Dura lex per Masterchef. I nuovi reati alimentari


Obbligatorietà dell'origine dei prodotti inseriti nei menù
Dura lex per Masterchef. I nuovi reati alimentari
Anche il ristorante torinese di uno chef stellato quale è Cannavacciuolo, uno dei quattro giudici di MasteChef programma di successo sulla Sky TV è finito nel mirino dei Nas per una non corretta indicazione dei prodotti congelati. Nello specifico, su alcuni alimenti trovati nel congelatore vi era apposta soltanto una generica etichetta di tracciamento, disattendendo alla ormai obbligatoria indicazione della loro provenienza, ai fini della qualità di alcune materie prime quali carne e pesce.
Tanto basta per ipotizzare il nuovo reato di frode in commercio.
Invero, risponde penalmente di frode in commercio il ristoratore che non indica nel menù gli alimenti congelati utilizzati in cucina, essendo del tutto irrilevante una effettiva contrattazione con i clienti. E’ quanto emergeva già dalla sentenza 5 novembre 2013 n. 44643 della Terza Sezione Penale della Corte di Cassazione. In altri termini, l’inserimento di alimenti congelati nel menù senza la precisa indicazione della loro qualità costituisce di fatto una offerta al pubblico, non revocabile, con la conseguente idoneità della medesima a determinare il conseguimento del risultato illecito. Secondo gli ermellini, anche la "mera disponibilità di alimenti surgelati non indicati come tali nel menù nelle cucine di un ristorante configura il tentativo di frode in commercio, indipendentemente dall’inizio di una concreta contrattazione con il singolo avventore".
I suddetti principi, a tutela della salute pubblica e penale dell’economia, sono stati nuovamente confermati nel disegno di legge "nuove norme in materia di reati agroalimentari" approvato dal Consiglio dei Ministri il 1 dicembre 2017.
Inoltre, per la prima volta vengono introdotte nuove fattispecie di reato volte a punire la produzione e la commercializzazione illecita di alimenti che manifestano la propria pericolosità non già nell’immediato ma nel medio e lungo termine ed in via del tutto eventuale. Trattasi, nello specifico dei reati di "disastro sanitario" che punisce l’avvelenamento, contaminazione o corruzione di acque o sostanze alimentari con possibile diffusione di pericoli per l’utente; l’"omesso ritiro di sostanze alimentari pericolose" dal mercato; "informazioni commerciali ingannevoli pericolose" la cui fattispecie, per la prima volta ha reso penalmente rilevanti gli obblighi in materia di etichettatura per come imposti dalla normativa europea; ed ancora il reato di "agropirateria" che punisce, severamente, la vendita sistematica ed attraverso l’allestimento di mezzi o attività organizzate - di prodotti alimentari accompagnati da falsi segni distintivi o da marchi di qualità contraffatti.
Il decreto prende in considerazione anche gli OSA introducendo nell’ambito dei reati presupposti ex 231 quelli alimentari che impongono alle aziende di adottare modelli di organizzazione e prevenzione.
Alla luce delle novità introdotte, appare evidente la precisa volontà di tutelare finalmente - in materia di diritto - il patrimonio alimentare equiparandolo ad ogni altro bene giuridico.

Articolo del:


di Avv. G. Iaione - Avv. M. C. D'Avenia

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