Expert Investors in Europe: un meeting illuminante!
Ho avuto la possibilità di partecipare a una conferenza denominata “Expert Investors Europe” in cui erano invitati solo 25 consulenti finanziari e ci sono stati presentati sei prodotti finanziari molto particolari che, applicando rigide regole di investimento, riescono ad ottenere risultati particolarmente brillanti.
Ho avuto modo, quindi, di riflettere su quello che effettivamente deve fare un consulente per i suoi clienti per gestire al meglio i loro risparmi.
La cosiddetta analisi delle esigenze attraverso la quale appurare quali siano le intenzioni e i desideri del risparmiatore rispetto ai risparmi messi a disposizione rimane imprescindibile. Occorre sapere per quanto tempo il cliente può detenere attivo l’investimento, cosa deve eventualmente fare alla scadenza dello stesso, quali rischi è disposto a correre rispetto ai rendimenti desiderabili.
Tutto questo va poi declinato da parte dei consulenti in un insieme di strumenti finanziari che possano portare a ottenere il raggiungimento degli obiettivi.
Il consulente, quindi, non può e non deve pensare solo alle performance ottenute dai vari fondi, anche perché come si scrive nei prospetti informativi, non è detto che i risultati passati si possano replicare in futuro.
La situazione e le scelte vanno effettuate cercando di conoscere il metodo d’investimento o stile di gestione della casa prodotto o del singolo fondo per cui in alcuni settori è più valido investire con metodo “growth” e in altri con metodo “value”, ma ci sono altre metodologie; ad esempio, i gestori di una casa prodotto conosciuta all’Investor Day scelgono le aziende analizzando il prezzo e il rapporto prezzi/utili sulla base dell’indice di Shiller, il che garantisce i risparmiatori che non saranno mai acquistate aziende sopravvalutate.
Occorre poi avere una visione: cosa penso che succederà nei prossimi cinque-dieci anni?
Ecco perché in questi mesi analizzo l’andamento dei Macrotrend.
Sappiamo che l’innovazione tecnologica sarà sempre più dirompente e le tecnologie “disruptive” fondamentali, che l’ambiente e la sostenibilità saranno l’argomento principale per l’attuazione degli accordi di Parigi per il 2030 per cui i fondi con filtro ESG sono diventati inevitabili ormai.
Inoltre, sappiamo che occorre puntare sull’aumento della popolazione e dei suoi consumi e che l’invecchiamento e l’urbanizzazione sono processi irreversibili.
Tutto l’insieme delle variabili fin qui descritte consente di fare scelte che non siano dettate dall’onda emotiva o dalle performance eccezionali del momento o dalla paura quando i mercati svoltano in negativo.
Se applico la mia visione pluriennale e scelgo fondi rigorosi nell’applicazione della loro disciplina dell’investimento, sono sicuro che nessuna scelta politica sbagliata influirà a lungo sui miei portafogli, che un mercato profondamente negativo come nell’autunno 2018, non creerà troppi problemi ai miei clienti e che i momenti peggiori saranno superati in fretta, partecipando in maniera più che proporzionale alla ripresa dei mercati, come sta avvenendo in questo primo quadrimestre del 2019.
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