Essere lungimiranti in finanza


La scelta di uno strumento finanziario è l’ultimo step di un lungo lavoro da compiere
Essere lungimiranti in finanza

Vi sono risparmiatori fai da te che cercano prodotti finanziari, guardano il rendimento, controllano sommariamente il rischio, leggono liste di report di case diverse. Si informano attraverso i media.

Un lavoro che porta via tempo, crea spesso confusione e alla fine il rischio alto è quello di fare scelte sbagliate pensando di essere nel giusto.

Non c’è nulla di peggio che esser convinti di fare la cosa giusta... e ritrovarsi, invece, sulla strada sbagliata.

La scelta di uno strumento/prodotto finanziario è l’ultimo gradino di una scala molto lunga di lavoro che bisogna compiere prima di giungere li.

Il primo gradino è porsi delle sane domande. Il patrimonio di cui disponiamo è il nostro tesoretto. Capire di proteggerlo ci pone al riparo dai pirati del mercato.

Il secondo è valutare attentamente tutte le variabili e gli elementi di cui è composto il nostro patrimonio.

E poi il terzo gradino, scegliere i nostri obiettivi di vita che nel tempo vogliamo raggiungere.

Quarto gradino, pianificare con cura i diversi orizzonti temporali.

Quinto, sesto, settimo... etc a salire...

Tutto facile vero? Non lasciamoci ingannare dall’idea che sia più semplice fare da sé.

Perché tanto si pensa che basta leggere. Basta seguire quello che fa l’amico, perché lui gioca bene... in borsa è fortunato!

Qui non si tratta di fortuna/sfortuna.

Il lavoro di pianificatore finanziario è un lavoro che presuppone conoscenza approfondita della materia, attenta analisi dei bisogni/obiettivi del cliente, valutazione corretta di tutto ciò che è parte del patrimonio, studio di soluzioni adeguate e costante monitoraggio.

A supporto viene in aiuto la normativa MIFID 2 direttiva europea, entrata in vigore il 3 gennaio 2018. Le nuove norme pongono l’accento su una maggiore trasparenza nel rapporto tra intermediari finanziari e clienti, promuovendo inoltre una maggiore consapevolezza negli investitori.

Le nuove norme si traducono in una maggiore trasparenza sui costi, infatti, gli operatori devono informare gli investitori di tutti gli oneri da sostenere, in modo da offrire un quadro dettagliato che permetta ai clienti di conoscere i costi associati al singolo strumento finanziario in modo aggregato.

Ma non si parla solo di chiarezza nei costi. I consulenti finanziari devono conoscere in modo molto più preciso che in passato i propri clienti. Devono appurare le loro esperienze e le loro conoscenze finanziarie. Devono capire qual è la reale disponibilità finanziaria e qual è la propensione al rischio. Solo raccogliendo un numero maggiore di informazioni si può proporre lo strumento finanziario più adatto per il cliente, secondo target specifici e un perimetro d’azione circoscritto. Anche in questo caso il principio guida è quello della trasparenza: non basta fornire le informazioni corrette, occorre che siano chiare e complete.

La nuova normativa europea punta a rimuovere la negligenza negli operatori, proprio nell’obiettivo di tutelare i clienti. Inoltre le imprese finanziarie devono dimostrare alle autorità di vigilanza di compiere il proprio servizio attraverso personale con competenze adeguate ai prodotti offerti. La Mifid 2 rafforza i poteri delle autorità di controllo, che possono proibire o limitare la vendita e il collocamento di alcuni strumenti finanziari perché ritenuti troppo rischiosi per i singoli investitori o per l’intero sistema finanziario.

Le tutele, quindi, non mancano, ma grazie a questa nuova normativa si rafforzano nei confronti dei risparmiatori…

Il mondo della finanza è complesso… tante sono le variabili da tenere in considerazione e sicuramente il fai da te porta con sé un’aggiunta di rischio… perché portare sulle spalle un peso maggiore?

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di Dott.ssa Rossella De Cicco

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