E' credibile?


L'uso delle nostre potenzialità per capire a chi dar credito
E' credibile?
La credibilità è la probabilità di essere creduti. Oscilla tra due estremi: l’assenza assoluta di affidabilità della fonte e la massima attendibilità.
Dipende da diversi fattori: competenza, autorevolezza, vicinanza affettiva, coincidenza di valori.
Tendiamo a dar credito all’esperto oppure a chi condivide la nostra visione del mondo. Siamo propensi a fidarci del parere di chi ci vuole bene. Sembriamo disposti a porre massima attenzione a quanti hanno un ruolo elevato nel contesto o a coloro che sembrano neutrali in una contesa.
Queste possono essere le radici dell’essere credibile eppure, nella pratica, sono messe in discussione. Spesso le fonti meno accreditate riescono a far circolare informazioni, le posizioni dell’autorità generano diffidenza, le evidenze scientifiche vengono contestate, la neutralità è messa in dubbio.
Una tattica, al contrario, sembra resistere all’usura del tempo: gli anglosassoni la chiamano effetto Bandwagon. Il carro della banda o "carrozzone" è quello che precede il corteo e lo guida. In comunicazione rappresenta il tentativo di sembrare credibili e forti perché seguiti dal consenso. Anche se quel seguito è in larga parte fittizio. Vale per le idee, per la figura del candidato in una competizione elettorale, per i prodotti. Un testimonial, cinque nomi di sponsor, una minima claque e il gioco si attiva. Le argomentazioni che giustificano la scelta di seguire il "carrozzone" si avvicinano alle seguenti: "se tanti lo ammirano deve essere bravo", "se molti lo comprano deve essere buono" .
Eppure dinanzi al carro della banda che procede suonando la domanda non dovrebbe essere se quei numeri sono davvero reali o solo abile tattica persuasiva. Una simile verifica rappresenta la risposta giusta alla domanda sbagliata.
Forse è meglio chiedersi: "quella musica mi piace?" Oppure: "la direzione del corteo è quella che auspico veramente?"
Meglio usare prudenza, intelligenza sociale, autogoverno. Occorre focalizzare il valore di una opzione depurandolo della teatralità che la circonda chiedendoci se vogliamo veramente quel prodotto o se una proposta ci convince per la sua intrinseca validità. Non è un esercizio semplice. Perchè la spinta a considerare quello che fanno gli altri è automatica; l’uso delle potenzialità sopra citate, no.
Serve allenamento per trasformare quei tratti del carattere in competenze, in un saper fare coerente con i nostri valori e scopi. Ma tale esercizio costante rende più credibile la nostra libertà. E quel carro appare d'improvviso per quello che era: pura messa in scena.

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di Armando Floris

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