Fistole anali: sintomatologia


Fistole anali: una patologia perfida che ti colpisce senza dare grossi segni e spesso si manifesta casualmente quando diventa grave
Fistole anali: sintomatologia
Le fistole anali sono una patologia infida, la quale per la maggior parte della sua storia naturale, non dà segni di se o da solo sintomi minimi spesso non apprezzati dal pazienti, o archiviati quali disturbi minori che non meritano l’accesso presso un medico. Solo quando questa tunnel infettivo compare all’esterno della cute (epifania della fistola) ci si accorge all’improvviso di questa seria patologia. Il motivo di questo modo di procedere della fistola è dovuto ai seguenti fattori:
1. Per la maggior parto del suo percorso la fistola attraversa tessuti privi di terminazioni nervose come il grasso perianale e in questa sede può presentare solo un a febbricola borderline (37°) e presentare dal punto di vista del laboratorio sono un aumento della VES e della PCR i quali essendo segni di infiammazione aspecifica spesso viene attribuita in assenza di altri segni evidenti a qualche dente cariato, a un po’ di cistite ecc.
2. Spesso si hanno disturbi urinari che non vengono ricollegati alla fistola; invece quando si presentano cistiti a ripetizione, bisogna pensare alla fistola in quanto questa nel suo percorso nel grasso sia attraverso i linfatici retto vescicali, sia per via del circolo venoso trasferisce batteri alla vescica (soprattutto escherichia coli) che se trovano le urine alcaline si sviluppano causando cistiti a ripetizione.
3. Spesso disturbi locali vengono attribuiti anzi che alla fistola, a emorroidi, proctiti ecc. ed il paziente invece che rivolgersi al medico si automedica con pomate a pillole fai da te
4. Quando finalmente e casualmente si verifica l’epifania della fistola con la classica triade: foro cutaneo (ma può essere anche localizzato all’interno del retto), emissione di pus e dolore insopportabile allora la diagnosi appare in tutta la sua evidenza e finalmente il paziente si rivolge al medico.
5. Spesso dopo uno dei classici interventi per fistola anale, il paziente è convinto di essere guarito, e spesso purtroppo lo è anche il chirurgo, ma dopo mesi o più raramente anni, che ci si è scordati delle sofferenze patite, questa condanna divina, si ripresenta più grave di prima gettando il paziente nello sconforto, e in questi casi la terapia chirurgica classica diventa ancora più dolorosa e il rischio di recidiva aumenta esponenzialmente in quanto nelle more la fistola è diventata ancora più ramificata e senza la giusta diagnostica e il giusto intervento difficilmente ci si libererà di questo flagello divino.

I sintomi più frequenti sono il dolore, la sensazione di tumefazione dolente, la cute potrà apparire più calda ed arrossata, si noterà un aumento del dolore toccando la zona infiammata, a volte questa tumefazione può aprirsi in un piccolo punto e permettere la fuoriuscita di materiale giallo a volte maleodorante (pus) con talvolta la presenza di sangue. La quantità di liquido potrà variare (fuoriuscite di piccole o abbondanti quantitativi di pus e sangue). Una volta che si realizza questa evenienza il dolore se presente tende a ridursi ed anche la febbre tende ad attenuarsi, ma questo non significa che la fistola è guarita ma la sua detersione attenua i sintomi e può portare alla chiusura della fistola che è pronta a riaprirsi non appena l’ossigeno penetrato non sarà stato esaurito.

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di Dott. Gaspare Biundo

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