Fondi pensioni, guida alla previdenza complementare


Guida alla previdenza complementare
Fondi pensioni, guida alla previdenza complementare
Quando si parla di fondo pensione è necessario ricordare che il sistema previdenziale italiano si compone di due grandi pilastri: la previdenza obbligatoria e la previdenza complementare. Il fondo pensione rientra in questa seconda categoria, configurandosi come previdenza integrativa. Il cittadino versa una quota mensile o annuale in un fondo pensione, stipulato in accordo con un istituto di credito o una compagnia assicurativa. Per ogni iscritto al fondo pensione viene creato un conto individuale, al cui interno confluiscono i soldi versati (deducibili ai fini Irpef fino ad un massimo di 5.164,57 euro) e che vengono poi investiti sul mercato finanziario. Esistono fondi pensione negoziali (o chiusi), cioè fondi pensione che sono destinati ai lavoratori dipendenti ai quali si applica uno specifico contratto collettivo nazionale e fondi pensione aperti, al quale ogni cittadino, a prescindere dalla propria occupazione, può iscriversi. Per aderire occorre sottoscrivere il modulo di adesione e scegliere la linea e tipologia di gestione più adatta alle proprie esigenze personali. Nel valutare la gestione è importante considerare sia la propria propensione al rischio sia gli anni mancanti alla pensione pubblica. Molte forme di previdenza offrono percorsi cosiddetti "life-cycle" all'interno dei quali la tipologia di investimento è calibrata automaticamente in funzione degli anni mancanti alla pensione. Dopo due anni di adesione, si può anche chiedere il trasferimento della posizione maturata presso un'altra forma pensionistica complementare.
Quando sono maturati i requisiti per la pensione pubblica, e si è partecipato per un periodo di almeno cinque anni alla previdenza complementare, è possibile trasformare la propria posizione individuale in pensione integrativa (rendita). Si ha inoltre la possibilità di richiedere la liquidazione della posizione individuale fino a un massimo del 50% sotto forma di capitale. Normalmente, sono disponibili diverse forme di rendita: reversibile e non, di importo e durata minima certa, ecc.
Se invece la pensione integrativa maturata è di importo esiguo, si può chiedere la liquidazione dell'intera posizione sotto forma di capitale. Questo accade quando la pensione integrativa derivante dalla conversione di almeno il 70% del montante finale sia inferiore alla metà dell'importo che ogni anno viene fissato dalla legge per l'assegno sociale. Durante la fase di accumulo, è possibile richiedere anticipazioni sul capitale maturato: per spese sanitarie straordinarie documentate: connesse ad interventi e terapie conseguenti a gravissime situazioni relative all'iscritto, al coniuge ed ai figli, non superiore al 75% del montante maturato con tassazione dal 15% riducibile al 9%, a seconda degli anni di partecipazione al sistema pensionistico. Per acquisto o ristrutturazione documentate della prima casa di abitazione per l'iscritto o per i figli, dopo 8 anni dall'iscrizione alla previdenza complementare e per un importo non superiore al 75% del montante maturato con tassazione al 23% applicata ai contributi versati e dedotti e al TFR qualora versato al fondo. Per motivi personali dopo 8 anni dall'iscrizione alla previdenza complementare, per un importo non superiore al 30% del montante maturato e con tassazione al 23% applicata ai contributi versati e dedotti e al TFR qualora versato al fondo. E' possibile chiedere diverse anticipazioni nel corso della permanenza nel sistema pensionistico integrativo, purché le somme anticipate non superino il 75% della posizione maturata e, nel caso di anticipazione per motivi personali, il 30% della posizione maturata, che verranno erogate al netto di quelle già percepite. A seconda della tipologia di adesione è possibile richiedere il riscatto del capitale maturato: con adesione su base individuale è possibile richiedere il riscatto a) del 50%, se si lavora da almeno un anno, b) totale, se non si lavora da almeno 4 anni con tassazione dal 15% riducibile al 9%, a seconda degli anni di partecipazione al sistema pensionistico complementare applicata esclusivamente ai contributi versati e dedotti. Con adesione su base collettiva è possibile richiedere il riscatto totale, oltre che nei casi sopra indicati, anche nel momento in cui si smette di lavorare o si cambi azienda, con tassazione al 23% applicata ai contributi versati e dedotti e al TFR qualora versato al fondo. In alternativa al riscatto si può chiedere che la pensione integrativa venga anticipata a condizione che manchino meno di cinque anni alla maturazione del diritto alla pensione pubblica e che si abbia partecipato alla forma pensionistica complementare per almeno cinque anni.

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di Federico Ciaffoni

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