Sicurezza sul lavoro: formazione dei lavoratori stranieri


Come formare i lavoratori stranieri in ambito sicurezza sul lavoro? Quali sono i dettagli che il docente deve sempre tenere sotto controllo?
Sicurezza sul lavoro: formazione dei lavoratori stranieri

 

Come case study per descrivere le metodologie di docenza sulla sicurezza sul lavoro ecco come ho gestito un corso di sicurezza a una trentina di lavoratori asiatici (tra le nazioni presenti: India, Thailandia e Cina) i quali sono stati selezionati da una azienda leader mondiale nel suo settore con cui collaboro abitualmente (industria siderurgica) per uno stage tecnico e operativo di sei mesi da effettuarsi presso la sede centrale italiana. Tale stage, oltre alla parte puramente tecnica, prevede dei corsi di apprendimento della lingua italiana e del sistema di Salute e Sicurezza vigente nel nostro paese. L’obiettivo è quello di inserire questi lavoratori nel sistema industriale in modo che siano consapevoli del sistema legislativo vigente, delle figure aziendali previste e dei concetti basilari in ambito sicurezza quali salute, rischio, prevenzione, protezione, ecc… Nonché dei rischi principali che andranno ad affrontare nelle officine e sui cantieri di intervento durante la loro permanenza in Italia e nei progetti a cui saranno assegnati dalla direzione aziendale.

Una grossa difficoltà si evidenzia nell'affrontare uno specifico impatto culturale, tra l’altro non omogeneo, vista la diverse nazionalità, e la difficoltà da parte di alcuni discenti cinesi di comprendere correttamente una lingua comune, l’inglese.

L’utilizzo di alcune tecniche didattiche che ho elaborato con l’esperienza pluriennale in ambito estero e multiculturale, quali l’utilizzo della mimica corporale, l’utilizzo di foto e video ad hoc per le specifiche attività delle mansioni coinvolte (tra l’altro molto diverse tra loro, quali project managers, impiegati commerciali, proposal managers, addetti alle macchine, ecc... ) e l’interattività proposta con domande aperte e specifiche alla platea, si rivela sempre soddisfacente al fine di instillare i principi di una cultura della sicurezza  che in certi casi può partire praticamente da zero.

Il programma va integrato con esercizi fotografici tipo “Spot the Hazard” e di creazione di rapporti di incidente suddivisa in gruppi di lavoro.

A supporto del successo del percorso formativo, i questionari di gradimento di fine corso vanno analizzati per cercare la soddisfazione nelle metodologie didattiche e la volontà da parte dei partecipanti di continuare ad apprendere i principi della sicurezza sul lavoro con ulteriori corsi di formazione.

 

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di Alessio Fontanini

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