Dichiarazione di successione telematica e principali problemi


Dichiarazione di successione telematica obbligatoria dal 2019 e principali problemi per presentarla, sia per utenti che per professionisti
Dichiarazione di successione telematica e principali problemi

Per rendere, in teoria, ma molto in teoria, le pratiche successorie più facili all’utenza, dal primo gennaio 2019, prima ancora che il Covid mandasse in smart working buona parte dei dipendenti pubblici, le dichiarazioni di successione relative a decessi successivi a quella data non possono essere più portate all’Ufficio del Registro di persona a uno degli sportelli, ma inviate telematicamente

Questo comporta, come prima difficoltà il registrarsi sul sito dell’Agenzia delle Entrate per avere l’abilitazione all’invio telematico, procedura per nulla intuitiva e per nulla facile, in considerazione del fatto che è già complicato poter parlare con qualcuno dell’agenzia stessa per avere aiuto ed informazioni.

Le due cose assieme, invio telematico e normativa sul Covid, hanno causato grossi problemi, soprattutto ai non professionisti, ma non solo a loro, in quanto, nonostante l’Agenzia delle Entrate abbia messo a disposizione dell’utenza un programma per la compilazione della dichiarazione di successione, non era più possibile poterla presentare allo sportello e parlare con chi materialmente la riceveva e la elaborava, per domande, chiarimenti ed operare in loco le correzioni eventualmente necessarie.

Vediamo ora i problemi principali dati dal format delle nuove successioni telematiche.

Il primo problema è dato dal fatto che non è più possibile pagare un F24 per le imposte e tasse ipotecarie e catastali presso la posta o le banche, il pagamento viene fatto in automatico dall’Agenzia che preleva la somma direttamente dal conto corrente di uno degli eredi. Questo comporta tre possibili difficoltà.

La prima è se nessuno degli eredi ha un conto corrente, la postapay e i libretti postali non sono accettati dall’Agenzia delle Entrate per il prelievo in oggetto, e non potendo effettuare il prelievo la procedura non può essere portata a termine e la successione si blocca col rischio che scadano i termini e si incorra in sanzioni:

Il secondo problema riguarda le sanzioni per ritardata denuncia. E' vero che il programma, se utilizzato correttamente, calcola da solo le sanzioni e anch'esse in parte vengono prelevate direttamente da parte dell’agenzia, ma una quota che - non so per quali motivi - non è auto liquidabile, va inserita autonomamente dall’utente o, in alternativa, pagata tramite F24 e poi allegata alla successione, procedura alquanto farraginosa e non facile.

Infine, la terza è data dal fatto che se non c’è armonia tra gli eredi potrebbe capitare che nessuno sia disposto a mettere a disposizione di tutti il proprio conto corrente, anche perché viene prelevata ad uno la somma totale che devono pagare tutti e sta a lui poi dover recuperare, se ancora non gli sono state versate, le quote dei parenti.

A corollario di quest’ultima difficoltà, se fosse necessario procedere a una correzione, a una integrazione o a una modifica della prima successione, l’Agenzia delle Entrate non accetterebbe un Iban che non sia quello della prima successione.

Il secondo problema che crea ostacoli anche ai professionisti che preparano, per conto terzi, la dichiarazione di successione, è data dagli allegati. Successioni inviate con troppi allegati, con allegati di dimensioni grandi (intese come dimensione del file, ad esempio, la risoluzione delle immagini dei documenti di identità), vengono scartate; gli allegati con troppe pagine, ad esempio, se si allegano destinazioni urbanistiche, inventari sulla massa ereditaria, e altri, vanno compressi in singoli file pdf, le immagini vanno acquisite in bassa risoluzione, rischiando a volte di non essere più leggibili, e si deve avere a disposizione per fare queste operazioni uno scanner e un minimo di conoscenza tecnologica.

A differenza delle dichiarazioni cartacee, che presentate allo sportello potevano essere corrette anche sul momento, integrate con facilità e lavorate molto velocemente, quelle telematiche, se passano con qualche errore da parte del compilatore, errore che non viene rilevato dal sistema, ad esempio un immobile dimenticato, un mappale graffato non riportato negli spazi giusti, vanno riviste inviando una successione correttiva, che è priva di costi se si tratta di errori negli allegati, ma che invece ha dei costi importanti se gli errori riguardano il corpo della successione. A questo proposto invito a diffidare da chi si propone come professionista che svolge pratiche di successione e che, pur apparendo molto conveniente dal punto di vista economico, si fa firmare una dichiarazione di manleva (esenzione da responsabilità) sulla dichiarazione stessa. Questo comporta per gli eredi che se il professionista sbaglia nel compilarla, toccherà agli eredi farla rifare e pagare tanto il vecchio, o nuovo professionista che la prepara, che le imposte fisse e le sanzioni.

Sempre a proposito delle correzioni, se è stato lasciato fuori un bene ereditario, a differenza delle successioni cartacee, in cui si presentava una nuova successione con solo l’immobile dimenticato, con il nuovo sistema, deve essere ripresentata la stessa identica successione con l’immobile aggiuntivo, ricordandosi, nell’apposita sezione, di riportare quanto si è pagato nella prima successione, altrimenti l’Agenzia delle Entrate la farà pagare come se non fosse mai stata presentata e, quindi, preleverà anche quanto già pagato per la prima.

Se tutto è stato fatto a regola e la dichiarazione è partita e arrivata regolarmente, si può porre un altro problema, legato alle volture catastali che, con la dichiarazione telematica, se non si spunta la casella, partono in automatico. Questa possibilità, in teoria, sarebbe ottima, veloce e taglia tempi morti e ulteriori pratiche burocratiche, ma questo, solo se la situazione catastale pregressa è regolare. Se, invece, la situazione precedente presenta incongruenze, quote errate o non complete, errori su estremi di nascita o codici fiscali, mancanza di passaggi intermedi o qualunque altro problema, il costo delle visure viene comunque prelevato ed incassato dall’Agenzia, ma la voltura si blocca, spesso senza che gli eredi vengano in alcun modo informati della cosa. Se io mi trovo, nella compilazione della successione, a rilevare problemi catastali, il mio modo di agire, e suggerisco a chi legge questo articolo di fare lo stesso, è cercare di correggere la situazione catastale, se c’è il tempo di farlo, entro l’anno dal decesso, in modo da non incorrere in sanzioni, e risolverli prima di inviare la successione.

Se questo non è possibile, spunto sulla voce della non voltura automatica, che tanto non verrebbe acquisita, risolvo il problema e la presento in una seconda fase; le spese di mora sulle visure sono davvero basse e facilmente affrontabili ed è meglio che rischiare di pagare la voltura o le volture due volte.

Per eventuali domande e chiarimenti, la mia consulenza è totalmente gratuita; la mia e-mail è fabiansir@libero.it

Articolo del:


di Fabio Falchi

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