Educazione Finanziaria: cosa significa investire?


Facciamo chiarezza sul vero significato della parola "investimento" e sulle sue implicazioni.
Educazione Finanziaria: cosa significa investire?
Da ultimo studio OCSE, in tema di cultura finanziaria l'Italia si piazza al penultimo posto in Europa, meglio solo del Portogallo. Nel mondo occupiamo la 63° posizione, dietro a pesi come Botswana, Zimbawe, Kenya, e molti altri. Lo scopo di questo primo articolo a riguardo è partire dalle basi, cercando di spiegare nella maniera più semplice possibile cosa significa investire dei soldi, cercando di togliere quel velo di demonizzazione che oggi copre questo tema. Negli ultimi anni, dalla crisi economica del 2008 in poi, molte persone rifiutano qualsiasi tipo di investimento, impaurite dalle possibili conseguenze negative. Non c'è da biasimarle, la colpa non è certo loro e le ultime vicende bancarie non hanno certo aiutato a trasmettere tranquillità.

Andiamo subito al dunque: investire i propri risparmi, nei paesi evoluti, è la normalità. Nessuno mai si sognerebbe di tenere i propri soldi fermi sul conto corrente a rendimento minimo o nullo. Noi invece vediamo l'investimento come qualcosa di diverso, magari riservato solo ai maghi della finanza, e ci spaventa. Chiariamo dunque cosa significa investire, e dopo averlo capito sono certo che nessuno avrà più paura di farlo. Premessa: in questa sede parlerò solo ed esclusivamente di investimento in Fondi comuni di investimento, che poi è l'attività principale del Consulente Finanziario; il gioco della roulette sul trading e sui derivati lo lasciamo a chi di dovere, con tutti i rischi connessi.

Investire significa prendere dei soldi e metterli in un Fondo, che ha il compito di raccogliere tutti i soldi dei diversi investitori nel mondo ed usarli per comprare svariati strumenti: azioni, obbligazioni, oro, materie prime, acqua e altro; ovviamente, ogni fondo ha la propria area di specializzazione. I fondi sono gestiti da uno o più gestori, figure ad alto tasso di specializzazione. Immaginiamo di essere 10 amici, di cui uno (Tizio) esperto di finanza: invece di investire ciascuno per conto proprio, 9 di noi raccolgono i propri soldi e li danno a Tizio, con il compito di comprare o vendere gli strumenti di cui sopra, per ottenere un rendimento. Questo rendimento tornerà a noi, proporzionalmente a quanti soldi gli abbiamo dato.
Possiamo quindi dedurre due cose: la prima è che investendo in un Fondo noi eliminiamo il rischio di fallimento della Banca cui facciamo riferimento. I nostri soldi ora fanno parte di una società (SICAV), proprietaria del Fondo, che ha il compito di investirli, per cui la nostra Banca non ha più nessun potere su questo denaro, in quanto è uscito dall'istituto, ma diventa un semplice intermediario. E' come quando acquistiamo un auto (che sarebbe il Fondo) da un concessionario (la Banca), ad esempio una BMW (la SICAV). Se il concessionario fallisce, la macchina rimane in mano nostra senza diminuire di valore e in caso di guasti ne risponde direttamente la BMW; nel momento in cui acquistiamo la macchina, non abbiamo più nessun rapporto con il concessionario, che è stato solo un semplice intermediario. La seconda cosa che possiamo dedurre è che investendo in un fondo riduciamo al minimo le possibilità di perdita del capitale. Se io compro 1000 euro di azioni X e X fallisce, ho perso tutto. Ma se io metto 1000 euro nel Fondo Y, al cui interno ci sono azioni di X ed altri strumenti, in caso di fallimento di X il gestore rimpiazzerà X con altri strumenti e la perdità sarà minima, perché in media in un Fondo sono presenti dai 50 ai 150 strumenti, per cui se anche uno solo di questi dovesse fallire o comunque perdere molto valore, la perdita del Fondo sarà minima in quanto minima era la sua presenza, e sopratutto sarà compensata dai guadagni derivanti dagli altri strumenti.

Questi sono i veri punti di forza di un Fondo: avere un gestore esperto che ogni giorno monitora la situazione al posto nostro e compra/vende in base alle opportunità o alle criticità, e diversificare l'investimento su decine e decine di strumenti in modo che i guadagni di ciascuno si vadano a sommare e possano portare un rendimento notevole, mentre le perdite di 1-2-5 strumenti non incidano più di tanto e possano essere immediatamente eliminati dal Fondo da parte del gestore, e rimpiazzati con strumenti migliori.
Ricordiamoci che l'obiettivo del gestore del Fondo coincide con il nostro, ovvero ottenere un rendimento, perché lui è stipendiato in base al rendimento che ottiene. Potete vedere voi stessi su qualsiasi sito di analisi fondi (ad esempio Morningstar.it) che anche il Fondo più sfortunato e gestito meno bene, nel medio-lungo periodo (dai 5 anni in su) ha ottenuto un rendimento positivo. Infine, un Fondo per definizione non può fallire, per cui non ci sarà mai il rischio di perdere tutti i propri soldi, perché composto appunto da decine di strumenti il cui ricambio continuo è garantito dal gestore, il quale va alla continua ricerca di strumenti che possano dare un rendimento, eliminando immediatamente quelli che registrano delle perdite o che sono a rischio fallimento.

A presto con il prossimo articolo sull'educazione finanziaria.

Articolo del:


di Jacopo Giovannoli

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