E mezzo anno se ne è già andato...


Cambiamento e cambiamenti in atto
E mezzo anno se ne è già andato...
Tempo di relazioni semestrali per le aziende e di rendiconti per i risparmiatori. Un anno iniziato sotto i migliori auspici con massimi di periodo a gennaio e poi la ricomparsa della volatilità, forse un eufemismo per significare il ritorno di un periodo di turbolenza. Aumento dei tassi negli Stati Uniti, dazi e guerra commerciale, inflazione europea al 2%, prospettive economiche in potenziale rallentamento, quadro politico europeo a dir poco frammentato con elezioni politiche per il rinnovo del parlamento Europeo il prossimo anno, avvicendamento del presidente della BCE nel 2019, fine del "Quantitative Easing", voci (forse solo speculative) di Euro a 2 velocità. E poi in autunno elezioni di Mid-Term negli Stati Uniti e legge di stabilità e/o manovra economico finanziaria da parte del Governo italiano. Sono tutti fattori che spiegano il comportamento delle diverse asset class in questo primo semestre: governativi in calo (anche se oggi sembrano aver trovato un livello di equilibrio), emergenti sotto pressione, borse in generale deboli ma con andamenti divergenti per taluni comparti o per alcuni temi, rafforzamento del Dollaro, indebolimento del Reminbi cinese. A completare il quadro un contesto di indebitamento globale del sistema (emittenti pubblici + privati) che ha raggiunto livelli record e ben superiore a quello precrisi del 2007!
Che fare quindi? Il fattore tempo resta fondamentale.
Così come molte aziende continuano ad investire nei processi di sviluppo tecnologico produttivo e/o di efficentamento energetico nell'aspettativa di ritorni di medio lungo termine, così il risparmiatore dovrebbe avere pazienza e perseveranza nell'attesa dello trascorrere del tempo.
Certo che le posizioni possono essere differenti: chi ha investito negli anni passati probabilemte si trova oggi con risultati di tutto rispetto e vorrebbe non depauperare quanto fatto sino ad ora; chi invece "inizia" ora, guarda da oggi al domani probabilmente si vede condizionato dal quadro d'insieme descritto poco sopra. Ecco allora l'importanza del consulente finanziario che a fronte di uno scenario quale quello odierno sposta l'obiettivo ai bisogni del cliente da qui ai prossimi anni e ne orienta le scelte sulla base di questi tenendo conto che ad un bicchiere "mezzo vuoto" corrisponde sempre uno "mezzo pieno". Rientrano in quest'ambito scelte previdenziali, di tutela patrimoniale, o più propriamente di investimento su tematiche che colgono i fattori di cambiamento già in atto nel mondo odierno. Questi potranno rivelarsi fattori di successo per le aziende che sapranno coglierli per prime. Alcuni esempi: invecchiamento della popolazione nel mondo "sviluppato" e per contro aumento della popolazione "giovane" nelle aree così dette emergenti, innovazione tecnologica in campi e settori che sino ad ora non sono stati interessati da tali processi, sensibilità a tematiche di sviluppo sostenibile che sono poi strettamente collegate all' efficienza energetica, ecc...
Alcuni di questi "trend" d'investimento stanno già regalando buone performance a chi ci ha creduto e si stanno dimostrando "resistenti" nell'attuale periodo.
Senza tralasciare gli aspetti fiscali: il risparmio che talune forme d'investimento consentono rappresentano da sole un extra rendimento tale da giustificarne la scelta.

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di Stefano Chiavon

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