Fee only o tied agent?
Il tuo consulente finanziario è davvero "indipendente"?
Poche domande per scoprirlo
Poche domande per scoprirlo
Con la "MIFID 2", che mira a eliminare le salate retrocessioni, promuovendo la trasparenza dei costi degli investimenti a vantaggio dei risparmiatori, si assiste a una massiccia e quasi miracolosa conversione di bigliettini da visita, blog, ecc: sparisce la parola "promotore finanziario", sostituita da "consulente finanziario" o "financial advisor" e simili.
Un fenomeno prodigioso che non cambia la sostanza dei soggetti denominati tied agent (promotore finanziario). Attenzione a non farsi ingannare da nomi e sigle, ma cercare, con razionalità, di capire se siete di fronte alla vera consulenza finanziaria indipendente.
Poche semplici domande per riconoscere il consulente davvero indipendente.
A. Usa ETF, obbligazioni, azioni e fondi comuni a basso costo?
Ricordate: il consulente indipendente non guadagna sugli strumenti finanziari che inserisce in portafoglio (nessuna retrocessione), ma riceve una commissione fissa o percentuale (fee only), che prescinde dai prodotti finanziari. In particolar modo, il Fee Only Financial Planner tenderà a privilegiare strumenti finanziari con commissioni di gestione e TER basse, perché a parità di altre condizioni le performance saranno migliori e il cliente più contento di averlo come consulente. Perciò, se nello strumentario del consulente ci sono solo fondi comuni, polizze unit-linked e mancano ETF, azioni e obbligazioni, è lecito insospettirsi che i guadagni del "consulente" arrivino da retrocessioni, in perfetto conflitto d’interesse con voi.
B. Qual è il costo della consulenza?
Se tra commissioni di gestione e commissioni di consulenza pagate ogni anno una cifra elevata, insospettitevi, a meno che non siano inclusi molti servizi di alto livello (di solito indirizzati a chi possiede grandi patrimoni: parlo di consulenza fiscale, successoria, ecc... Perché guardate che il nuovo giochetto di molte reti di promotori e bancarie è questo: se prima pagavi 3% all’anno di commissioni di gestione e io me ne tenevo i 2/3, cioè 2%, ora il 2% o giù di lì te lo retrocedo, ma mi tengo il 2% di commissione di consulenza... Ma allora, cos’è cambiato? Niente, giusto il nome delle cose, non certo la sostanza.
C. Insiste a dire che non vende prodotti propri?
È irrilevante, perché il conflitto d’interessi c’è anche sui prodotti altrui e nasce dal fatto che vi vendono un prodotto, anziché un altro, solo perché su di esso guadagnano di più. Il conflitto d’interesse è legato alle retrocessioni delle commissioni, non importa se di prodotti della casa o di terzi.
D. Propone frequentemente polizze unit-linked?
Le polizze unit-linked sono prodotti opachi, che sembrano nati apposta per nascondere commissioni. Non c’è quasi mai motivo di preferire una unit-linked all’acquisto separato di una polizza vita o morte (generalmente economica) e un investimento in prodotti d’investimento a basso costo come gli ETF o, in un futuro che si sta materializzando, i fondi comuni quotati in Borsa.
Consulta l’elenco degli studi professionali e delle società di consulenza finanziaria indipendente fee only su http://www.nafop.org/
Un fenomeno prodigioso che non cambia la sostanza dei soggetti denominati tied agent (promotore finanziario). Attenzione a non farsi ingannare da nomi e sigle, ma cercare, con razionalità, di capire se siete di fronte alla vera consulenza finanziaria indipendente.
Poche semplici domande per riconoscere il consulente davvero indipendente.
A. Usa ETF, obbligazioni, azioni e fondi comuni a basso costo?
Ricordate: il consulente indipendente non guadagna sugli strumenti finanziari che inserisce in portafoglio (nessuna retrocessione), ma riceve una commissione fissa o percentuale (fee only), che prescinde dai prodotti finanziari. In particolar modo, il Fee Only Financial Planner tenderà a privilegiare strumenti finanziari con commissioni di gestione e TER basse, perché a parità di altre condizioni le performance saranno migliori e il cliente più contento di averlo come consulente. Perciò, se nello strumentario del consulente ci sono solo fondi comuni, polizze unit-linked e mancano ETF, azioni e obbligazioni, è lecito insospettirsi che i guadagni del "consulente" arrivino da retrocessioni, in perfetto conflitto d’interesse con voi.
B. Qual è il costo della consulenza?
Se tra commissioni di gestione e commissioni di consulenza pagate ogni anno una cifra elevata, insospettitevi, a meno che non siano inclusi molti servizi di alto livello (di solito indirizzati a chi possiede grandi patrimoni: parlo di consulenza fiscale, successoria, ecc... Perché guardate che il nuovo giochetto di molte reti di promotori e bancarie è questo: se prima pagavi 3% all’anno di commissioni di gestione e io me ne tenevo i 2/3, cioè 2%, ora il 2% o giù di lì te lo retrocedo, ma mi tengo il 2% di commissione di consulenza... Ma allora, cos’è cambiato? Niente, giusto il nome delle cose, non certo la sostanza.
C. Insiste a dire che non vende prodotti propri?
È irrilevante, perché il conflitto d’interessi c’è anche sui prodotti altrui e nasce dal fatto che vi vendono un prodotto, anziché un altro, solo perché su di esso guadagnano di più. Il conflitto d’interesse è legato alle retrocessioni delle commissioni, non importa se di prodotti della casa o di terzi.
D. Propone frequentemente polizze unit-linked?
Le polizze unit-linked sono prodotti opachi, che sembrano nati apposta per nascondere commissioni. Non c’è quasi mai motivo di preferire una unit-linked all’acquisto separato di una polizza vita o morte (generalmente economica) e un investimento in prodotti d’investimento a basso costo come gli ETF o, in un futuro che si sta materializzando, i fondi comuni quotati in Borsa.
Consulta l’elenco degli studi professionali e delle società di consulenza finanziaria indipendente fee only su http://www.nafop.org/
Articolo del: