Fondazioni superficiali: quando e come è meglio avvalersi
La fondazione di un’opera è l'elemento che trasmette i carichi della sovrastruttura al terreno, rispondendo ad alcuni requisiti, tra cui:
1) deve trasmettere al terreno delle tensioni compatibili con quelle che esso è in grado di sopportare;
2) gli stati di tensione nell'elemento strutturale della fondazione devono essere compatibili con quelle ammesse dal materiale da costruzione;
3) non deve causare nella struttura sovrastante distorsioni angolari superiori a quelle che la struttura ammette.
Le fondazioni superficiali sono così catalogate:
• plinti, in cui in cui la base di un pilastro o di un muro viene convenientemente allargata per fornire un supporto individuale al carico;
• platee, in cui un'unica base sopporta un grande numero di carichi;
• travi rovesce, in cui una base di appoggio lunga, stretta e continua, riunisce tutti gli elementi di una stessa linea.
Sulla scelta della profondità del piano di posa della fondazione, intervengono fattori di natura diversa che possono essere, l’influenza del gelo e dell'umidità (ritiri, rigonfiamenti), la discontinuità nel sottosuolo (presenza di cavità, gallerie), l’azione delle acque (erosioni fluviali) ed il livello della falda.
L'effetto del gelo si tramuta in un lento innalzamento del terreno con successivo rapido abbassamento al momento del disgelo. Nelle zone in cui si possono avere, per alcuni giorni, temperature inferiori 0°, conviene, in terreni limosi o sabbiosi, porre la fondazione a una profondità di circa 1,00 metro (in Italia).
Per quanto riguarda l'umidità, va tenuto presente che le sue variazioni, specie nei terreni plastici, comportano ritiri e rigonfiamenti che si ripercuotono in innalzamenti ed abbassamenti del piano di posa delle fondazioni e quindi della struttura; tale fenomeno è in genere collegato alle variazioni stagionali. Inoltre, fa risentire la sua influenza in misura diversa nelle varie parti dell'edificio; al centro, infatti, si ha un effetto minore che ai lati per la differente posizione del terreno nei riguardi delle variazioni termiche. Le variazioni di volume dovute a variazioni del contenuto in acqua aumentano all'aumentare dell'indice di plasticità e in Italia diventano poco importanti profondità di circa 1.50 metri rispetto al piano di campagna.
Il problema dell'erosione dovuta all'acqua si presenta in genere nelle fondazioni di ponti ed è legato all'abbassamento del letto dei fiumi durante le piene.
La profondità di erosione è un problema che per la molteplicità dei fattori che investe, richiede un accurato esame idraulico e geotecnico.
Osservazioni in situ e studi su modello hanno mostrato che la profondità di erosione è funzione del restringimento della sezione, della forma della pila e dell'angolo che essa forma con la direzione della corrente oltre della quantità di materiale trattenuto in corrispondenza al ponte.
Nei riguardi della falda freatica va riscontrato che, specie in presenza di terreni permeabili, la presenza della falda obbliga e giustifica l'impiego di drenaggi.
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