Fondi comuni e Sicav


Cosa sono, come si dividono e come sceglierli
Fondi comuni e Sicav
In molti li hanno sottoscritti e lo faranno ancora, in pochi forse sanno realmente cosa sono e come funzionano. I Fondi Comuni sono un patrimonio a sé stante, costituito dal denaro dei risparmiatori e gestito da una Sgr (Società di gestione del risparmio). Il patrimonio è diviso in quote di partecipazione e ogni risparmiatore detiene un certo numero di quote.
Le Sicav (Società di investimento a capitale variabile) si differenziano dai fondi comuni soprattutto per il fatto che i risparmiatori non acquistano quote di partecipazione, ma azioni della società, per cui sono soci, ed hanno la possibilità di esercitare il diritto di voto.
In entrambi i casi vi è una banca depositaria che solitamente è diversa da quella che li colloca e che garantisce il funzionamento delle operazioni. Entrambi rientrano nella definizione di "OICR" cioè Organi di Investimento Collettivo di Risparmio e servono per raccogliere il denaro dei risparmiatori ed investirlo in modo collettivo in base alla tipologia di fondo/sicav prescelta.

Come possiamo comprendere che tipo di Fondo/Sicav stiamo sottoscrivendo?
Ogni società di gestione mette a disposizione dei sottoscrittori un prospetto informativo, consegnato obbligatoriamente al momento della sottoscrizione, che si è semplificato con l’arrivo della direttiva UCITS IV in "Kiid" cioè Key Investor Information Document: contiene le informazioni chiave per comprendere le caratteristiche e il funzionamento del Fondo Comune d'investimento o Sicav.
Il Kiid comunica principalmente le finalità, i rischi ed i costi di un investimento e si compone di 5 sezioni:
- Obiettivi e politica di investimento
- Profilo di rischio e rendimento
- Spese
- Risultati ottenuti nel passato
- Informazioni pratiche

Come sono classificati i fondi?
Esistono oltre 40 categorie di fondi diversi ma possiamo distinguere 5 macro categorie in base alla percentuale di azionario:
- Fondi Liquidità ed Obbligazionari che non possono investire in azioni (tranne per i "misti" che possono investire fino al 20% in azioni)
- Fondi Bilanciati che hanno una percentuale di azionario tra il 10 ed il 90%
- Fondi Azionari che investono almeno il 70% in azionario
- Fondi Flessibili che non hanno vincoli di asset allocation
Chiaramente si evince che il rapporto rischio/rendimento cambia in base al tipo di fondo prescelto.

Qual è la cifra minima per investire in un fondo/sicav ed in che modalità?
Le cifre minime si sono abbassate molto nel tempo arrivando anche a meno di 1.000 euro in alcuni casi per un investimento unico denominato "PIC" (varia per ogni casa di investimento o sgr) e dipende dalle "classi" del fondo/sicav. Ne esistono diverse in base al pubblico a cui si rivolge, mentre la quota da versare scende notevolmente (intorno ai 100 euro) se si sottoscrive un programma di versamenti rateali denominato "PAC" che può avere una durata variabile in base alla Sgr, di solito tra 36 e 180 mesi con picchi anche oltre i 20 anni o indefinita cioè senza una scadenza e si può interrompere solitamente senza nessuna penalità.

A che tipologia di costi andiamo incontro?
Ci sono diverse tipologie di costo. La prima commissione che si affronta è quella una tantum di sottoscrizione o di rimborso che varia in base alla classe prescelta ed alla tipologia di fondo; poi troviamo le "commissioni di gestione" che accomunano tutti i fondi e prevedono una percentuale variabile annua prelevata direttamente dal patrimonio del fondo alle quali si aggiungono "commissioni ricorrenti" legate all’operatività del fondo e in diversi casi le "commissioni di incentivo o performance" che vengono prelevate se il gestore ha raggiunto un risultato superiore ad un parametro prestabilito.
La maggior parte dei costi legati alla gestione di un fondo è espressa tramite un coefficiente denominato "TER" Total Expense Ratio riportato nel prospetto informativo, può essere utile per paragonare fondi simili, cioè appartenenti alla stessa categoria.
Prima si parlava di un parametro di comparazione; ebbene tutti i fondi devono indicare nel prospetto un "benchmark", cioè un parametro oggettivo di riferimento con cui confrontare l'andamento del fondo comune e valutare il profilo di rischio. È costituito da uno o più indici di mercato, elaborati da soggetti terzi, che sintetizzano l'andamento dei mercati in cui investe il fondo.

