Diventare mentor


Quando si ha un know how da trasmettere, quando insegnare piace e si ha voglia di passare il testimone
Diventare mentor
Questo testo è aparte di un articolo già pubblicato su www.Coachingzone.it

Vi sono molti ambiti in cui un senior può mettere a disposizione di altri la sua esperienza. Senior di età e/o senior di esperienza.
Per esempio: Corporate management, Start-up, Passaggio generazionale in un’impresa familiare, Espansione all’estero, Crescita/crisi improvvisa.
Il primo e più ovvio luogo di trasmissione della competenza, da mentor a mentee, è l’impresa in cui si lavora. Che a volte ha programmi strutturati di questo tipo per l’inserimento dei giovani, a volte lo favorisce in modo informale per valorizzare i propri esperti e (tante) volte ignora completamente questa opportunità.
All’esterno della propria impresa vi sono associazioni che favoriscono l’abbinamento mentor/mentee, e insegnano ad entrambi a stare nel ruolo.
Sì, stare nel ruolo. Un Mentor non è uno che ti presta i soldi per mettere su un’impresa, o uno che sviluppa il piano strategico al posto tuo o che ti corregge il report per i capi. E un Mentee non è qualcuno che obbedisce acriticamente alle istruzioni che riceve, o che ti dà le soddisfazioni che i tuoi figli ti negano.
Il mentor impara a dare stimoli e non consigli, a usare le domande più che le riposte; il mentee impara a ricevere linee guida ed esempi e non soluzioni pronte all’uso, a mettere in discussione le strade percorse finora.
È’ una relazione di scambio, di confronto, di maieutica, di esplorazione. Finalizzata ad uno specifico progetto professionale. Dove il Mentor è un po’ coach e un po’ role model, e dove il Mentee ha un potenziale che ha bisogno di aiuto per esprimersi, un aiuto che può addirittura cambiargli la vita.

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di Cristina Volpi

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