Difesa del potere d’acquisto. Tassi, rischio…e altro!

Nel precedente articolo abbiamo, spero, capito che tenere i risparmi sul conto corrente non è una soluzione per difenderne il potere d’acquisto, ma comporta invece la certezza di una perdita progressiva.
E allora?
“Fammi una proposta alternativa che dia un rendimento e non comporti rischi”, è la domanda provocatoria di tutti i clienti a cui cerco di spiegare che il conto corrente non è una buona soluzione.
Provo allora a rispondere con una domanda: perché mai dovrei avere UNA proposta alternativa, nel senso di UNA SOLA?
Osserviamo altre attività della nostra vita quotidiana, per esempio l’alimentazione.
Per caso esiste qualcuno che mangia ogni giorno la stessa cosa e solo quella per tutti i pasti?
Non è forse vero che per la nostra salute e per tanti altri motivi compaiono nel nostro regime alimentare una lunga serie di cibi?
Molti mangiano male, ma nessuno mangia una cosa sola!
Se fossi un nutrizionista mi chiedereste consigli per una dieta equilibrata; certo, magari di quelle che fanno dimagrire in fretta, che saziano molto e che siano molto appetitose…
Ma nessuno mi chiederebbe di indicare l’unico cibo per tutti i giorni e per tutta la vita!
Altro esempio, cosa abbiamo nell’armadio? Un solo capo? Una sola tipologia di capo in diversi colori? O, forse, tanti capi diversi, per colore, per peso, per circostanza, etc.
Poi magari non sappiamo sceglierli, possiamo chiedere consiglio o fare da soli, ma certamente nessuno pensa di poter vestire un unico indumento in ogni situazione.
Allo stesso modo, la gestione del risparmio può diventare un’esigenza di facile soluzione se si allargano le vedute e si rinuncia alla comoda idea che esiste il prodotto unico, panacea di tutti i mali.
Generazioni precedenti (anni 70/80) hanno potuto vivere in questa APPARENTE beatitudine; qualcuno ricorda i famigerati Pronti contro Termine…paghiamo ancora le conseguenze di quell’era scellerata, per fortuna finita!
Bene, allora veniamo alle proposte?
Mi tocca vincere un paio di resistenze; qualsiasi soluzione in grado di prospettare la difesa del capitale e il suo incremento nel tempo si scontra con due ostacoli tipicamente invisi ai risparmiatori: durata e volatilità (il RISCHIO, per dire pane al pane).
Abbiamo, quindi, le classiche due notizie, una buona e una cattiva. La cattiva è che dobbiamo confrontarci con questi ostacoli, la buona è che basta uno dei due ad allontanare l’altro, per cui possiamo tenerceli uno alla volta e metterli contro per favorire il risultato finale.
Quindi, poiché tanti continuano a chiedermi di investire il proprio denaro in modo sicuro, redditizio e a breve termine, la risposta antipatica è “NON È POSSIBILE”, ma questa chiuderebbe ogni forma di dialogo e non farei bene il mio lavoro.
La giusta risposta è ‘’SI PUÒ FARE”. Come? Vediamo…
Il conto corrente ha un rischio molto basso, un rendimento negativo e una liquidabilità elevata.
Siamo d’accordo che per aumentare il RENDIMENTO devo accettare una certa volatilità? (RISCHIO)
Siamo d’accordo che la volatilità (IL RISCHIO) viene fortemente mitigata dalla DURATA dell’investimento e da una corretta diversificazione? (Affermazione sostenuta da un’infinità di dati storici).
Siamo d’accordo che nel lungo termine non c’è nulla di meglio di un investimento azionario largamente diversificato? (Basti osservare l’andamento dell’indice azionario delle borse mondiali a blocchi di dieci anni – come si dice, rolling).
Quindi:
1. Tengo in conto corrente quello che occorre per il quotidiano, eventuali spese già programmate nell’anno e una riserva per eventuali imprevisti.
2. Investo in forme prudenti e con un orizzonte temporale medio (attenzione: orizzonte, non vincolo) sui due/tre anni una parte del patrimonio con un moderato rendimento e la possibilità di poterlo utilizzare al bisogno.
3. Tutto il resto con un orizzonte temporale di 5/10 anni a cui affido il compito di produrre rendimento senza ansie di breve termine.
Un esempio di ripartizione percentuale? 20%, 30% e 50%.
È evidente che le valutazioni di rendimento, oscillazioni e quant’altro andranno SEMPRE fatte sull’interezza del patrimonio; sarebbe evidentemente ingeneroso voler misurare il rendimento del conto corrente o la volatilità di breve termine di un investimento azionario.
Il portafoglio è una squadra; c’è uno che para (il portiere), uno che segna (l’attaccante), uno che tampona (il difensore), ci sono i centrocampisti che possono fare un po’ di tutto, c’è finanche la panchina…
E poi c’ è l’allenatore che la mette in campo!
Se il tema vi appassiona, la prossima volta possiamo parlare di come selezionare e disporre in campo i giocatori per le due tranches di medio e lungo termine (del portiere/conto corrente si è già detto abbastanza!)
Alla prossima!
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