Dimore di lago
Non solo ville ma l'atmosfera di antiche case
Il fascino espresso dalle antiche ville affacciate sul lago e' innegabile e parlando di dimore di lago viene in mente subito quello stile e quella tipologia di casa, usata non a caso tante volte anche come set cinematografico, location per matrimoni da favola, aperture al pubblico per turisti e visitatori.
In realta' quando parlo di dimore di lago mi riferisco ad un concetto piu' ampio, che racchiude l'atmosfera e lo charme che anche in un piccolo borgo si puo' ritrovare.
Non solo ville signorili dunque, ma anche case arroccate sulle colline, nelle valli, tra i monti che incorniciano come una ghirlanda le sponde del lago.
Il fascino e' dato dai muri in pietra, dalla pianta medievale del borgo, dalle viuzze ripide, dai giardinetti incastonati come gemme dietro muri spessi e massicci. Antiche case di pescatori, allevatori, agricoltori, che mantengono il loro indiscutibile fascino non solo per il contesto in cui sono inserite, ma anche per quello che al loro interno e' stato mantenuto vivo: dalle pareti in pietra, al camino, alla pavimentazione in cotto, pietra o legno.
Un mix di elementi storici che ne fanno un'abitazione piena di ricordi, di vita vissuta, di vicissitudini passate e superate.
Il mio obiettivo come architetto e' proprio quello di non snaturare e mantenere il piu' possibile quest'atmosfera retro', questo gusto per la storia comune, perche' la Storia, con la esse maiuscola, non e' fatta solo da re, regine, imperatori e condottieri, ma da tutte quelle persone che l'hanno attraversata, dai racconti dei nonni, dalla quotidianita' di chi ci ha preceduto.
Quando visito un'antica dimora sono attratto ovviamente dalla storia dei personaggi, ma anche e soprattutto dal loro vivere quotidiano: dove mangiavano e dormivano, come cucinavano, dove e come passavano le loro giornate, sono i dettagli che ricostruiscono il quadro completo.
Per le case non e' diverso, sono sempre i piccoli dettagli che ce la descrivono e ce la fanno amare.
Prima di visitare una casa leggiamo dov'e' ubicata, quanti locali ha, se e' ristrutturata o no; ma quando poi la visitiamo ci innamoriamo del balconcino affacciato sulla via, della finestra che da' una particolare illuminazione alla stanza, del caminetto in pietra, del rustico soffitto con travi a vista.
E' la stessa sensazione di quando, ormai adulti, ascoltiamo nuovamente le storie di famiglia, che abbiamo gia' sentito centinaia di volte, ma ogni volta ci riportano alla sensazione di stupore e meraviglia di quando eravamo bambini.
Il recupero di edifici, case, abitazioni rurali dovrebbe dare la stessa sensazione, un luogo famigliare dove calmare gli affanni dell'eta' adulta e riscoprire i sapori del nostro recente passato.
Questo si puo' ottenere solo con un recupero e un restauro attento al mantenimento dei materiali, alla suddivisione degli ambienti, ai particolari.
La mia ricerca in questo senso e' continua e, forse per questo motivo, mi sento sempre piu' legato ad un mondo che vale la pena non solo riscoprire ma preservare, perche' l'eredita' che lasceremo alle generazioni future e' anche questa, e' la consapevolezza che il linguaggio dell'architettura non e' nato dal nulla, ha avuto un suo percorso che va portato avanti come un diario da continuare, un libro non solo da leggere ma da scrivere.
In realta' quando parlo di dimore di lago mi riferisco ad un concetto piu' ampio, che racchiude l'atmosfera e lo charme che anche in un piccolo borgo si puo' ritrovare.
Non solo ville signorili dunque, ma anche case arroccate sulle colline, nelle valli, tra i monti che incorniciano come una ghirlanda le sponde del lago.
Il fascino e' dato dai muri in pietra, dalla pianta medievale del borgo, dalle viuzze ripide, dai giardinetti incastonati come gemme dietro muri spessi e massicci. Antiche case di pescatori, allevatori, agricoltori, che mantengono il loro indiscutibile fascino non solo per il contesto in cui sono inserite, ma anche per quello che al loro interno e' stato mantenuto vivo: dalle pareti in pietra, al camino, alla pavimentazione in cotto, pietra o legno.
Un mix di elementi storici che ne fanno un'abitazione piena di ricordi, di vita vissuta, di vicissitudini passate e superate.
Il mio obiettivo come architetto e' proprio quello di non snaturare e mantenere il piu' possibile quest'atmosfera retro', questo gusto per la storia comune, perche' la Storia, con la esse maiuscola, non e' fatta solo da re, regine, imperatori e condottieri, ma da tutte quelle persone che l'hanno attraversata, dai racconti dei nonni, dalla quotidianita' di chi ci ha preceduto.
Quando visito un'antica dimora sono attratto ovviamente dalla storia dei personaggi, ma anche e soprattutto dal loro vivere quotidiano: dove mangiavano e dormivano, come cucinavano, dove e come passavano le loro giornate, sono i dettagli che ricostruiscono il quadro completo.
Per le case non e' diverso, sono sempre i piccoli dettagli che ce la descrivono e ce la fanno amare.
Prima di visitare una casa leggiamo dov'e' ubicata, quanti locali ha, se e' ristrutturata o no; ma quando poi la visitiamo ci innamoriamo del balconcino affacciato sulla via, della finestra che da' una particolare illuminazione alla stanza, del caminetto in pietra, del rustico soffitto con travi a vista.
E' la stessa sensazione di quando, ormai adulti, ascoltiamo nuovamente le storie di famiglia, che abbiamo gia' sentito centinaia di volte, ma ogni volta ci riportano alla sensazione di stupore e meraviglia di quando eravamo bambini.
Il recupero di edifici, case, abitazioni rurali dovrebbe dare la stessa sensazione, un luogo famigliare dove calmare gli affanni dell'eta' adulta e riscoprire i sapori del nostro recente passato.
Questo si puo' ottenere solo con un recupero e un restauro attento al mantenimento dei materiali, alla suddivisione degli ambienti, ai particolari.
La mia ricerca in questo senso e' continua e, forse per questo motivo, mi sento sempre piu' legato ad un mondo che vale la pena non solo riscoprire ma preservare, perche' l'eredita' che lasceremo alle generazioni future e' anche questa, e' la consapevolezza che il linguaggio dell'architettura non e' nato dal nulla, ha avuto un suo percorso che va portato avanti come un diario da continuare, un libro non solo da leggere ma da scrivere.
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