Fondi Comuni e Sicav possono distribuire cedole periodiche?
Negli ultimi anni, per andare incontro alla richiesta del mercato ormai orfano di cedole interessanti sui titoli di stato e sulle obbligazioni, molte case di investimento offrono i cosiddetti "fondi a distribuzione di proventi" che staccano una "cedola" in un periodo predeterminato (mensile, trimestrale, semestrale o annuale) in base alla tipologia di fondo e alla politica aziendale, ma diversamente dall’amministrato la cedola provoca una diminuzione del valore della quota del fondo/Sicav al momento dello stacco.
Per una questione di spazio non entrerò nei parametri di valutazione tecnica che si dividono in diversi indicatori di rischio assoluto o relativo oppure in base al massimo incremento/perdita raggiunti dal fondo nella sua vita. Citerò solo uno dei parametri più importanti che è "l’indice di Sharpe" che consente di confrontare investimenti con rendimenti e volatilità differenti; semplificando, a parità di rendimenti, ci fa scegliere il fondo che ha rischiato di meno o a parità di rischio il fondo che ha guadagnato di più.

Apro una finestra sui "PIR" essendo un prodotto moda del momento. Molti sono a tutti gli effetti Fondi Comuni sottoscrivibili tramite "PIC" o "PAC" a cui si aggiungono le caratteristiche di avere la completa esenzione della tassazione sui redditi finanziari attualmente del 26% a condizione di mantenere l’investimento per almeno 5 anni consecutivi; l’altra agevolazione è la completa esenzione dall’imposta di successione a carico degli eredi.
Per queste caratteristiche i Pir possono essere aperti da un solo sottoscrittore mentre i normali fondi comuni/Sicav possono prevedere più sottoscrittori con uguali poteri e possibilità di agire.

Esistono altre tipologie di fondi comuni?
Ne esistono diverse altre non citate ed il mercato si trasforma sempre di più. Cito i Fondi Immobiliari (di solito di tipo chiuso non molto diffusi), i Fondi Speculativi (cosiddetti Hedge fund) con soglie di ingresso elevate (500.000 o 1.000.000 di euro), i Fondi di fondi il cui portafoglio è costituito non da titoli ma da quote di altri fondi, in ultimo gli Index fund e gli ETF (Exchange Traded Fund), sempre più in diffusione sono fondi che hanno come unico obiettivo d’investimento quello di replicare l’indice al quale si riferisce (benchmark) attraverso una gestione totalmente passiva.
Gli ETF diversamente dalle altre tipologie di Fondi Comuni/Sicav sono quotati giornalmente come le azioni nel proprio mercato regolamentato di riferimento che in Italia si chiama ETFPlus.

Tengo a sottolineare che in un rapporto con un "Consulente Finanziario" nella scelta del fondo ci si fa aiutare dal professionista oppure viene fatta direttamente dallo stesso in base al progetto di investimento.
Questo articolo è stato fatto soprattutto per raggiungere chi non ha una preparazione specifica nel settore e si vuole avvicinare ad un risparmio consapevole, ma ho inserito dettagli che possono interessare anche chi ha già sottoscritto Fondi Comuni o Sicav e magari non ha compreso tutti i meccanismi collegati.
Come sempre, buona scelta...consapevole!

Articolo del:


di Tommaso Pagliari

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