Donne e la c.d. ‘violenza di genere’: un fenomeno da sconfiggere
Con il presente contributo vorrei soffermarmi sulla c.d. violenza di genere. Di che cosa si tratta?
Si tratta della violenza esercitata contro le donne e consiste in ogni atto di violenza fondata sul genere che provochi un danno o una sofferenza fisica, sessuale o psicologica per le donne, incluse le minacce, la coercizione o la privazione arbitraria della libertà. Così recita l’art 1 della dichiarazione Onu sull’eliminazione della violenza contro le donne.
Con l’espressione ‘violenza di genere’ si intendono tutte quelle forme di violenza (psicologica, fisica, sessuale), atti persecutori - dal c.d. stalking allo stupro -, fino al c.d. reato di femminicidio, che riguardano una molteplicità di persone discriminate in base al sesso.
Anche in questo caso si ritiene opportuno dare uno sguardo alla normativa in materia.
La legge contro la violenza di genere persegue tre obiettivi principali: prevenire i reati, punire i colpevoli, proteggere le vittime.
Con l’introduzione nel 2009 del reato di atti persecutori-stalking, che si configurano in ogni atteggiamento violento e persecutorio e che costringe la vittima a cambiare la propria condotta di vita e con la legge sulle ‘Disposizioni urgenti in materia di sicurezza e per il contrasto della violenza di genere', parrebbero essere stati rafforzati la tutela giudiziaria e il sostegno alle vittime.
La normativa si inquadra nell’ambito delineato dalla Convenzione di Istanbul (2011), primo strumento internazionale giuridicamente vincolante in materia di prevenzione e lotta alla violenza contro le donne e la violenza domestica.
L’elemento principale di novità è il riconoscimento della violenza sulle donne come forma di violazione dei diritti umani e di discriminazione.
Della raccolta e monitoraggio dei dati si occupa l’Osservatorio per la sicurezza contro gli atti discriminatori (Oscad), organismo interforze Polizia-Carabinieri.
Per le segnalazioni è attivo il 1522, il numero verde di pubblica utilità della Rete nazionale antiviolenza.
Sono in campo molteplici interventi: la tutela delle vittime di maltrattamenti e violenza domestica, le risorse per finanziare un Piano d’azione antiviolenza e la rete di case-rifugio, la formazione sulle tecniche di ascolto e approccio alle vittime, di valutazione del rischio e individuazione delle misure di protezione, i corsi sulla violenza domestica e lo stalking.
Sui territori le prefetture si impegnano a promuovere iniziative di informazione e sensibilizzazione per combattere sul nascere la violenza di genere: formazione nelle scuole, corsi di formazione per gli operatori delle strutture sociosanitarie, per migliorare la prima accoglienza, forme di collaborazione con gli enti locali e le associazioni per potenziare l’accoglienza e il sostegno alle vittime.
Fatte queste doverose premesse, due sono gli atteggiamenti che invito ad assumere: prevenzione e coraggio affinché il triste fenomeno in questa sede trattato - che vede le donne vittime – possa essere stroncato nel nascere e non si debba ricorrere, soltanto post-consumazione del fatto, a cercare di rintracciare il rimedio, impresa non sempre agevole.
Avv. PhD Roberto Pusceddu
Articolo del: