Fonti delle norme sportive antidoping
Ecco cosa prevedono il WADA, la Convenzione Internazionale di Parigi e la Giunta Nazionale del CONI
A) WADA (World Anti-Doping Agency) è una Fondazione di diritto svizzero i cui fondatori sono Governi e Comitati Olimpici; è stata creata a Losanna nel 1999 e dal 2002 ha la sede principale a Montreal-Canada.
Il Codice Mondiale Anti-Doping WADA è stato inserito, quale Appendice, all’interno della Convenzione Internazionale contro il Doping nello Sport di Parigi del 19.10.2005, adottata nel corso della 23^ Convenzione Generale Unesco ed entrata in vigore l’1.2.2007.
Il Codice WADA nella sua ultima versione, in vigore dall’1.1.2015, è giunto alla 3^ edizione.
L’art. 22.8 del Codice WADA ha fissato all’1.1.2000 il termine per la ratifica della Convenzione Internazionale 19.10.2005 da parte degli Stati sottoscrittori, pena l’impossibilità, per i Comitati Olimpici Nazionali e le Federazioni Nazionali degli Stati non aderenti, di organizzare e/o ospitare eventi e competizioni sportive internazionali (p.es. Olimpiadi, Campionati mondiali ed europei, ecc.).
B) La Convenzione Internazionale di Parigi del 19.10.2005 è stata sottoscritta con il preciso scopo di ostacolare a livello internazionale la produzione, commercializzazione e vendita di Sostanze e Metodi dopanti.
Tale Convenzione è molto importante in quanto ha costituito il "primo strumento giuridico a carattere obbligatorio, nella ricerca di una risposta globale e adeguata alla complessità del fenomeno doping" (Fiormonte-Doping e Processo Antodoping-Maggioli, 2017, pg. 99); essa si compone di 43 articoli, da due Allegati (Lista delle sostanze proibite e Standard per il rilascio della TUE), e da tre Appendici (il Codice Mondiale Antidoping WADA, e gli Standard Internazionali WADA per i Laboratori e per i Controlli).
"Le Appendici, a differenza degli Allegati, non sono parte integrante della Convenzione, costituendo pertanto linee guida, non obbligando quindi i Firmatari alla loro adozione" (Fiormonte-cit-pg.100).
Va aggiunto che il Codice Mondiale Antidoping e la stessa WADA sono il prodotto di iniziative private, che a stretto rigore non potrebbero vincolare le politiche dei governi; ciononostante "il loro richiamo nella Convenzione di Parigi 19.10.2005 ha consentito di definire l’attività statale dei soggetti Firmatari in materia di Doping e di articolare meglio una strategia Antidoping coordinata e standardizzata su scala mondiale" (Fiormonte-cit.-pg.100).
Di grande importanza sono gli articoli 3 e 4 della suddetta Convenzione Internazionale; l’art. 3 contiene il richiamo ai Principi del Codice WADA e l’art. 4 contiene il riconoscimento della leadership dell’Agenzia Mondiale Antidoping WADA nella lotta contro il Doping nello Sport.
L’Italia con la L. n. 230 a data 26.11.2007 ha ratificato la Convenzione Internazionale contro il Doping nello Sport del 19.10.2005 ed ha istituito NADO Italia quale Organizzazione Nazionale Antidoping; NADO Italia costituisce derivazione funzionale di WADA e la sua attività è sottoposta a vigilanza e verifica da parte di WADA.
NADO Italia è articolata nei seguenti organismi:
- Comitato Controlli Antidoping (CCA);
- Comitato per le Esenzioni ai Fini Terapeutici (CEFT);
- Procura Nazionale Antidoping (PNA);
- Tribunale Nazionale Antidoping (TNA).
C) La Giunta Nazionale del CONI, in data 17.1.2017 ha emanato le NSA (Norme Sportive Antidoping), le quali costituiscono il Documento Tecnico Attuativo del Codice WADA e dei relativi Standard Internazionali all’interno dello Stato Italiano.
Le Norme Sportive Antidoping (NSA) sono composte da:
- Codice Sportivo Antidoping (CSA);
- Disciplinare dei Controlli e Investigazioni (D-CI);
- Disciplinare Esenzioni per Fini Terapeutici (D-EFT).
