sarto: va progettato su misura.

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di ing Antonio Tomasetta

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