Digital transformation, l'Italia deve restare al passo

DIGITAL TRANSFORMATION. Parola che sentiamo spesso nei TG o troviamo sulle pagine dei quotidiani, un argomento noto a molti, ma che in realtà da molti, soprattutto tra coloro che "dovrebbero" approfondirlo, non viene percepito come imminente e anzi già avviato, soprattutto nelle PMI.
L'Italia allo stato attuale nel contesto Europeo è una degli ultimi paesi per progetti di Trasformazione Digitale, se la vogliamo dire in Italiano, cosi ci può risultare più facile.
L'attuazione della Trasformazione digitale ha un suo peso specifico e richiede investimenti, che sia scritto in Italiano o in Inglese, e badiamo bene, non è una cosa "impostaci" dalla UE o da altre organizzazioni, è qualcosa che ci "dobbiamo imporre" se vogliamo salvaguardare il patrimonio industriale, dalle grandi aziende alle PMI.
Non avere oggi nemmeno un progetto di Digital transformation vuol dire avere un Gap che non tra 2-3 anni ci comporterà delle difficoltà a mantenere in piedi l'azienda, ma tra 7-9 mesi ci potrebbe togliere fette di mercato che oggi occupiamo.
Certo, richiede investimenti. Ma investimenti non a vuoto, investimenti per salvaguardare il patrimonio industriale costruito in 10-20-30 e più anni, che non possiamo far crollare perché non vogliamo investire in un processo che è imposto dal mercato; la direzione è tracciata, non possiamo fare altrimenti.
Servono le competenze, vero! Nelle PMI, con tutto il rispetto, spesso non c'è stata una adeguata formazione che portasse ad avere personale preparato a questo passaggio; nulla di male, esistono fior fiori di società di Consulenza e free lancer che possono dare una mano a costruire progetti di Trasformazione Digitale per "salvaguardare" il sostentamento delle imprese, delle PMI. E non c'è nulla di male a rivolgersi a chi ne sa più di noi, è anche questo un investimento che facciamo per il futuro delle nostre aziende, gradi o piccole che siano.
Ci sono poi veri e propri "incubatori", luoghi dove la Digital transformation è pane quotidiano; primo tra tutti mi viene in mente il Talent garden di Milano – sono 4 oramai le sedi a Milano – dove giovani promesse e figure IT nativi della prima ora con alle spalle 20/30 anni di IT possono supportarci per affrontare questo passaggio epocale.
Si tratta di far incontrare la domanda (esigenze dalle aziende) e offerta (con le società di consulenza e gli incubatori).
Ma va fatto ora, non possiamo permetterci di aspettare oltre, è un treno che passa una volta sola; vorremmo certo salvaguardare una parte del patrimonio sudato e accantonato in questi anni, ma non è possibile, dobbiamo pensare di investire almeno in parte quel capitale per permettere che le nostre aziende proseguano la loro vita e diano lavoro ai nostri figli, alle nuove e vecchie generazioni.
Non facciamo l'errore di voltarci dall'altra parte.
Sarebbe l'errore che più vi pentireste di aver commesso tra qualche anno, quando la vostra azienda non avrà più clienti, non avrà più un portafoglio commesse.
E' una sfida, ma molti di voi ne hanno vinte di sfide, e allora accettiamola, affrontiamola e permettiamo alle aziende italiane di "esserci" nel panorama delle aziende italiane, europee; portiamo avanti ciò che abbiamo costruito o che portiamo avanti da generazioni, non lasciamo che si disperda un patrimonio importante.
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