Le NSA sono adottate da NADO Italia e disciplinano, nell’ambito dell’Ordinamento Sportivo Italiano, in via esclusiva, la materia Antidoping e le condizioni da rispettare nell’esercizio dell’attività sportiva.
Il Codice Mondiale Anti-Doping WADA è stato inserito, quale Appendice, all’interno della Convenzione Internazionale contro il Doping nello Sport di Parigi del 19.10.2005, adottata nel corso della 23^ Convenzione Generale Unesco ed entrata in vigore l’1.2.2007.
Il Codice WADA nella sua ultima versione, in vigore dall’1.1.2015, è giunto alla 3^ edizione.
L’art. 22.8 del Codice WADA ha fissato all’1.1.2000 il termine per la ratifica della Convenzione Internazionale 19.10.2005 da parte degli Stati sottoscrittori, pena l’impossibilità, per i Comitati Olimpici Nazionali e le Federazioni Nazionali degli Stati non aderenti, di organizzare e/o ospitare eventi e competizioni sportive internazionali (p.es. Olimpiadi, Campionati mondiali ed europei, ecc.).
B) La Convenzione Internazionale di Parigi del 19.10.2005 è stata sottoscritta con il preciso scopo di ostacolare a livello internazionale la produzione, commercializzazione e vendita di Sostanze e Metodi dopanti.
Tale Convenzione è molto importante in quanto ha costituito il "primo strumento giuridico a carattere obbligatorio, nella ricerca di una risposta globale e adeguata alla complessità del fenomeno doping" (Fiormonte-Doping e Processo Antodoping-Maggioli, 2017, pg. 99); essa si compone di 43 articoli, da due Allegati (Lista delle sostanze proibite e Standard per il rilascio della TUE), e da tre Appendici (il Codice Mondiale Antidoping WADA, e gli Standard Internazionali WADA per i Laboratori e per i Controlli).
"Le Appendici, a differenza degli Allegati, non sono parte integrante della Convenzione, costituendo pertanto linee guida, non obbligando quindi i Firmatari alla loro adozione" (Fiormonte-cit-pg.100).
Va aggiunto che il Codice Mondiale Antidoping e la stessa WADA sono il prodotto di iniziative private, che a stretto rigore non potrebbero vincolare le politiche dei governi; ciononostante "il loro richiamo nella Convenzione di Parigi 19.10.2005 ha consentito di definire l’attività statale dei soggetti Firmatari in materia di Doping e di articolare meglio una strategia Antidoping coordinata e standardizzata su scala mondiale" (Fiormonte-cit.-pg.100).
Di grande importanza sono gli articoli 3 e 4 della suddetta Convenzione Internazionale; l’art. 3 contiene il richiamo ai Principi del Codice WADA e l’art. 4 contiene il riconoscimento della leadership dell’Agenzia Mondiale Antidoping WADA nella lotta contro il Doping nello Sport.
L’Italia con la L. n. 230 a data 26.11.2007 ha ratificato la Convenzione Internazionale contro il Doping nello Sport del 19.10.2005 ed ha istituito NADO Italia quale Organizzazione Nazionale Antidoping; NADO Italia costituisce derivazione funzionale di WADA e la sua attività è sottoposta a vigilanza e verifica da parte di WADA.
NADO Italia è articolata nei seguenti organismi:
- Comitato Controlli Antidoping (CCA);
- Comitato per le Esenzioni ai Fini Terapeutici (CEFT);
- Procura Nazionale Antidoping (PNA);
- Tribunale Nazionale Antidoping (TNA).
C) La Giunta Nazionale del CONI, in data 17.1.2017 ha emanato le NSA (Norme Sportive Antidoping), le quali costituiscono il Documento Tecnico Attuativo del Codice WADA e dei relativi Standard Internazionali all’interno dello Stato Italiano.
Le Norme Sportive Antidoping (NSA) sono composte da:
- Codice Sportivo Antidoping (CSA);
- Disciplinare dei Controlli e Investigazioni (D-CI);
- Disciplinare Esenzioni per Fini Terapeutici (D-EFT).
Le NSA sono adottate da NADO Italia e disciplinano, nell’ambito dell’Ordinamento Sportivo Italiano, in via esclusiva, la materia Antidoping e le condizioni da rispettare nell’esercizio dell’attività sportiva.
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