Foto dei bambini su Facebook...Centriamo il focus!
Non é mai ultroneo ribadire l’importanza di conoscere il terreno sul quale ci muoviamo quando usiamo internet ed i social media, consapevoli del contesto e delle possibili problematiche che potremmo incontrare. Ma questo argomento in particolare, le foto dei bambini, é quanto mai caldo ed attuale: da pochi mesi la Polizia Postale ha risposto con un poco ortodosso Aprite gli occhi mamme! all’ennesima pseudo catena Se sei orgogliosa di essere mamma pubblica tre foto del tuo bambino e tagga...etc.
Ovviamente quelle che seguiranno sono indicazioni generali, che non implicano alcun giudizio: qualsiasi posizione decidiate di prendere sul punto, é importante che nasca da una scelta consapevole.
Cominciamo con il dire che Facebook ha un sistema di privacy che potete regolare secondo le vostre esigenze: potrete pubblicare una foto (tanto quanto un post) limitandone la visibilità a gruppi identificati (“Familiari”, ad esempio, o “Amici” o “Amici di amici”), o singoli amici, i quali però saranno “taggati” e pertanto non solo potranno vedere ma esporranno anche nella propria bacheca l’immagine che risulterà quindi visibile: questo vuol dire che tutti i loro amici, o potenzialmente chiunque nel caso abbiano un profilo aperto a tutti, potrebbero vedere quel dato. Basta cliccare sopra l’immagine con il tasto destro del mouse, scegliere l’opzione “salva immagine con nome” e la vostra foto potrà essere persa nell’etere. Quindi, una foto pubblicata sul vostro profilo, anche solo tra gli amici, equivale ad una foto pubblica a tutti gli effetti. Cosa può succedere a questo punto?
1) Un soggetto salva la vostra foto e la tiene nel suo computer o la usa, stampandola o esponendola in ambiti strettamente privati: vi piaccia o meno, non commette alcun illecito.
2) Un soggetto salva la vostra foto e la usa in ambiti pubblici (ad esempio pubblicandola a propria volta sui propri social) ma senza trarne un profitto economico: si tratta di un illecito civile che può dar luogo a risarcimento del danno, a meno che l’immagine riporti un contesto pubblico, o sia stata scattata in un luogo aperto al pubblico, o sia attinente ad eventi o circostanze pubbliche o a meno che non abbiate concesso il consenso, con il quale l’uso della immagine é consentito.
3) Un soggetto salva la vostra foto e la usa in un ambito lecito e connesso ad attività svolte a scopo di lucro, ma senza il vostro consenso: a meno che non siano preminenti finalità di interesse collettivo (ovvero interessi di giustizia, culturali, di sicurezza etc.) , si tratta di un illecito civile che può dar luogo a risarcimento del danno, nonché del reato di trattamento illecito dei dati ma solo se proprio la pubblicazione mira a trarre profitto per sè o per altri, e sempre che derivi un danno al titolare del diritto (leggi: immagine o dato sensibile).
4) Nei punti 2 e 3, se la diffusione dell’immagine si accompagna ad un intento denigratorio, può aversi il reato di diffamazione aggravata. Di questo e del profilo del cyberbullismo mi occuperò prossimamente.
5) Veniamo al punto: gli ambiti illeciti, e per non perdere tempo, addentriamoci subito al centro del problema.
Intanto, é evidente che il “consenso” nel caso di minori di età debba essere espresso dall’esercente la potestà genitoriale (basta uno dei due genitori, o un tutore). Quindi, prima di pubblicare o diffondere l’immagine di qualsiasi minore, (che sia alla festa di compleanno di un compagno, piuttosto che nel parco con gli amici) accertatevi di avere il consenso dei genitori.
Superato il problema “consenso” dall’essere i diretti titolari del diritto al consenso (N.B. Con un piccola appendice: la diffusione non condivisa tra i genitori di foto private del figlio é stata oggetto di discussione nel processo di sepazione dei coniugi, ed é stato riconosciuto il diritto di un genitore ad opporsi all'uso non autorizzato dell'immagine del minore da parte dell'altro) , poniamoci il problema se la pubblicazione dell’immagine a quel punto possa essere sempre e comunque lecita o opportuna.
E’ necessario parlare di “opportunità” perché la Polizia Postale si é espressa molto chiaramente: il mercato pedopornografico attinge largamente da foto private recuperate on-line da inconsapevoli genitori. Ma in che modo? Prendendo la foto e modificandola (o anche no, se non serva) affinché possa essere appetibile per gli insani fruitori del mercato, in modi che non ritengo necessario esplicare. Ovviamente, tutto quanto sopra vale anche per altre piattaforme: usare l’immagine del bambino per il proprio profilo Whatsapp non é molto diverso...
Il dubbio é lecito: la pubblicità, le riviste, non sono già abbondantemente piene di foto di bambini, talvolta davvero di cattivo gusto ed ammiccanti, senza bisogno che la foto del nostro pargolo che assaggia il limone per la prima volta possa attirare malintenzionati? Sicuramente sì, e se questo vi basti, tant’é.
Infine: l’attività di volontariato presso l'Associazione di volontariato Nel mio piccolo di questi anni, che si occupa di promozione e sviluppo dei diritti dei bambini e degli adolescenti mi ha agevolato nel cercare di prendere posizione sempre mettendo al centro il bambino. Una pubblicazione che oggi ci sembra lecita, domani potrebbe non sembrare altrettanto, ed in un contesto che sempre di più mette in risalto la vita virtuale, non é da escludere che ci possano essere future ripercussioni da scelte prese troppo a cuor leggero... Poniamoci sempre dal punto di vista del bambino, e chiediamoci: “Se pubblicassi una foto di me in questa circostanza...?”
Articolo del: