Gestione investimenti e ruolo consulenti
L'attività del "bravo consulente" e dialogo con l'investitore
Nell'ormai lontano 2003 ho partecipato all'organizzazione di un convegno che aveva come obiettivo quello di sensibilizzare gli abitanti di un paese di provincia sul ruolo dei consulenti finanziari e su ciò che questi ultimi si devono prefiggere nello svolgimento della loro professione.
Dopo dieci anni esatti, nel 2013, lessi con attenzione la relazione su un dibattito svoltosi a Milano che aveva visto la partecipazione di membri dell'Anasf e di autorevoli rappresentanti di associazioni di categoria del mondo finanziario, sempre sul tema dell'indispensabilità dei consulenti finanzari.
Ebbene, siamo a marzo 2018 e i contenuti sono sempre di strettissima attualità e, pertanto, ne voglio riassumere i contenuti salienti.
L'attività di consulente finanziario consiste, prima di ogni altra cosa,nel mettersi al fianco del cliente per conoscere le sue esigenze ed aspettative. La vera consulenza si basa sull'analisi di tre componenti fondamentali: l'orizzonte temporale, il grado di rischio e il rendimento che il cliente vorrebbe dal suo investimento. Il cliente viene invitato a dichiarare esplicitamente almeno due di quelle tre componenti. Essendo le tre componenti legate indissolubilmente fra loro rimane al consulente il compito di esprimere una soluzione-proposta sulla terza che scaturisce dall'esito delle altre due esplicitate dall'investitore.
La consulenza pertanto è prima ascoltare, poi parlare e condividere le scelte.
L'investitore ha diritto ad avere un interlocutore finanziario serio, puntuale e trasparente.
Ogni consulente finanziario è portatore dei propri interessi, ma la differenza la fa la competenza; i consulenti hanno dimostrato di essere operatori qualificati in grado di accompagnare i risparmiatori anche nelle fasi più difficili delle crisi che si sono recentemente succedute.
Così come ogni famiglia italiana ha un medico, un avvocato di fiducia, un proprio commercialista, la medesima cura dovrebbe averla quando si parla di strumenti finanziari, di risparmio. Ogni familgia dovrebbe avere un consulente di fiducia a cui rivolgersi per la gestione efficiente dei propri risparmi.
La figura del consulente finanziario deve assumere sempre più un'importanza fondamentale e la sua presenza non deve essere considerata un qualcosa "per pochi", ma un elemento necessario per tutti.
Nel nostro Paese vi è tuttora una scarsa attenzione alla pianificazione di medio e lungo termine. E' una questione di mentalità: il consulente deve lavorare affinchè il cliente cambi l'approccio verso il "dopodomani".
La difficoltà e la ritrosia a guardare lontano deve essere superata con un consulente finanziario che ha l'abitudine ad offire consulenza e pianificazione.
Non dimentichiamoci che le aliquote in materia di tasse successorie sono ancora molto basse in Italia e una buona pianificazione patrimoniale e successoria, con l'utilizzo di strumenti previsti dal legislatore può aiutare il singolo risparmiatore ad evitare spiacevoli imprevisti per lui e per i suoi futuri eredi.
Una attenta pianificazione passa anche da una scrupolosa analisi del reddito del cliente nel momento in cui percepirà una pensione. Per mantenere lo stesso tenore di vita è necessario pensare il prima possibile ad una forma di previdenza complementare che possa colmare la differenza di entrate ante-pensione da quelle percepite dalla forma previdenziale tradizionale.
Il cliente "fai-da-te" è in grado di risolvere da solo a tutte queste problematiche?
Dopo dieci anni esatti, nel 2013, lessi con attenzione la relazione su un dibattito svoltosi a Milano che aveva visto la partecipazione di membri dell'Anasf e di autorevoli rappresentanti di associazioni di categoria del mondo finanziario, sempre sul tema dell'indispensabilità dei consulenti finanzari.
Ebbene, siamo a marzo 2018 e i contenuti sono sempre di strettissima attualità e, pertanto, ne voglio riassumere i contenuti salienti.
L'attività di consulente finanziario consiste, prima di ogni altra cosa,nel mettersi al fianco del cliente per conoscere le sue esigenze ed aspettative. La vera consulenza si basa sull'analisi di tre componenti fondamentali: l'orizzonte temporale, il grado di rischio e il rendimento che il cliente vorrebbe dal suo investimento. Il cliente viene invitato a dichiarare esplicitamente almeno due di quelle tre componenti. Essendo le tre componenti legate indissolubilmente fra loro rimane al consulente il compito di esprimere una soluzione-proposta sulla terza che scaturisce dall'esito delle altre due esplicitate dall'investitore.
La consulenza pertanto è prima ascoltare, poi parlare e condividere le scelte.
L'investitore ha diritto ad avere un interlocutore finanziario serio, puntuale e trasparente.
Ogni consulente finanziario è portatore dei propri interessi, ma la differenza la fa la competenza; i consulenti hanno dimostrato di essere operatori qualificati in grado di accompagnare i risparmiatori anche nelle fasi più difficili delle crisi che si sono recentemente succedute.
Così come ogni famiglia italiana ha un medico, un avvocato di fiducia, un proprio commercialista, la medesima cura dovrebbe averla quando si parla di strumenti finanziari, di risparmio. Ogni familgia dovrebbe avere un consulente di fiducia a cui rivolgersi per la gestione efficiente dei propri risparmi.
La figura del consulente finanziario deve assumere sempre più un'importanza fondamentale e la sua presenza non deve essere considerata un qualcosa "per pochi", ma un elemento necessario per tutti.
Nel nostro Paese vi è tuttora una scarsa attenzione alla pianificazione di medio e lungo termine. E' una questione di mentalità: il consulente deve lavorare affinchè il cliente cambi l'approccio verso il "dopodomani".
La difficoltà e la ritrosia a guardare lontano deve essere superata con un consulente finanziario che ha l'abitudine ad offire consulenza e pianificazione.
Non dimentichiamoci che le aliquote in materia di tasse successorie sono ancora molto basse in Italia e una buona pianificazione patrimoniale e successoria, con l'utilizzo di strumenti previsti dal legislatore può aiutare il singolo risparmiatore ad evitare spiacevoli imprevisti per lui e per i suoi futuri eredi.
Una attenta pianificazione passa anche da una scrupolosa analisi del reddito del cliente nel momento in cui percepirà una pensione. Per mantenere lo stesso tenore di vita è necessario pensare il prima possibile ad una forma di previdenza complementare che possa colmare la differenza di entrate ante-pensione da quelle percepite dalla forma previdenziale tradizionale.
Il cliente "fai-da-te" è in grado di risolvere da solo a tutte queste problematiche?
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