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Mediazione familiare: i figli al centro rispetto alle esigenze degli adulti


I figli hanno il diritto di essere informati e accompagnati dai genitori a comprendere la separazione dei genitori
Mediazione familiare: i figli al centro rispetto alle esigenze degli adulti

Il film commedia intitolato “Mamma o Papà?” uscito al cinema nel febbraio del 2017 e recentemente riproposto alla televisione può rappresentare lo spunto per affrontare una questione tipica che riguarda la coppia quando decide di porre fine alla propria relazione con una separazione e/o un divorzio.

Il film racconta la storia di una coppia formata da Valeria (Paola Cortellesi) e Nicola (Antonio Albanese) che dopo 15 anni di matrimonio decidono di divorziare in maniera civile. Sono d’accordo su tutto, alimenti, case, affidamento congiunto dei figli, senonché capita ad entrambi un’opportunità lavorativa all’estero che rappresenta l’occasione della vita. Tra i due sorgerà il problema della custodia dei figli e, dal momento che non riusciranno a decidere chi di loro si prenderà cura degli stessi, decideranno che a stabilirlo dovranno essere i propri figli. I due coniugi, decisi a non rinunciare alla loro occasione lavorativa, daranno vita tra di loro ad una lotta per far sì che i figli decidano per l’altro genitore.

Una storia alquanto surreale, comica, che fa sorridere, che ci mostra una coppia diversa dalle normali coppie che si divorziano, ma che non diversamente dalle stesse si trovano a dover affrontare la questione di come dare la notizia della separazione ai figli e a compiere una serie di errori. I genitori del film si sentono impreparati, cercano di corrompere il giudice con una cena pur di essere aiutati nel difficile compito d'informare i figli.

Quando bisogna farlo? Chi lo deve dire? Cosa bisogna dire? Qual è il momento migliore per farlo? Quanto tempo deve passare dalla notizia agli effettivi cambiamenti?

Sono spesso anche queste le domande che i genitori che si separano si pongono.

Sicuramente una cosa è certa: prima di dirlo bisogna essere sicuri che la scelta del divorzio sia quella definitiva, non pretendere che i cambiamenti avvengano dalla sera alla mattina e cercare, poi, di rispettare la sensibilità dei bambini e dei ragazzi che non dovrebbero mai sapere della separazione da terze persone.

Ci sono genitori che pensano che i bambini non siano in grado di capire o, peggio ancora, che siano in grado di capirlo da soli che mamma e papà si stanno separando e, perciò, non danno spiegazioni, prendono tempo per fargli accettare passivamente la situazione, credendo che prima o poi arriverà la comprensione, il tempo che aggiusta tutto, ma così facendo vanno ad alimentare dubbi ed equivoci.

I genitori non devono avere paura di dire ai figli la verità; è sufficiente che usino un linguaggio semplice e adeguato all’età senza entrare nei dettagli specie se molto piccoli, che facciano fronte comune su ciò che dev’essere detto, naturalmente evitando d’incolparsi l’uno con l’altro e, infine, che li rassicurino del fatto che potranno sempre fare affidamento su di loro.

Certo, tutto questo può sembrare impossibile d’affrontare se tra i due manca una vera comunicazione! Ma in questo i genitori possono essere supportati da un Mediatore Familiare.

I figli vengono prima di tutto e vanno salvaguardati, “messi sempre al centro rispetto alle esigenze degli adulti”, queste sono le parole della Garante per l’infanzia e l’Adolescenza, Filomena Albano.

"Quando si parla di separazione non si può fare riferimento ai soli aspetti giuridici perché questa rappresenta un momento di cambiamento e di difficoltà non solo per gli adulti, ma anche per i figli che inevitabilmente la subiscono. I figli hanno il diritto di essere informati e accompagnati dai genitori a comprendere la separazione dei genitori in modo adeguato all’età e alla maturità e a vivere il passaggio ad una nuova fase familiare senza che ciò avvenga come un fulmine a ciel sereno". Un principio chiaro, contenuto nell’art. 3 della Carta dei diritti dei figli nella separazione, finalizzato a rendere consapevoli i figli dei diritti di cui sono portatori, ma anche volto a contribuire alla crescita culturale e sociale dei genitori e della società.

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