Fine anno: rally o frenata?
Il mese di novembre è iniziato sotto i migliori auspici borsistici dopo un settembre e un ottobre non particolarmente brillanti.
I dati economici continuano a non brillare, ma proprio per questo sia la BCE che la FED hanno ulteriormente adottato politiche espansive per fare uscire le economie dalla dinamica del rallentamento cui sembra le abbia condannate la questione della guerra dei dazi tra USA e Cina.
Per questo motivo il riavvicinamento tra le due superpotenze ha dato il là ad un rialzo repentino delle Borse.
La situazione per molti gestori è la seguente:
- Economie in rallentamento significa che le banche centrali rimarranno accomodanti per far partire la ripresa;
- Le elezioni che si avranno negli USA esattamente tra 1 anno costringeranno Trump a cercare un accordo con la Cina e a presentarsi con un’economia che cresce a vele spiegate;
- La Brexit che sta venendo fuori con l’ultimo accordo firmato dal premier inglese è molto soft e fuga le paure;
- I tassi permanentemente negativi comportano che dalle obbligazioni non verrà alcun valore.
Per tutti questi motivi si prevedono ancora per un bel po’ di mesi mercati positivi un po’ ovunque.
Ultima considerazione: i fondi caratterizzati dall’analisi ESG stanno mostrando a tutti i livelli una capacità di dare ai propri sottoscrittori un’extra performance, soprattutto laddove sono legati alle dinamiche dei macrotrend.
Come pensavo, in questa fase il mercato italiano è uno dei più brillanti al mondo.
Dimenticate le liti con la UE per completare la Legge di Bilancio dello scorso anno, lo spread è crollato e si pensa che possa scendere ulteriormente verso gli 80 punti al livello dello spread spagnolo o portoghese.
Questo fa sì che il mercato italiano cresca molto velocemente visto quanto era rimasto indietro. A oggi le quotazioni ci dicono che il mercato quota 12 volte gli utili aziendali contro una media storica di 14 e, quindi, c’è un potenziale 15% di sottovalutazione del mercato italiano ancora da recuperare.
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