Dove trovare se stessi?


Trovare se stessi nella quotidianità dei propri impegni
Dove trovare se stessi?
Lo scrittore britannico Joseph Conrad ha saputo condensare in una sola frase, la verità fondamentale che è in grado di esaltare la dignità di ogni lavoro: «Il lavoro non mi piace, non piace a nessuno, ma a me piace quello che c’è nel lavoro: la possibilità di trovare se stessi» (aforisma n. 119, da "Ascolta il lavoro e vivrai meglio!" - F. Candalice, 2015 ).
Dunque, "trovare se stessi" nella quotidianità dei propri impegni, è la grande promessa che è scritta in ogni lavoro, in ogni professione ed è una sperimentata ricetta per essere più felici e per vivere meglio l’intera esistenza, in tutti i suoi aspetti!
Sappiamo come sia difficile coniugare l’impegno di lavoro con la felicità, perché in ciascuno di noi c’è sempre la convinzione di aver bisogno di più tempo libero e soprattutto di meno pensieri.
Tuttavia, è proprio nel lavoro che si perfeziona l’armonia tra ciò che il nostro ego desidera e ciò che la vita reale può concretamente offrirci.
E’ evidente a tutti che le nostre passioni, i nostri desideri costituiscono traguardi non sempre integralmente raggiungibili, ma sono, comunque, gli stimoli più importanti per la nostra crescita personale. Tali stimoli, però, da soli non servirebbero e ci farebbero deviare verso una condizione egoistica dell’esistenza, dove non troverebbero spazio le passioni e i desideri degli altri e, dunque, le relazioni con gli altri.
Il lavoro, invece, è l’unica vera occasione dove, volenti o nolenti, quell’armonia va cercata e possibilmente trovata, restituendoci alla concretezza della quotidianità e consegnandoci alla vita vera, dove molti desideri si realizzano attraverso il connubio tra le nostre esigenze e quelle degli altri.
C’è un bellissimo aforisma del filosofo e matematico libanese Nassim Nicholas Taleb, che spiega alla perfezione tutto ciò: «Non esiste uno stato intermedio fra il ghiaccio e l’acqua, ma ce n’è uno fra la vita e la morte: il lavoro» (aforisma n. 120, da "Ascolta il lavoro e vivrai meglio!" - F. Candalice, 2015).
Dunque, il lavoro è la nostra "terra di mezzo", il luogo dove tutti siamo chiamati ad operare e a confrontarci con gli altri, cercando un equilibrio talvolta complesso, ma indispensabile per essere "reali" e non come il nostro ego ed amor proprio ci fa credere di essere.
Nella realtà del lavoro di tutti i giorni, per quanto possiamo di sforzarci di "apparire" come vorremmo, in verità "siamo" chiamati a dimostrare, agli altri ed a noi stessi, chi siamo, cosa sappiamo fare e come sappiamo farlo, ben consci di non poter godere di chissà quali "sconti", poiché non si tratta di un gioco, ma di qualcosa di molto serio.
E come ha detto l’incisore e grafico olandese Maurits Escher: «Il mio lavoro è un gioco, un gioco molto serio» (aforisma n. 231, da "Ascolta il lavoro e vivrai meglio!" - F. Candalice, 2015).

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di Avv. Fabio Candalice

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