Donne vittime di violenza: linee guida


Linee guida per gli operatori sanitari
Donne vittime di violenza: linee guida
Sulla Gazzetta Ufficiale n. 24 del 30.1.2018 sono state pubblicate le "Linee guida nazionali per le Aziende Sanitarie e le Aziende Ospedaliere in tema di soccorso e assistenza socio-sanitaria alle donne vittime di violenza".
Lo scopo è il sostegno alle donne (termine che, per espressa indicazione, ricomprende anche le ragazze di età inferiore ai 18 anni) che abbiano subito "una qualsiasi forma di violenza".
Le linee guida sono destinate alle Aziende Sanitarie e Ospedaliere che ospitano un pronto soccorso.
Secondo il dettato normativo, "il Percorso per le donne che subiscono violenza, di seguito delineato, dovrà garantire una tempestiva e adeguata presa in carico delle donne a partire dal triage e fino al loro accompagnamento/orientamento, se consenzienti, ai servizi pubblici e privati dedicati presenti sul territorio di riferimento al fine di elaborare, con le stesse, un progetto personalizzato di sostegno e di ascolto per la fuoriuscita dalla esperienza di violenza subita".
Il decreto recita testualmente: "Alla donna presa in carico dovranno essere assicurate l’assistenza e la protezione richieste dal caso specifico.
L’assegnazione del codice giallo o equivalente determina l’attivazione del Percorso per le donne che subiscono violenza. Oltre al codice di triage verrà assegnato un identificativo di Percorso definito nell’ambito della organizzazione del Pronto Soccorso che concorre a determinare l’attivazione del Percorso stesso.
Nel caso in cui la donna abbia fatto accesso al Pronto Soccorso con figlie/i minori è opportuno che le/gli stesse/i restino con la madre e che siano coinvolti nel suo stesso Percorso".
Si legge ancora: "L’operatore/operatrice che prende in carico la donna dovrà: Utilizzare una corretta comunicazione con un linguaggio semplice, comprensibile e accessibile anche alle donne affette da disabilità sensoriale, cognitiva o relazionale;
Garantire un ascolto e un approccio empatico e non giudicante;
Instaurare con la donna un rapporto basato sulla fiducia, così da favorire l’eventuale passaggio alla fase successiva alla presa in carico, nel pieno rispetto della libertà di scelta e di autodeterminazione della stessa;
Assicurare per donne straniere, ove necessario, la presenza di mediatrici culturali e linguistiche;
Attivare per donne affette da disabilità, ove necessario, la presenza di figure di supporto;
Informare nel dettaglio la donna delle varie fasi del Percorso;
Acquisire il consenso libero e informato per ogni fase del Percorso".
In relazione al trattamento diagnostico-terapeutico, le Linee Guida sottolineano: "Di fronte a episodi di violenza fisica, avvenuti da poco tempo, è molto importante che l’intervento sanitario in emergenza tenga conto sia degli aspetti clinici che delle successive implicazioni medico-legali".
E si legge poco oltre: "La visita medica è un’occasione irripetibile per garantire un’assistenza adeguata alle necessità psicologiche e sanitarie della donna. Al contempo sarà assicurata una successiva assistenza psicologica, qualora la donna lo desideri, che potrà essere effettuata dalla psicologa dell’ospedale, se presente, o da una professionista della rete territoriale antiviolenza".
L’allegato B si occupa poi del c.d. "Brief Risk Assessment for the Emergency Departiment - DAS -", ovvero la rilevazione, la valutazione del rischio per il pronto soccorso: è uno strumento standardizzato, destinato a misurare il "rischio di ricomparsa e/o escalation della violenza, fornendo una rilevazione del rischio di revittimizzazione".
E’ dunque un ausilio per gli operatori del Pronto Soccorso.

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di Avv. Gianna Manferto

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