Disgrafia e Rieducazione della Scrittura


Il ruolo del grafologo educatore e rieducatore della scrittura nella prevenzione e nel trattamento dei disturbi grafomotori (disgrafia)
Disgrafia e Rieducazione della Scrittura
Quella del grafologo educatore e rieducatore della scrittura è, in Italia, una figura abbastanza recente; ancor più recente è la Legge N. 170 dell’ottobre 2010 che, recependo istanze ormai ineludibili, ha sdoganato la disgrafia attribuendole pari dignità della più nota dislessia e delle "sorelle minori" (solo per fama) disortografia e discalculia.
I 4 disturbi sono infatti stati riconosciuti come DSA, disturbi specifici dell’apprendimento "che si manifestano in presenza di capacità cognitive adeguate, in assenza di patologie neurologiche e di deficit sensoriali, ma possono costituire una limitazione importante per alcune attività della vita quotidiana".
L’importanza della legge risiede soprattutto nel riconoscimento che "gli studenti con diagnosi di DSA hanno diritto a fruire di appositi provvedimenti dispensativi e compensativi di flessibilità didattica."
Ma cos’è la disgrafia? E qual è il ruolo che compete al grafologo rieducatore della scrittura?

DEFINIZIONE del termine DISGRAFIA
La disgrafia è un disturbo specifico dell’apprendimento che si instaura in assenza di deficit intellettivi e neurologici e si manifesta attraverso una serie di aspetti quali scarsa leggibilità, disorganizzazione delle forme e degli spazi grafici, stentatezze, suture ed impastoiamenti. A livello fisico, la disgrafia può provocare dolori o crampi alla muscolatura del polso e della mano.
E’ importante sottolineare che ogni soggetto disgrafico necessita di un trattamento individualizzato.
Se ti interessa documentarti su un caso concreto, vai al link www.peritografologo.eu/pages/tesi-di-diploma-e-articoli/tesi-di-rieducazione-della-scrittura.php, dove potrai consultare la mia tesi di diploma e leggere il percorso di rieducazione della scrittura elaborato per Davide, un bimbo di quinta elementare con disgrafia intermittente (a volte più evidente, a volte meno).

VALUTAZIONE e INTERVENTO di RIEDUCAZIONE della SCRITTURA
Innanzitutto è bene precisare che una VALUTAZIONE DI DISGRAFIA si fa a partire dalla 3° elementare, ma prima è comunque possibile individuare eventuali fattori di rischio ed intervenire per contrastarli.
Quest’attività di prevenzione e contrasto dei fattori predisponenti è particolarmente utile perché attuata su soggetti in cui le dinamiche motorie e/o grafomotorie possono essere più facilmente corrette e modificate in virtù della tenera età.
Il percorso di rieducazione della scrittura si basa su una serie di tecniche:
- esercizi di rilassamento e respirazione;
- interventi correttivi della postura e della prensione;
- tecniche pittografiche e scrittografiche;
- esercizi per l’acquisizione del senso del ritmo.
Si tratta di un percorso piuttosto lungo, mediamente di 2-3 mesi, che prevede una seduta settimanale di circa un’ora ed esercizi da svolgere a casa.
Per casi non particolarmente complessi (e solo qualora non vi sia la possibilità di far seguire direttamente il figlio dal rieducatore), è prevista la possibilità di formare uno dei genitori affinché segua personalmente il figlio.
In casi simili, va comunque programmato un contatto settimanale con il terapeuta per consentirgli di monitorare e guidare (via Skype o e-mail) il percorso di rieducazione in tutta la sua durata. Il bambino va in ogni caso portato in seduta almeno una volta al mese per 2/3 mesi

INCIDENZA STATISTICA
Alcuni studi hanno messo in evidenza come dislessia e disgrafia colpiscano maggiormente alcune categorie di soggetti.
Per cominciare, entrambi i fenomeni sono significativamente più frequenti nei maschi che nelle femmine.
Inoltre, disgrafie e dislessia sono notevolmente più diffuse fra gli scriventi di lingue "opache" piuttosto che "trasparenti".
Le prime sono quelle in cui la corrispondenza grafema - fonema è frequentemente non biunivoca: gli esempi più vicini sono quelli dell’inglese e del francese; le seconde sono quelle in cui tale corrispondenza è biunivoca nella quasi totalità dei casi, il che si verifica con l’italiano, lo spagnolo ed il tedesco.


Articolo del:


di Laura De Biasi

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