Finache le banche...non sono tutte uguali


Con la BRRD il mondo è cambiato, se una banca va in difficoltà, le conseguenze negative toccano tutti coloro che con la banca hanno un rapporto
Finache le banche...non sono tutte uguali
Finanche banche....
...NON sono tutte uguali!!!
C’era un tempo nel quale, quando si parlava di un grande centrocampista, capace di dettare il ritmo della partita e di far uscire la propria squadra dalle difficoltà di affrontare il forte pressing degli avversari, si diceva "date la palla a lui, è come metterla in banca".
Si sottintendeva che la locuzione "in banca" fosse sinonimo de "il posto più sicuro" dove mettere qualcosa.
Ma è ancora così? Penso di no, e purtroppo per noi, a pensarla così non sono solo io, ma il Legislatore, Comunitario e Nazionale, e soprattutto "il MERCATO", cioè l’insieme di tutti coloro che in qualche modo movimentano i denari del mondo.
Non è più così perché il Legislatore Comunitario ha prodotto la BRRD, cioè la Bank Recovery and Resolution Directive, la direttiva che nei fatti da il via al "BAIL-IN" del sistema bancario.
Da quel punto in poi non è più possibile, o perlomeno diventa piuttosto improbabile, che le difficoltà di una Banca, o di un Gruppo Bancario, possano essere coperte dallo Stato, e quindi dai contribuenti tutti, al posto di chi invece, in quella Banca, o in quel Gruppo Bancario, abbia davvero un interesse, sia esso come azionista, come obbligazionista o come semplice cliente correntista.
Con le procedure di "bail.in" o sarebbe meglio dire, di "salvataggio interno", gli azionisti, gli obbligazionisti e finanche i correntisti sopra i 100.000 euro per codice fiscale, possono vedersi espropriare il proprio denaro investito, o anche solo depositato, per ripianare le eventuali perdite dell’Istituto in difficoltà.
Ma se non tutte le banche sono uguali, perché alcune possono fallire, come Banca Marche o andare in seria difficoltà come MPS, allora come possiamo fare per capire DOVE ed a CHI rivolgere lo sguardo.
Inutile dire che per i propri soldi sarebbe il caso di comportarsi come per la propria salute, rivolgendosi al medico adatto, cioè ad un Consulente Finanziario tra quelli iscritti all’OCF, l’albo apposito, meglio se certificato EFPA, cioè certificato competente come Financial Advisor o Financial Planner, dalla Associazione che riunisce a livello europeo i professionisti del settore.
In ogni caso, la solidità di una Banca può essere analizzata come una tipica impresa, andandone a vedere i requisiti patrimoniali necessari a garantire la attività tipica che la Banca svolge, cioè la raccolta e l’impiego del denaro.
L’indicatore tipico per questo tipo di verifica si chiama CET 1Ratio:
L’acronimo CET1 ratio sta in realtà per Common Tier Equity 1 ratio ed è il maggiore indice di solidità di una banca. Questo rapporto, espresso in percentuale, viene calcolato rapportando il capitale ordinario versato (Tier 1) con le attività ponderate per il rischio.
Cosa significa in sintesi questo rapporto? In sostanza il CET1 ratio ci dice con quali risorse l’istituto oggetto di valutazione riesce a garantire i prestiti concessi ai clienti ed i rischi rappresentati dai crediti deteriorati (o non performing loans).
Di sotto una classifica aggiornata ad agosto...per dare un’occhiata prima di andare però a parlare con un vero professionista del settore.
BANCA - CET 1 RATIO Aggiornato Agosto 2017
Fineco Bank 22,14%
Mediolanum 21,90%
Generali 17,00%
Mediobanca 13,50%
BPER 13,17%
Intesa San Paolo 13,00%
Unicredit 12,80%
Ubi Banca 11,32%
Banco BPM 10,40%
Banca Carige 11,40% (dato 2015)
Popolare di Sondrio 11,09% (dato 2015)
Deutsche Bank 11,25% (dato 2015)
Monte dei Paschi di Siena 8,17% (dato 2015)

Articolo del:


di andrea turriziani

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