Finanziamenti fino a fine anno, poi stretta al credito


Perchè è meglio valutare l'ipotesi di un finanziamento entro la fine del 2020
Finanziamenti fino a fine anno, poi stretta al credito

Credo sia superfluo spendere ulteriori parole su quanto accaduto quest’anno, resta il fatto che l’emergenza sanitaria ci ha imposto grandi cambiamenti sociali e ha avuto pesanti effetti economici.

Viviamo una “stagione” di incessanti interventi per cercare di contrastare gli effetti della crisi economica: nei diversi Decreti che si sono susseguiti da marzo ad oggi diverse misure hanno riguardato aspetti finanziari e in particolare il sostegno alla liquidità aziendale.   

A tal proposito, è il momento opportuno per alcune considerazioni e per cogliere alcune opportunità.

Spesso e volentieri si sente dire che le banche offrono denaro quando non serve e viceversa lo neghino quando l’impresa ne ha bisogno. Senza voler entrare troppo nel dettaglio di alcuni tecnicismi, possiamo dire che l’osservazione è tendenzialmente vera, ma alla base ci sono delle ragioni, o meglio delle spiegazioni.      

Le banche vivono del ritorno sul denaro che prestano e, quindi, hanno tutto l’interesse a svolgere questa attività, tuttavia le normative europee degli ultimi anni impongono loro una grande attenzione nell’attività di erogazione ed una forte selezione nella scelta dei soggetti a cui concedere credito.

Ad esempio l’IFRS 9 impone agli istituti di credito di accantonare, il che significa non poter utilizzare, una cifra via via maggiore in funzione del rating (per approfondimenti in tema leggi l'articolo "L'importanza del rating nell'accesso al credito") dell’impresa a cui vengono erogati i fondi, fino ad arrivare a dover accantonare 100 a fronte di 100 di prestito, ciò a tutela di tutti gli altri creditori della banca.

In altri termini meno il soggetto richiedente offre idonee garanzie di restituzione, perché in difficoltà, più la banca è costretta ad accantonare liquidità e l’operazione diviene meno conveniente.

Pertanto, più un’impresa manifesta difficoltà e bisogno di fondi, più sarà difficile che li ottenga.  Di norma questa situazione può essere superata cercando di costruire il giusto mix di fonti proprie e finanziamenti di terzi finché l’impresa è in salute.

Tornando più strettamente al presente, è immediato comprendere come i bilanci di recente depositati in riferimento all’anno 2019 ancora non risentano della crisi legata al COVID-19, mentre ne risentiranno, più o meno pesantemente, quelli 2020, in cui si incontreranno maggiori difficoltà a dimostrare la propria affidabilità creditizia.      

Se da una parte, in caso di richiesta di finanziamento verrà richiesto di presentare un bilancio provvisorio 2020, dall’altro lato le analisi in corso di istruttoria vengono fatte sui bilanci ufficiali, ossia depositati, pertanto non bisogna trascurare questo fattore e avendo a mente quanto sopra, s’intuisce che è più che mai opportuno valutare l’idea di chiedere un finanziamento oggi senza aspettare domani.

Ci sono poi altri fattori che suggeriscono di fare questa riflessione in tempi ancor più brevi, ossia entro il 31/12/2020, infatti il Decreto Liquidità ha introdotto diverse agevolazioni per l’anno in corso che difficilmente saranno prorogabili, tra cui l’accesso alla garanzia pubblica.

Fino al 31/12 le PMI con meno di 499 dipendenti e le persone fisiche che svolgono attività d’impresa, arti o professioni possono ottenere la copertura al 100% sui finanziamenti fino a 30.000 € senza alcuna valutazione del merito di credito. Sui prestiti superiori, fino a 5 milioni, invece, la garanzia può raggiungere il 90% e il merito di credito viene valutato solo sulla base dei dati degli ultimi due bilanci o dichiarazioni fiscali, ovvero 2018 e 2019. Nel 2021 riprenderanno le segnalazioni in Centrale Rischi di Banca d’Italia e tale documento tornerà ad avere un peso importante nel modulo andamentale che di norma costituisce parte nella valutazione per l’accesso alla garanzia pubblica.       

Queste considerazioni sono fondamentali perché detta garanzia abbassa il rischio insoluti per le banche che vengono poste nella condizione di erogare fondi a rischio nullo o quasi, ossia senza obbligo di accantonamenti, il che come spiegato sopra costituisce un chiaro incentivo per le banche.

Sia ben chiaro che quanto detto non vuole essere un invito ad indebitarsi il più possibile, bensì a riflettere sulle condizioni di favore alle quali si può accedere al credito ancora per un paio di mesi e che potrebbero servire per avere maggiore respiro nei prossimi mesi.

 

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di Dario Taramasso

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