Formazione salute e sicurezza: un obbligo, una scelta o un’esigenza?
Molto spesso la formazione professionale viene vissuta come una “costosa rottura di scatole”; un’obbligatorietà normativa dalla quale, a volte, non c’è libertà di scelta, pertanto l’unica esigenza è quella di risparmiare il più possibile.
Quando si toccano temi importanti come la salute e la sicurezza la difficoltà oggettiva sta nel porre la giusta attenzione nella conoscenza della realtà aziendale e delle persone a cui tale formazione è destinata.
Questa attenzione deve essere, quindi, obbligatoriamente spostata sul contenuto, sulla motivazione e sul metodo della formazione. Pertanto, una formazione efficace deve necessariamente puntare ad un unico obiettivo: l’acquisizione di competenze.
Lo sviluppo delle competenze al centro del processo di formazione professionale
Con il termine “competenza” si intende l’effettiva capacità di usare conoscenze, abilità e capacità personali, sociali e/o metodologiche, in situazioni di lavoro e di studio per lo sviluppo personale e professionale; [1]
Da questa definizione si può facilmente dedurre che la competenza non è mai statica, deve poter essere alimentata dalle risorse personali di ogni lavoratore ed è influenzata dal contesto aziendale in cui esso vive/lavora.
La competenza è il giusto equilibrio tra:
• Conoscenze;
• Capacità, abilità ed esperienze;
• Comportamenti.
Lo sviluppo professionale ha necessità di “sapere”, basa la sua evoluzione sull’insieme delle informazioni e delle nozioni, sia di tipo generale che tecnico. Tale sviluppo sente l’esigenza di mettere in pratica queste informazioni, ha bisogno di abilità orientate allo svolgimento di un compito specifico: “saper fare”.
Ecco che il “sapere” ed il “saper fare” incontrano le caratteristiche personali del lavoratore; la sua cultura; i comportamenti e il “saper essere”.
Sapere, saper fare e saper essere interagiscono tra di loro modellando una professionalità che aderisce alle situazioni di lavoro, rendono il lavoro efficace. Stiamo parlando di formazione annessa, in modo imprescindibile, al benessere.
Anche nello sport questo giusto equilibrio garantisce migliori prestazioni. Esiste, infatti, il “triangolo della performance” (composto nei tre lati dalla preparazione fisica, tecnica e mentale). Notate qualche analogia?
La tecnica dello sport non è altro che la conoscenza, ossia il sapere; la preparazione fisica rappresenta l’esperienza e le competenze corrispondono al saper fare.
Sport, crescita personale e professionale hanno in comune l’atteggiamento mentale (il saper essere), che risulta essenziale.
Va sottolineato quanto sia di fondamentale importanza “allenarsi” in maniera costante sui temi salute e sicurezza. Solo in questo modo si possono acquisire delle buone abitudini.
Salute e sicurezza: perché è così importante la formazione dei lavoratori
La formazione su salute e sicurezza radica i propri obiettivi e i contenuti nelle seguenti fonti:
• Il D.lgs. 81/2008
• Accordo Stato/Regioni del 21 dicembre 2011(formazione lavoratori ai sensi dell’art. 37 del D.lgs. 81/08)
• Accordo Stato/Regioni del 7 luglio del 2016 (formazione addetti al servizio prevenzione e protezione - art. 32 del D.lgs. 81/08)
• Il Documento di valutazione dei rischi (DVR) così come previsto dagli artt. 20, 29 e 30 del D.lgs. 81/2008,
• L’analisi dei mancati infortuni, delle competenze del personale, della realtà aziendale.
Se partiamo da quest’ultimo punto ci rendiamo conto che la formazione in materia di salute e sicurezza è innanzitutto un’esigenza.
Il DVR deve essere visto come motore propulsivo/propositivo nell’ambito della formazione. Inoltre, se il documento di valutazione dei rischi è già stato redatto dall’azienda è importante scegliere un buon consulente in materia di salute e sicurezza per accertarsi della sua corretta redazione.
Collegandoci al mondo della consulenza sottolineiamo che nel 2019 le denunce di infortunio (presentate all’Inail entro lo scorso mese di dicembre) sono state 641.638, 915 in più rispetto alle 640.723 del 2018 (+0,1%).
Dall’analisi per classi di età emergono aumenti tra gli under 30 (+2,4%) e tra i 50 e 69 anni (+1,7%).
