Gestire la timidezza?... Si può!

La timidezza è un’emozione che si manifesta nelle situazioni che comportano confronto con gli altri. Circostanze in cui chi si definisce timido è in preda all’imbarazzo, sente il cuore battere, il sudore scendere, ha una gran voglia di fuggire.

Attenzione, però, che questa definizione non diventi un’etichetta che alimenta un circolo vizioso. Infatti, più ci si concentra su questo aspetto di se stessi e più le situazioni incriminate faranno paura e si vivranno con sempre maggiore disagio.

La timidezza si basa su un’immagine di noi come inadeguati, imperfetti, rispetto agli altri sempre infallibili.  A volte è segno di sensazioni di insicurezza e di inadeguatezza profonde.

Se questa visione diventa rigida e assoluta, cioè l’unica che ci guida nelle relazioni sociali, non parliamo più solo di timidezza, ma si instaura un malessere profondo che può rendere vulnerabili a stati depressivi, a disturbi della personalità, a problematiche relazionali che richiedono un percorso di elaborazione e trattamento.

Nella maggior parte dei casi, però, si può imparare a gestire questa emozione.

Prima di tutto dobbiamo mettere in discussione la timidezza, in modo da renderla meno padrona della nostra vita di relazione. Non consideriamoci solo timidi, ma ricordiamo e riconosciamo anche le parti di noi che ci piacciono e facciamole venire fuori.  

Gli altri si costruiscono un’immagine di noi sulla base di ciò che mostriamo loro.

Purtroppo spesso dimentichiamo che gli altri hanno un’altra visione delle cose e, magari, neanche notano ciò che per noi è fonte di disagio (un tratto fisico, comportamentale, ecc). Vedendoci sotto altri punti di vista, potremmo anche accettare la nostra timidezza e non nasconderla.

Addirittura se ne possono riconoscere dei lati positivi.

La persona timida è in genere riflessiva, capace di ascoltare, flessibile e accomodante, tratti che i temuti altri apprezzano su tutti.