Flash BCE
Nella riunione di oggi la BCE ha confermato la fine del programma di QE, ribadendo la forward guidance sui tassi (ovvero, che non saranno alzati prima della fine dell’estate del 2019) e al contempo rafforzando anche la guidance sul reinvestimento dei titoli in scadenza, il tutto in linea con le nostre attese e senza presentare sostanziali novità di politica monetaria. Un aspetto importante emerso è che la BCE ha riconosciuto per la prima volta che i rischi per lo scenario di crescita si stanno spostando verso il basso (“the balance of risks is moving to the downside”), pur giudicandoli ancora nel complesso neutrali e mantenendo una view costruttiva per l’Area Euro. Era, del resto, ragionevole attendere un atteggiamento di questo tipo, vista l’incongruenza di sottolineare eccessivamente i rischi al ribasso sullo scenario nel momento in cui si decide la conclusione del programma QE. In ogni caso, la BCE, in linea con quanto fatto finora, rimane cauta e prudente e riconosce la necessità di continuare a fornire un ampio stimolo di politica monetaria.
Se nelle prossime settimane i dati dovessero continuare a deludere, nella riunione di gennaio la BCE riconoscerà pienamente che i rischi sono diventanti al ribasso e agirà di conseguenza, incaricando le commissioni tecniche di lavorare per studiare misure di supporto per la liquidità alle banche, che verranno annunciate a marzo. Misure di supporto per le banche verranno decise comunque, anche nel caso in cui i dati dovessero al margine migliorare o restare invariati, ma verranno disegnate sulla base di quanto sarà necessario per fronteggiare il peggioramento o meno della congiuntura. Potranno, infatti, essere previsti semplici strumenti per fornire liquidità alle banche ed agevolarne il passaggio dalle TLTRO quadriennali in scadenza a giugno 2020 alle tradizionali aste a lungo termine della BCE (che hanno un orizzonte molto più breve e di soli tre mesi), oppure verranno predisposti veri e propri strumenti di politica monetaria, simili alle TLTRO in scadenza (con orizzonti molto lunghi e orientati al mantenimento del flusso di credito all’economia reale).
Rimane, infine, ancora aperta sia l’opzione di alzare i tassi nell’ultimo trimestre del 2019, sia la possibilità di modificare la guidance, indicando ad esempio che i tassi non saranno alzati prima della fine del prossimo anno, se dovesse essere necessario.
E’ una fine del QE decisamente più dimessa ed in sordina rispetto a quanto poteva essere atteso a giugno (quando venne presa ufficialmente la decisione di terminare il programma), la BCE ne è consapevole ed è pronta a disegnare misure di supporto, in ragione di quelle che saranno le esigenze dalla congiuntura. Per ora la porta per un primo rialzo dei tassi a fine 2019 rimane aperta, ma sempre più stretta e complicata dall’elevata incertezza sia politica sia macroeconomica.
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