In diminuzione del 2,5%, invece, le denunce dei lavoratori della fascia 30-49 anni, nella quale rientra il 40% dei casi registrati.
Questi dati ci fanno chiaramente capire quanto sia di fondamentale importanza una formazione che non sia generalizzata, ma contestualizzata alla realtà aziendale, al reparto, alla postazione di lavoro. Per ottenere questo risultato è necessario redigere con attenzione proprio il DVR e conoscere, attraverso la gestione delle risorse umane, i seguenti punti:
• le competenze
• le passate esperienze del personale
• l’analisi dei near miss.
Purtroppo, molto spesso tutto questo non viene considerato e la formazione professionale viene vista esclusivamente come un costo.
Consulenza e formazione su salute e sicurezza: trend di mercato e costi
Dal 1994, anno di uscita della famosissima 626 (D.lgs. 626/94), c’è stata una indiscussa e graduale crescita dell’attenzione verso i temi salute e sicurezza. Sono aumentati i consulenti in materia, i centri di formazione, le aziende che trattano questi temi… Tutto sicuramente positivo ma è aumentata a dismisura anche la concorrenza.
Se ripartiamo dal punto di vista “formazione=costo” capiamo che sul mercato posso facilmente trovare “professionisti” in grado di produrmi attestati di formazione, con una velocità di erogazione direttamente proporzionale alla durata della chiamata che lo ha richiesto.
Susanna Cantoni, responsabile sicurezza sul lavoro nella Asl di Milano dal 1978, lo spiega così:
“La legge del 2008 è stata molto utile: ha reso obbligatoria la formazione facendo chiarezza in un settore che prima vedeva ampie zone di ambiguità. Ma al contempo ha generato un mercato che ha fatto gola a tanti. Creare enti bilaterali o società fittizie attraverso cui fornire corsi farlocchi è diventato un business allettante”.
A favorire la proliferazione degli illeciti, però, “è anche e soprattutto la garanzia d’impunità. La legge ci impone di controllare appena il 5% delle aziende”. Ciò significa che delle oltre 170mila imprese presenti nei registri della Ats nelle province di Milano e Lodi, dal 2013 ad oggi sono state appena 8.500 a subire dei controlli.
C’è chi falsifica i registri e chi i registri non li redige neppure. C’è chi subappalta i corsi a enti non autorizzati e chi tiene lezioni di primo soccorso (senza alcuna esperienza in campo medico). Tra i reati ipotizzati dagli ispettori negli ultimi anni, a Milano e dintorni, c’è di tutto: dalla contraffazione alla truffa, fino all’associazione a delinquere.
La scelta strategica di un buon consulente in materia di salute e sicurezza si traspone poi nella scelta di un buon centro di formazione professionale, scongiurando così i reati penali sopracitati.
Un buon centro di formazione professionale dovrebbe, oltre a tutti i punti citati fin ora, prendere in considerazione il fatto che gli adulti NON vivono l’esperienza formativa come una modalità di socializzazione (a differenza dei bambini e dei ragazzi). Tali centri dovrebbero considerare che i lavoratori coinvolti nella formazione, spesso, possiedono già un ampio bagaglio di conoscenze, ed ognuno di loro porta con sé idee/convinzioni profondamente radicati.
Salute e sicurezza sul lavoro: come creare un percorso formativo significativo
La motivazione ed il metodo ricoprono qui un ruolo chiave per una formazione efficace. Bisogna guidare il lavoratore in un percorso finalizzato all’autorealizzazione di sé, del proprio ruolo in azienda sui temi salute e sicurezza, utilizzando un metodo di formazione dinamico (proprio come sono dinamici i bisogni dei partecipanti).
Motivazione e metodo non sono strettamente legati a logiche di sanzione, ecce perché molto spesso trascurati.
Riprendendo la domanda iniziale possiamo concludere affermando che: la formazione salute e sicurezza è l’insieme di obbligo, scelta ed esigenza.
Un obbligo normativo, attraverso un percorso ben strutturato, facendo una scelta basata sulla “qualità della formazione” e non sulla quantità di attestati. Un investimento e un’esigenza basata sulla valutazione dei rischi.
Alfredo Gubitosi
RSPP, Formatore, Sistemi di Gestione
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[1] Fonte: MIUR, Decreto Ministeriale n. 139.
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