Dopo la Bce… la tempesta?
A dicembre la Bce che sta tenendo bassi i tassi smetterà di inondare i mercati con liquidità. Quanto ci costerà il risveglio dall’euforia da doping?
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FINE DELLA PACCHIA PER IL TESORO...
Da marzo 2015 la Banca centrale europea sta acquistando titoli di Stato a spron battuto: all’inizio erano 60 miliardi al mese, poi sono aumentati a 80. L’effetto sui tassi si è fatto sentire: se nel 2014 lo Stato pagava in media l’1,35% (molto più basso del 4,79% pagato nel 2000), nel 2016 il costo per lo Stato sui nuovi titoli di Stato si è quasi azzerato, scendendo allo 0,55%. Una manna per le casse del Tesoro, ma quanto durerà? Da aprile la Bce tornerà a ridimensionare gli acquisti al ritmo di 60 miliardi al mese e a dicembre lo shopping terminerà e i tassi ricominceranno a salire. Se anche dovessero recuperare solo l’1% perso negli ultimi due anni, per lo Stato il costo aumenterà di diversi miliardi.
Nel 2018 scadranno quasi 195 miliardi di titoli di Stato: un rialzo dei tassi dell’1% significherà scucire quasi 2 miliardi in più. E se non ci saranno prospettive di un prolungamento delle manovre della Bce, già nel 2017 il Tesoro dovrà pagare di più. Quanto? Sono oltre 11 miliardi in più e il conto da pagare è destinato a salire di anno in anno: c’è da aspettarsi manovre correttive a go-go, specie se lo Stato dovrà sobbarcarsi nuovi interventi sullo stile di quello per Monte Paschi. Ci sarà da andare cauti con i Btp!
...MA ANCHE PER LE BANCHE
La mancanza di una vera "concorrenza" da parte dei titoli di Stato ha permesso alle banche di trovare acquirenti per i propri bond anche con tassi da fame. A dicembre 2016 il rendimento dei nuovi bond emessi è stato, in media, dello 0,82%, un bel risparmio rispetto al già basso 1,87% di un anno prima. E’ vero che nel frattempo hanno dovuto abbassare anche i tassi sui prestiti concessi, ma su questo fronte il calo è stato molto più contenuto. Anche per le banche, quindi, la fine delle manovre della Bce rappresenterà un problema!
Ogni 1% in più nei tassi può costare alle banche quasi 2 miliardi. Un costo attenuato, è
vero, dal rialzo dei tassi sui prestiti; ma se consideriamo anche gli altri problemi che le banche si trovano ad affrontare (il probabile calo del prezzo dei Btp di cui sono pieni i loro bilanci, le perdite sui crediti "marci" che non si esauriranno con la pulizia nei conti del 2016...) il rischio da correre acquistando bond bancari è elevato.
Fonti: Altroconsumo Finanza 1210. Anno XXVII - 2017 21 Febbraio
Da marzo 2015 la Banca centrale europea sta acquistando titoli di Stato a spron battuto: all’inizio erano 60 miliardi al mese, poi sono aumentati a 80. L’effetto sui tassi si è fatto sentire: se nel 2014 lo Stato pagava in media l’1,35% (molto più basso del 4,79% pagato nel 2000), nel 2016 il costo per lo Stato sui nuovi titoli di Stato si è quasi azzerato, scendendo allo 0,55%. Una manna per le casse del Tesoro, ma quanto durerà? Da aprile la Bce tornerà a ridimensionare gli acquisti al ritmo di 60 miliardi al mese e a dicembre lo shopping terminerà e i tassi ricominceranno a salire. Se anche dovessero recuperare solo l’1% perso negli ultimi due anni, per lo Stato il costo aumenterà di diversi miliardi.
Nel 2018 scadranno quasi 195 miliardi di titoli di Stato: un rialzo dei tassi dell’1% significherà scucire quasi 2 miliardi in più. E se non ci saranno prospettive di un prolungamento delle manovre della Bce, già nel 2017 il Tesoro dovrà pagare di più. Quanto? Sono oltre 11 miliardi in più e il conto da pagare è destinato a salire di anno in anno: c’è da aspettarsi manovre correttive a go-go, specie se lo Stato dovrà sobbarcarsi nuovi interventi sullo stile di quello per Monte Paschi. Ci sarà da andare cauti con i Btp!
...MA ANCHE PER LE BANCHE
La mancanza di una vera "concorrenza" da parte dei titoli di Stato ha permesso alle banche di trovare acquirenti per i propri bond anche con tassi da fame. A dicembre 2016 il rendimento dei nuovi bond emessi è stato, in media, dello 0,82%, un bel risparmio rispetto al già basso 1,87% di un anno prima. E’ vero che nel frattempo hanno dovuto abbassare anche i tassi sui prestiti concessi, ma su questo fronte il calo è stato molto più contenuto. Anche per le banche, quindi, la fine delle manovre della Bce rappresenterà un problema!
Ogni 1% in più nei tassi può costare alle banche quasi 2 miliardi. Un costo attenuato, è
vero, dal rialzo dei tassi sui prestiti; ma se consideriamo anche gli altri problemi che le banche si trovano ad affrontare (il probabile calo del prezzo dei Btp di cui sono pieni i loro bilanci, le perdite sui crediti "marci" che non si esauriranno con la pulizia nei conti del 2016...) il rischio da correre acquistando bond bancari è elevato.
Fonti: Altroconsumo Finanza 1210. Anno XXVII - 2017 21 Febbraio
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