Divorzio breve anche in Italia
Rivoluzione dei tempi di giustizia: con il decreto legge 132 del 2014 sarà possibile divorziare o separarsi anche senza l'intervento del giudice
"Divorzio breve ora anche in Italia", questo è l’annuncio del ministro della Giustizia Andrea Orlando; si tratta di un provvedimento che riduce drasticamente i tempi del divorzio e della separazione consensuale, nonché le relative spese processuali e legali.
L’ispirazione a questo innovativo progetto di legge viene dalla legislazione francese, ma non solo: la maggior parte dei paesi europei, infatti, è in linea con la necessità di garantire tempistiche celeri per risolvere le problematiche legate alla fine dell’unione coniugale. Grazie a questo provvedimento sarà possibile divorziare o separarsi anche senza l’intervento del giudice. La riforma è stata introdotta tramite un decreto legge 132/2014.
La tempistica necessaria viene ridotta da tre anni a uno in caso di separazione giudiziale, mentre si esaurirebbe in soli sei mesi se la separazione è stata consensuale. L’Ami (associazione matrimonialisti italiani) propone addirittura di abolire la fase della separazione per accedere direttamente al divorzio, così come succede in molti paesi d’Europa. Lo scopo sarebbe proprio quello di eliminare il turismo divorzile - 8.000 coppie in 7 anni hanno divorziato all’estero.
Una rivoluzione sui tempi di giustizia (estesa in particolare alle separazioni e divorzi) è stata introdotta con la procedura di negoziazione assistita da un avvocato, che prende spunto dall’esperienza francese: "una procedura cogestita dagli avvocati delle parti e volta, con il loro apporto professionale, al raggiungimento di un accordo conciliativo che, da un lato, eviti il giudizio, e, dall’altro, consenta la rapida formazione di un titolo esecutivo".
Già in passato erano stati presentati diversi progetti di legge, per la semplificazione delle procedure per il divorzio, ma mai era stata contemplata l’abolizione della figura del giudice. In Francia, invece, questo modello è in vigore dal 2010 con il nome di "negoziazione assistita".
L’ispirazione a questo innovativo progetto di legge viene dalla legislazione francese, ma non solo: la maggior parte dei paesi europei, infatti, è in linea con la necessità di garantire tempistiche celeri per risolvere le problematiche legate alla fine dell’unione coniugale. Grazie a questo provvedimento sarà possibile divorziare o separarsi anche senza l’intervento del giudice. La riforma è stata introdotta tramite un decreto legge 132/2014.
La tempistica necessaria viene ridotta da tre anni a uno in caso di separazione giudiziale, mentre si esaurirebbe in soli sei mesi se la separazione è stata consensuale. L’Ami (associazione matrimonialisti italiani) propone addirittura di abolire la fase della separazione per accedere direttamente al divorzio, così come succede in molti paesi d’Europa. Lo scopo sarebbe proprio quello di eliminare il turismo divorzile - 8.000 coppie in 7 anni hanno divorziato all’estero.
Una rivoluzione sui tempi di giustizia (estesa in particolare alle separazioni e divorzi) è stata introdotta con la procedura di negoziazione assistita da un avvocato, che prende spunto dall’esperienza francese: "una procedura cogestita dagli avvocati delle parti e volta, con il loro apporto professionale, al raggiungimento di un accordo conciliativo che, da un lato, eviti il giudizio, e, dall’altro, consenta la rapida formazione di un titolo esecutivo".
Già in passato erano stati presentati diversi progetti di legge, per la semplificazione delle procedure per il divorzio, ma mai era stata contemplata l’abolizione della figura del giudice. In Francia, invece, questo modello è in vigore dal 2010 con il nome di "negoziazione assistita".
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